Home » Cinema » Azione & Avventura » Recensione story | True Lies di James Cameron

Voto: 7/10 Titolo originale: True Lies , uscita: 15-07-1994. Budget: $115,000,000. Regista: James Cameron.

Recensione story | True Lies di James Cameron

09/12/2019 recensione film di William Maga

Nel 1994 arrivava nei cinema una action comedy dal budget e dagli effetti speciali esorbitanti, capace di cambiare per sempre il modo in cui i fan avrebbe guardato ai protagonisti Arnold Schwarzenegger e Jamie Lee Curtis

Jamie Lee Curtis in True Lies (1994) film

Un budget da 120 milioni di dollari (primo lungometraggio a sfondare questo tetto a Hollywood), 130 giorni di riprese (ma c’è chi assicura 180), senza contare la complessa post-produzione, un cast titanico: questo in cifre sommarie True Lies, action comedy uscita nei cinema nel 1994 diretta da James Cameron che riportava il protagonista Arnold Schwarzenegger agli antichi fasti commerciali  negli Stati Uniti (soprattutto) e poi in Europa dopo il tonfo di Last Action Hero dell’anno precedente (quasi 380 milioni l’incasso mondiale alla fine). Con buona pace delle comunità arabe, le quali al tempo protestarono ampiamente sui giornali, con qualche ragione, per il modo sommario con cui il film rappresentava i ‘cattivi’ islamici: fanatici, assetati di sangue e alquanto cretini.

true lies poster itaTuttavia, non era decisamente il caso di prendere troppo sul serio questo kolossal di spionaggio di nuovo cucito addosso ai muscoloni dell’attore austriaco, che col passare del tempo e dopo innumerevoli ruoli iconici nei film di fantascienza aveva in qualche modo scelto consciamente di virare la sua carriera verso i territori della commedia. E, sebbene senza grosse speranze di diventare il nuovo Walter Matthau, bisogna riconoscergli un certo coraggio nell’aver voluto ostinatamente inserire elementi umoristici all’interno della prediletta dimensione d’azione. Proprio quello che non era riuscito al collega e amico Sylvester Stallone, attore per molti versi più eclettico e audace.

Il tono spiritosamente citazionista di True Lies appare evidentissimo sin dal prologo in puro stile James Bond degli inizi. Come il Sean Connery di Agente 007 – Missione Goldfinger infatti, Arnold Schwarzenegger emerge dalle acque fredde di un lago con indossa una muta da sub, sotto la quale indossa però una giacca bianca da sera e il papillon: c’è da introdursi in una villa svizzera protetta più della Casa Bianca, durante un party esclusivo, per impadronirsi di alcuni segreti top secret. Figurarsi il macello che combina l’agente segreto appena lo scoprono.

Ispirato liberamente a La Totale!, filmetto del 1992 di Claude Zidi passato senza lasciare traccia, True Lies applica la trovatina brillante dell’originale francese al gigantismo degli effetti speciali tipico dì Hollywood. Così scopriamo che il roccioso Harry Tasker, in forza presso l’Omega Sector dei servizi segreti, è sposato da diciassette anni con la tenera e noiosa Helen (Jamie Lee Curtis), convinta di avere per marito un altrettanto noioso rappresentante di computer. Ma la ‘copertura’, così ben sperimentata in famiglia, vacilla quando Harry scopre di essere tradito con un bellimbusto che rimorchia le donne malmaritate spacciandosi proprio per un agente segreto in missione. Capita l’antifona?

Basta poco all’uomo e al suo fedele compagno d’avventure per sputtanare l’impostore orchestrando un’irruzione armata durante un rendez-vous. Una mossa che non risolve, però, l’insoddisfazione coniugale della donna, spinta net frattempo dal marito pentito a ‘giocare’ alla spia: solo che dalla finzione alla realtà il passo è breve, e cosi nel corso di un memorabile spogliarello in albergo (lei è convinta di avere di fronte un francese …) irrompono i veri terroristi, che rapiscono entrambi.

Stenta un po’ a decollare questo giocattolone orchestrato da James Cameron da 140 minuti di durata ( La sintesi non è la dote precipua del regista) che trova la quota giusta solo nella seconda parte, quando l’opaca mogliettina si trasforma appunta in una spia capace di dare manforte al marito nella caccia al superterrorista Salim Abu Aziz (Art Malik): il matto è pronto a far scoppiare quattro testate atomiche (un’altra citazione bondiana da Agente 007 – Thunderball / Operazione tuono) se il presidente americano non ritirerà le truppe americane dal Golfo Persico. Illuso …

Jamie Lee Curtis, Arnold Schwarzenegger e Art Malik in True Lies (1994)Tutti mentono in True Lies, ossimoro perfetto (traducibile con ‘Bugie credibili’) per un film che in fondo mente più dei suoi personaggi: effetti speciali, trucchi digitali e combinati fotografici rasentano qui il prodigioso, specialmente nella lunga sequenza finale che con l’aereo da guerra Harrier sospeso a mezz’aria accanto a un grattacielo mentre il terrorista e la figlia di Harry (una giovanissima Eliza Dushku) stanno per cadere nel vuoto.

Specializzato in imprese titaniche – e rischiose – da milioni di dollari (pensiamo allo sfortunato The Abyss), James Cameron abbassa qui le ambizioni metaforiche in nome di un intrattenimento simpatico e rumoroso che procede a colpi di stupefazione. L’allora 36enne Jamie Lee Curtis – reduce da un sfilza di commediole romantiche – sta sorprendentemente al gioco nei panni della mogliettina spenta che si rivela una vamp col fisico da pin-up con licenza di striptease: pronta a tutto, anche a ballare seminuda, per salvare la patria e il matrimonio. Decisamente è lei che mira al cuore del congegno spettacolare.

Lo spettacolo c’è, divertente ed emozionante, con una mezz’ora conclusiva di fuoco e fiamme (nel senso letterale della parola). Il doppio gioco dei protagonisti ha spiritosi ribaltamenti psicologici, comprimari efficaci, oltre alla solita dose di esplosioni spettacolari e a una miriade di sempre più prepotenti effetti speciali. Molta azione e divertimento nel mescolare sacro e profano, stuntmen pirotecnici e addirittura l’apparizione di un Charlton Heston con benda nera all’occhio.

Finisce in gloria fracassona, col protagonista che per aria salva moglie, figlia e patria, dopo aver fatto altre prodezze come far esplodere un castello, dar testate a due dobermann, eseguire la solita strage nella toilette e inseguire a cavallo una motocicletta all’interno di un Grand Hotel. Arnold Schwarzenegger è un’icona, un fumetto, un’idea di macho da farcire possibilmente con ironia, e come tale James Cameron lo tratta.

Di  seguito la leggendaria scena dello spogliarello di Jamie Lee Curtis: