Voto: 9/10 Titolo originale: Tremors , uscita: 19-01-1990. Budget: $11,000,000. Regista: Ron Underwood.
Recensione story: Tremors di Ron Underwood (1990)
23/01/2020 recensione film Tremors di William Maga
Nel 1990 arrivava nei cinema - con insuccesso - il primo capitolo della poi fortunata saga sui Graboid, riuscito mix di azione, gore e umorismo con Kevin Bacon e Michael Gross
Tremors è il tipico caso di film fanta-horror che fa flop al momento dell’uscita nei cinema ma trova poi nuova vita in home video. Svariati esempi simili possono essere ritrovati dall’esordio delle VHS nel 1983, ma pochi sono clamorosi come in questo caso. Non è difficile capire perché alla fine Tremors sia diventato un successo tra il pubblico. È un ‘monster movie’ dall’idea di base affascinante, con effetti speciali decenti e una buona dose di tensione durante le scene d’azione.
Possiede anche un forte senso dell’umorismo e non si prende mai troppo sul serio. Le horror comedy spesso finiscono per sbilanciarsi da un lato o dall’altro della loro natura, ma il film diretto dall’allora esordiente al lungometraggio Ron Underwood rimane perfettamente bilanciato dall’inizio ai titoli di coda. Saltiamo quando dovremmo saltare e ridiamo quando dovremmo ridere (non viceversa). La domanda più importante da farsi, allora, resta il perché nel 1990 nessuno se fosse accorto.
La gente “ha scoperto” Tremors nei loro salotti, dove è diventato uno dei titoli di maggior successo della storia dell’intrattenimento domestico dei primi anni. Dopo aver guadagnato solo 17 milioni di dollari al botteghino, ha infatti più che triplicato il totale grazie alle vendite di VHS. Il pubblico l’ha affittato nei videostore e comprato. La nuova popolarità del film ha portato così a un sequela di seguiti – straight-to-video ovviamente … – quasi tutti da dimenticare, oltre che ad una serie televisiva di breve durata (13 episodi durante la stagione 2003).
A parte Michael Gross, che è apparso in tutti i capitoli della saga di Tremors e nella show televisivo, non c’è stata molta ‘continuità’ e il regista Ron Underwood è stato coinvolto soltanto nel capostipite.
Tremors si svolge nella piccola città di Perfection, una sorta di riminiscenza del Vecchio West. È isolata, con una sola strada che porta alla civiltà e vanta una popolazione di ben 14 residenti (ma saranno qualcuno in meno alla fine del film). Tutti conoscono gli affari di tutti gli altri, non che nessuno abbia molti affari che gli altri debbano voler conoscere. La più grande novità a Perfection è allora l’arrivo della studentessa laureata Rhonda LeBeck (Finn Carter) per effettuare delle letture sismologiche nella zona.
Potrebbe non essere la ragazza più carina in circolazione, ma è sufficiente a catturare l’attenzione del laconico tuttofare Earl Bassett (Fred Ward) e del suo socio Val McKee (Kevin Bacon). Non appena Rhonda arriva, tuttavia, alcune persone iniziano a scomparire o a morire in modi misteriosi. Presto diventa evidente che c’è qualcosa sotto il terreno, che apprezza il gusto della carne umana. Rhonda controlla le sue letture e determina che ci sono quattro esseri in agguato, attirati dal rumore, il che smorza l’entusiasmo generale risultante dall’uccisione di una di esse quasi per caso.
Voler prendere sul serio Tremors è un mero esercizio di futilità. La sceneggiatura è sfacciatamente sopra le righe ed ironica, e gli attori si adeguano con la loro recitazione, anche se non si sconfina mai nell’apertamente ridicolo. C’è tensione nelle scene d’azione e, sebbene i personaggi siano tratteggiati alla buona, sono sufficientemente simpatici da sperare che sopravvivano. Il tardivo successo di Tremors ha generato numerose ‘imitazioni’, ma nessuno di esse – nemmeno i sequel diretti del film – è riuscito a catturare il perfetto mix di umorismo, azione / avventura e gore con la stessa abilità esibita da Ron Underwood qui. E mentre si spulcia il gran numero di aspiranti Tremors fallimentari, questo aspetto sottovalutato diventa più impressionante.
