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Titolo originale: Class of 1984 , uscita: 20-08-1982. Budget: $4,300,000. Regista: Mark L. Lester.

Riflessione | Classe 1984 di Mark L. Lester: apologia della violenza o monito sulla crisi della società?

28/11/2019 news di William Maga

Nel 1982, arrivava nei cinema il controverso film, profetica rappresentazione dell'America del vicino futuro, scatenando un putiferio di polemiche. Riscopriamo gli intenti e il messaggio forte dietro alla sua realizzazione, attraverso le parole del regista

Roddy McDowall in Classe 1984 (1982)

Agli inizi degli anni ’80 si credeva probabilmente che sul tema della violenza tra i giovani il cinema avesse ormai detto tutto quel che c’era da sapere. D’altro acanto, Hollywood l’aveva sviscerato e manipolato in più modi. Basti ricordare II selvaggio, con Marlon Brando, Arancia meccanica di Stanley Kubrick, II seme della violenza o infine Gioventù bruciata, che creò il mito di James Dean. Quanto si sbagliavano …

Trentacinquenne, Mark L. Lester (Il mondo violento di Bobbie Jo ragazza di provincia), fiero di essere un “liberale di sinistra”, portava nei cinema un’opera che negli Stati Uniti aveva scatenato in tempo zero un putiferio, Classe 1984 (Class of 1984), che riproponeva nel 1982 un argomento che ricordava un po’ tutti quei film messi insieme, anche se l’accostamento che lui stesso preferiva era quello con i lungometraggi diretti da Richard Brooks e Nicholas Ray.

classe 1984 film posterReportage agghiacciante sulla violenza nelle scuole statunitensi, Mark L. Lester e il co-sceneggiatore Tom Holland (che avrebbe esordito dietro alla mdp 3 anni dopo con Ammazzavampiri) immaginava (il celebre romanzo di George Orwell non c’entra niente) che nel liceo Abraham Lincoln la convivenza civile fosse soltanto un ricordo. Gang di punk e di spacciatori di droga scorrazzano per le aule e dettano legge, metal detectors all’ingresso della scuola, poliziotti armati per i corridoi, pestaggi e stupri continui, insegnanti armati di pistola e presidi imbelli.

Questo lo sfondo, vagamente remoto ai tempi, ma non troppo (le statistiche parlavano allora di 280mila casi di violenze al mese negli USA), nel quale si muove il giovane professore democratico di musica che vuole mettere d’accordo il rock and roll e Pëtr Il’ič Čajkovskij. Naturalmente i suoi solidi cardini pedagogici cominceranno a scricchiolare di fronte all’ondata di terrore aumentata da quattro giovinastri, fino all’inevitabile epilogo nel quale SPOILER l’insegnante, ennesimo ‘cane di paglia’, scenderà personalmente nell’arena. Facendo letteralmente a pezzi, uno alla volta, i propri nemici.

Il tema — non c’è bisogno di dirlo — è di quelli che fanno discutere: film reazionario o segnalazione di un problema vero? Tripudio di violenza inutile e compiaciuta o buon esempio di realismo cinematografico?

Cerchiamo allora di capire le motivazioni dietro allo sviluppo e al concept di Classe 1984, nel quale compariva anche un giovanissimo Michael J. Fox pre Ritorno al Futuro, attraverso le dichiarazioni dello stesso Mark L. Lester.

In un’intervista rilasciata a La Stampa nell’agosto del 1982 durante la promozione del film, a proposito del giovane attore scelto per il ruolo da protagonista, il regista diceva:

Timothy Van Patten, anche se ha una rassomiglianza alquanto vaga con James Dean, ha un tipo di recitazione che ce lo fa ricordare. Io sono lieto di aver affidato a lui questo ruolo tormentato. E, anche ae è dimostrato che non c’è possibilità di ripetere un fenomeno artistico, sono convinto che Timothy potrebbe provocare lo stesso effetto che a suo tempo rivelò il rimpianto James Dean.

Michael J. Fox e Erin Noble in Classe 1984 (1982)E, proprio come in Gioventù bruciata, l’ambientazione era quella infiammata di un campus americano. Ma questa volta siamo nel 1984, cioè nell’allora vicino ‘futuro’. La vicenda di Classe 1984 prende l’avvio con l’arrivo di Andy Norris (l’attore Perry King), un giovane professore di musica, presso la scuola superiore Abraham Lincoln, dominata da una banda di studenti che impone la sua legge con violenza e crudeltà.

Mark L. Lester spiegava così la sua importanza:

La sua prima impressione è quella di arrivare in una prigione piuttosto che in un luogo di cultura: graffiti e scritte su tutti i muri, rivelatori di armi, guardie per la sorveglianza, e malgrado questa sorveglianza si assiste a un vasto commercio, spaccio e uso di droga, ragazze che si vendono per poterla acquistare. Guidati da Peter Stegman (Van Patten), gli studenti-teppisti agiscono in aperta sfida ad ogni autorità ed il professore entra subito in conflitto con essa. Stegman vuole subito spiegare al nuovo professore che deve sottoporsi al suo dominio pretendendo di fargli capire che egli e i suoi compagni rappresenterebbero l’avvenire della società.

