Home » Cinema » Sci-Fi & Fantasy » Ridley Scott su Blade Runner nel 1982: “Rick Deckard ha un significato preciso” | Tra le pieghe del tempo

Titolo originale: Blade Runner , uscita: 25-06-1982. Budget: $28,000,000. Regista: Ridley Scott.

Ridley Scott su Blade Runner nel 1982: “Rick Deckard ha un significato preciso” | Tra le pieghe del tempo

23/05/2020 news di Redazione Il Cineocchio

Nel presentarlo, il regista parlava del personaggio interpretato da Harrison Ford e della possibile lettura del suo film

Nel 1982, Ridley Scott tornava nei cinema dopo il clamoroso successo di Alien di pochi anni prima, atteso al varco da pubblico e critica col non proprio semplice adattamento – pur libero – del romanzo sci-fi Il cacciatore di androidi di Philip K. Dick. Non esattamente un successo di pubblico all’epoca (poco più di 40 milioni di dollari in cassati a fronte di 30 di budget), Blade Runner avrebbe ugualmente segnato profondamente il genere negli anni a seguire, consacrando peraltro ulteriormente Harrison Ford tra gli attori più iconici degli anni ’80.

Proprio nell’ottobre del 1982, il regista – allora 45enne – presentava Blade Runner alla stampa, aprendosi sugli intenti dell’opera.

A proposito degli ‘obiettivi’ del film, Ridley Scott rispondeva così a chi gli chiedeva se Blade Runner fosse una parabola allarmante sul Duemila quasi alle porte:

Ridley Scott in Blade Runner (1982)A dire la verità, Blade Runner non vuole essere un ammonimento. In nessun senso. È uno spettacolo. I film che mi hanno affascinato di più in questi ultimi tempi sono quelli basati sui fumetti. Ho scelto di battere la stessa strada, con scene di ampio respiro, azione veloce e impetuosa, personaggi insoliti.

Francamente non credo che Los Angeles potrà mai congiungersi con San Francisco, come accade nel film. Però penso che la progressiva saturazione delle grandi città e la degradazione delle strutture urbane provocherà dei guasti veri. Prendiamo New York. Pensate quanto sarebbe costoso buttare giù, tra un secolo, l’Empire State Building: una spesa pari alla costruzione.

Meglio applicare i tubi e i fili all’esterno piuttosto che stare lì a tirar giù le pareti, inserire i tubi e i fili e poi ricostruire. Si finirà, insomma, con il “rivoltare” gli edifici. Invece di tenere dentro le viscere, le avremo cosparse sul corpo. Questa è la mia idea del futuro. Certi film di fantascienza fanno ridere: la chiusura lampo diagonale, le orecchie appuntite, i capelli argentati, il cibo in pillole… Tra cinquant’anni saremo suppergiù come oggi. Altro che tutti robot!

In merito al Rick Deckard, interpretato da Harrison Ford, reduce dai successi clamorosi di Guerre Stellari e Indiana Jones, Ridley Scott spiegava:

Mi affascina la sua ambiguità morale, la sua solitudine. Ma attenzione: è un’ambiguità solo apparente, perché Rick Deckard rappresenta la distruzione e la paralisi emotiva che nascono da una situazione di violenza programmata. In fondo, è una vittima, una macchina per uccidere che odia uccidere.

È un uomo talmente fallito che, nella prima scena del film, gli rifiutano al bar perfino la bibita che ordina. Deckard porta alle estreme conseguenze la figura classica del detective. E quindi è un po’ diverso da Philip Marlowe. Anche il suo aspetto esteriore, i suoi vestiti larghi e sgualciti, esprimono la morte degli slanci, delle emozioni. Lui è l’esatto contrario di 007. James Bond non ha problemi personali, né inceppi. È un superficiale … Deckard invece è assolutamente imperfetto. E soffre di angosce. Per questo mi piace.

Come non essere d’accordo con le sue parole.

Di seguito una scena memorabile di Blade Runner:

Fonte: L'Unità