È un cast interessante per una produzione a budget ridotto (11 milioni di dollari). Kevin Bacon è naturalmente la stella più grande del mazzo, ma, sebbene avesse un suo pubblico al tempo, non era quel tipo di attore capace di determinare da solo il successo di un film. Fred Ward, più burbero e riservato, è l’efficace spalla. Finn Carter, la cui carriera non sarebbe mai decollata, fa invece quello che può nel ruolo del tipico interesse amoroso non troppo curato. Quasi sicuramente Tremors avrebbe potuto giovare di uno sviluppo maggiore nella chimica tra Bacon e la Carter, così che il ‘momento del bacio tanto atteso’ finisce per sembrare un po’ fuori luogo.
Tuttavia, è la coppia di ‘survivalisti’ ossessionata dalle armi pesanti formata da Michael Gross e Reba McEntire a rubare ogni scena in cui compare. E hanno anche le migliori battute.
All’epoca, Gross era relativamente popolare per via del ruolo ricorrente come padre di Michael J. Fox nella serie Casa Keaton, mentre la McEntire, naturalmente, era nota per le sue doti canori (Tremors su il suo debutto come attrice). Bobby Jacoby (a.k.a. Robert Jayne – come sarebbe diventato noto in seguito) interpreta un fastidioso ragazzino che probabilmente è l’unico in tutta la cittadina che gli spettatori si augurano che i feroci Graboid divorino.
Infine, c’è Ariana Richards, nei panni della residente più giovane di Perfection. Considerando da cosa sarebbe stata inseguita tre anni dopo in Jurassic Park, per le si tratta di una passeggiata qui.
Come detto, Tremors non ha potuto contare su una produzione particolarmente ricca, il che significava che i fondi disponibili per gli effetti speciali furono limitati. Tuttavia, considerando queste restrizioni, i filmmaker hanno fatto un lavoro solido e credibile nel rendere i Graboid davvero minacciosi. Prendendo in prestito una pagina da Lo Squalo di Steven Spielberg, Tremors limita – anche per necessità – quanto vediamo delle creature, almeno mentre sono in vita. Si nascondono sottoterra e tirano fuori le loro lingue simili a serpenti da sotto la sabbia, ma i loro corpi giganteschi rimangono sepolti e ‘invisibili’.
È uno dei maggiori pregi del film il modo in cui è stato girato e concepito, tale da non farci mai mettere in discussione la loro effettiva credibilità. Non c’è un solo momento in cui si punta il dito verso lo schermo e si comincia a ridere per qualcosa che è, per forza di cose, soltanto un mucchio di gomma.
C’è molta azione durante l’ultimo atto di Tremors, quando i protagonisti diventano le prede. Hanno bombe e fucili a loro disposizione (grazie ai personaggi Michael Gross e Reba McEntire) e capiscono che, mentre i Graboid possono far crollare le case, non possono raggiungere nessuno che abbia messo piede su un affioramento roccioso.
Il dilemma: come raggiungere la salvezza rappresentata dalle vicine montagne, che però non sembrano così vicine quando c’è una cosa enorme, puzzolente e brutta come la morte che ti insegue a tutta velocità da sotto … Provando che è può essere molto di più che un sorriso e una battuta frizzante, Val mette allora la sua vita in pericolo in una sequenza di suspense in cui siamo praticamente sicuri che sia spacciato. Il film nel suo insieme è così: un po’ di azione, un po’ di sangue, poi un lazzo per allentare la tensione.
Insomma, la gente ricorda affettuosamente Tremors perché, se possiede abbastanza momenti da ricordare, offre anche agli spettatori l’opportunità di rilassarsi un po’. I personaggi sono tutti simpatici; non ci sono fazioni scomode, lotte di potere o cattivi da odiare. Gli umani non fanno cose stupide in nome dell’avidità; la sopravvivenza è il loro unico obiettivo.
Non c’è nulla di nuovo in Tremors; pesca liberamente da molti dei film di mostri precedenti, sia noti che meno conosciuti e, nonostante sia stato progettato come un unico film conclusivo, l’esistenza di svariati sequel testimonia la sua tardiva, ma persistente, popolarità. Ancora oggi, 30 anni dopo aver raggiunto gli schermi dei multisala dove quasi nessuno lo vide, Tremors rimane un’esperienza fresca e coinvolgente.
Di seguito la clip internazionale dell’attacco al traliccio di Tremors:
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