Tra una violenza e l’altra, si arriva al punto in cui il professore deve condurre la sua lezione tenendo una pistola sulla propria cattedra, pronto a farne uso.

Se in questo modo riesce a tenere a bada la scolaresca durante le lezioni, non può però impedire che la banda lo colpisca in un altro momento, facendo irruzione nella sua casa e usando violenza alla giovane moglie.

Qualcuno potrebbe vedere nella ‘trasformazione’ del professor Andy Norris in un killer spietato il Charles Bronson di Il Giustiziere della notte, uscito nel 1974, ma Mark L. Lester precisava:

Stefan Arngrim, Neil Clifford, Keith Knight, Lisa Langlois e Timothy Van Patten in Classe 1984 (1982)C’è una differenza fondamentale. Nel film di Michael Winner, Charles Bronson diventava un eroe, veniva glorificato e riusciva a strappare la complicità della gente. In Classe 1984 io ho cercato, invece, di dimostrare il contrario: Andy Norris, alla fine, è un barbaro, ha perso pur avendo vinto, perché è sceso al livello più basso, quello della violenza cieca e della vendetta. E la legge gli garantirà quella stessa impunità (non ci sono testimoni, né denunce) che aveva riservato, fino a poco prima, ai quattro teppisti.

Addentrandosi quindi nel significato ultimo dell’operazione, il regista spiegava che con Classe 1984 ha voluto scrivere una parabola — e la collocazione nel prossimo futuro ne è la riprova — anticipando ciò che sarebbe potuto accadere in un nucleo sociale quando la violenza irrazionale impone le sue terrificanti regole:

Intendo lanciare un ulteriore grido di allarme. Sono pronto a rintuzzare le critiche, le censure, i dibattiti. A me interessa costruire dei film, che anche se in modo paradossale, dilatato, portato alle estreme conseguenze, suscitino appunto discussione e prese di coscienza. Amo le sfide, ma il rischio è sempre calcolato. Il cittadino americano, di solito, si rifiuta di credere a simili realtà, pensa che, in fondo, sono solo ragazzate. E non s’accorge che questa nuova generazione, di giovani nichilisti, sfiduciati, aggressivi, gli si rivolge progressivamente contro. Sono giovani, che non credono più a niente, che cercano nella violenza un rimedio al buco che hanno dentro. E se sono diventati così la responsabilità sarà pure di qualcuno … Non sono pessimista. Semplicemente realista

Insistendo sul ‘pericolo’ imminente della dissoluzione dei costumi americani, il regista aggiungeva:

I quattro che ho scelto per Classe 1984 non sono disoccupati, né figli di portoricani o di povera gente. Fanno parte della middle class, si travestono da punk, ascoltano il rock di Alice Cooper e gridano “we are the future”. Sembrano finti, insomma, ma uccidono sul serio. Che cosa voglio dire? Che la società americana deve correre ai ripari. Io parlo, sia chiaro, di crisi di valori, di incapacità della classe dirigente americana di dare una risposta ai bisogni e alle speranze dei giovani. Ma ricordiamoci che la violenza e connaturata alla nostra vita, non è di sinistra né di destra.

Perry King in Classe 1984 (1982)Ma, in definitiva, cosa ha voluto dire Mark L. Lester con Classe 1984? Sembra evidente che, dietro la patina exploitation ci sia la storia di un conflitto fra generazioni molto ravvicinate, perché fra l’età del professore e quella degli studenti non corrono più tanti anni:

È soprattutto il conflitto fra due autorità che vogliono imporsi. Quella dei giovani studenti che ritengono di rappresentare l’avvenire e quella del professore che per gli studenti rappresenta il passato. È un dramma umano, che quando non è aperto conflitto, cova sotto le ceneri dopo l’esplosione del Sessantotto in ogni società civile. Insomma l’attuale ritorno a una certa normalità, dopo quella fiammata, non è che un momento di stasi per un prossimo incendio ancora più catastrofico. Il mio è un avvertimento che anticipa provocatoriamente ciò che potrebbe accadere. Ognuno poi è libero di contestare quanto rappresentato. Ma spero in una contestazione, in un dibattito che non sia sterile e senza conseguenze, un dibattito che faccia riflettere, apra gli occhi e faccia predisporre a chi di dovere quelle misure adatte ad impedire che quanto io racconto avvenga nella realtà.

Costato circa 5 milioni di dollari, Classe 1984 si rivelò un discreto successo di pubblico. Tuttavia, il suo monito si rivelò del tutto inascoltata, tanto che, per provare a ribadire il concetto in un’America dove la diffusione delle armi e delle droghe nelle scuole era diventata una vera e propria piega sociale (e ancora oggi la situazione è seria …), nel 1990 Mark L. Lester girò un sequel, intitolato Classe 1999, con Malcolm McDowell e Pam Grier e dal tono più fantascientifico, che forse ne attutì la rinnovata carica eversiva. Ma questa è un’altra storia.

Di seguito il trailer internazionale di Classe 1984, ad oggi inedito in DVD  e Blu-ray in Italia: