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Voto: 7/10 Titolo originale: Kick-Ass , uscita: 22-03-2010. Budget: $28,000,000. Regista: Matthew Vaughn.

Riflessione: Kick-Ass di Matthew Vaughn, quando il cinecomic si veste di quotidianità

02/06/2020 recensione film di William Maga

Il fortunato fumetto per adulti di Mark Millar e John Romita Jr. viene portato sul grande schermo in un live-action irriverente e fresco, in cui Aaron Taylor-Johnson, Nicolas Cage e Chloe Grace Moretz danno vita a supereroi molto normali

kick-ass film 2010

Nel 2010, entravamo nel mondo dei supereroi post-moderni, in cui il concetto di qualcuno con poteri speciali che combatte contro le forze del male sembra bizzarro, quasi tedioso. Batman era Il Cavaliere Oscuro. Superman veniva messo ‘in pausa’ perché l’aspetto (cinematograficamente) più interessante del personaggio era diventato il tema musicale di John Williams. E Spider-Man era in procinto di essere ‘azzerato’ nuovamente perché nessuno era ancora riuscito a capire come approcciarlo adeguatamente (almeno stando ai vertici della Sony). Eppure, nonostante le prove e le tribolazioni di alcuni dei più noti eroi dei fumetti, il genere era follemente popolare e quella popolarità dava vita a progetti ‘alternativi’ e destabilizzanti come Kick-Ass, che ne deridono e ne abbracciano le convenzioni con uguale zelo. In parte film d’azione ai limiti del V.M. 18, in parte parodia e in parte commedia dark.

Quando realizzate con scarso impegno e/o budget, opere del genere possono rivelarsi molto dolorose. Quando fatte bene, come in questo caso, sono un vero spasso. Offrono un’esperienza in stile “botte piena e moglie ubriaca”: puoi goderti le gesta di un supereroe e contemporaneamente divertirti per la sua non convenzionalità che prende in giro alcuni dei cliché più sciocchi del genere. Ci sono così tanti strati autoreferenziali nel materiale maneggiato dallo sceneggiatore e regista Matthew Vaughn (Stardust) che è quasi impossibile contemplarli tutti.

Chloë Grace Moretz in Kick-Ass (2010)Kick-Ass non si muove né all’interno dell’universo Marvel né in quello D.C., ma in un mondo molto simile al nostro, dove i supereroi si trovano solo tra le pagine degli albi disegnati. Il protagonista del film, Dave Lizewski (Aaron Taylor-Johnson), è un “ragazzo normale”, come lui stesso si definisce – non un geek, un giocatore, un fumato o Mr. Popolarità. È un po’ goffo e un po’ imbarazzante, certo, ma manca del DNA da nerd duro e puro che affligge molti degli usuali protagonisti maschi adolescenti che ci propina Hollywood. Il suo unico superpotere è “l’abilità di essere invisibile alle ragazze”.

Si muove affiancato da due amici amanti dei fumetti: Marty (Clark Duke) e Todd (Evan Peters). Come molti ragazzi delle scuole superiori, ha una cotta per una ragazza irraggiungibile – la bella e popolare Katie Deauxma (Lyndsy Fonseca), ma Dave è abbastanza realistico da riconoscere che è fuori dalla sua portata e quando sorride nella sua direzione, è probabilmente perché uno delle sue amiche è in piedi dietro di lui.

Un giorno, a Dave viene in mente quanto sarebbe facile diventare un supereroe, come Batman, che non ha abilità speciali innate. Tale pensiero lo divora, fino a quando non si tuffa e decide di comprarsi un costume. Quindi, dopo settimane di “allenamento”, è pronto per entrare in azione nei panni del suo alter ego dall’aspetto piuttosto ‘sfigato’: Kick-Ass. La sua prima incursione nella lotta al crimine non finisce troppo bene: viene pugnalato e successivamente investito da un’auto in corsa.

La riabilitazione è un processo lungo e faticoso e l’incidente lo lascia con seri danni ai nervi. Ma ciò non impedisce a Kick-Ass di fare una nuova comparsata e, in questa occasione, alcuni bambini sono lì con i cellulari e relative fotocamere. Il video di lui che viene picchiato, ma che riesce a mettere in fuga i cattivi, fa presto il giro di Internet e diventa virale. Improvvisamente, Kick-Ass è un fenomeno nazionale negli Stati Uniti.

E, soprattutto, diventa una fonte d’ispirazione. Un team composto da un padre amante delle armi e sua figlia, Damon e Mindy Macready (Nicolas Cage e Chloë Grace Moretz), acquista i propri costumi e si trasforma nel duo Big Daddy & Hit-Girl. Lei è una piccola e agile ninja dai capelli viola, l’uomo un clone dell’Uomo Pipistrello (completo della voce di Adam West). A differenza di Kick-Ass, sono armati non di ‘semplici’ mazze, ma di pistole automatiche e spade, e non hanno paura di usarle per uccidere. E, mentre lui è solo un ragazzino che gioca a fare il vigilante mascherato, loro prendono il nuovo compito molto sul serio. Affrontano il pericolo con risolutezza e il loro obiettivo è quello di eliminare i cattivi con ogni mezzo possibile.

Se ricordate, gli spot pubblicitari di Kick-Ass lo facevano quasi sembrare un film adatto alle famiglie, cosa che sicuramente non è. Non solo è violento, ma si crogiola nel caos sanguinoso. Non ci sono tabù. Hit-Girl, che ha circa 11 anni, viene mostrata mentre ammazza senza troppi pensieri i cattivi e, in seguito, diventa vittima lei stessa di un brutale pestaggio. Decisamente oltre per gli standard hollywoodiani di non mettere mai in pericolo le minorenni o di non mostrarle mentre fanno qualcosa di sconveniente. Naturalmente, nel caso di Hit-Girl, questa è un’opportunità per rinforzare il legame padre / figlia. In un’occasione, quando induce Big Daddy a pensare di desiderare un cucciolo per il suo compleanno, lui rimane sconcertato e abbattuto. Lei però lo rincuora subito, rivelandogli che quello che vuole davvero è un bel coltello; allora lui si mostra adeguatamente sollevato.

Chloë Grace Moretz in Kick-Ass (2010)Come supereroe, Kick-Ass è un completo fallimento, ed è ciò che dà al film – che è costato 30 milioni di dollari, incassandone quasi 100) – la sua freschezza. La sua popolarità non è il risultato di quello che fa, ma di un’immagine che si replica milioni di volte su computer e televisori. È la ‘tigre di carta’ per eccellenza. Dave gode per l’improvvisa notorietà acquisita, ma risente anche di fitte di gelosia con tutta l’attenzione che il suo prode alter-ego riceve.

Poiché non può assumersene apertamente i meriti, si crogiola nell’anonimato, che non è necessariamente il luogo dove vorrebbe essere. E, sebbene le sue motivazioni per diventare un supereroe siano autentiche, non fa male che gli dia la possibilità di avvicinarsi di più all’adorata Katie, anche se lei abbassa la guardia perché pensa che lui in realtà sia gay.

Kick-Ass a volte è molto divertente, ma non nel modo ‘simpatico’ che veniva presentato nei trailer e negli spot televisivi, che erano solamente serviti a ‘ripulire’ l’immagine del lungometraggio di Matthew Vaughn facendolo passare per un mero PG o PG-13, quando si tratta di un facilissimo R-Rated. Il genere dei supereroi ha dato alla luce un discreto numero di aspiranti titoli volti alla satira; ad eccezione dell’animato Gli Incredibili, nessuno è però salito tanto in alto in questa classifica come Kick-Ass, che aggira la maggior parte delle insidie ​​in cui sono incappati gli altri (pensiamo a La mia super ex-ragazza, Mystery Men o Hancock, nessuno dei quali era orribile, ma che avrebbero potuto essere migliori; Watchmen di Zack Snyder resta invece un discorso a se stante).

Il nome più noto in un cast di caratteristi e relativi sconosciuti era all’epoca Nicolas Cage, che per lo più rimane lontano dai riflettori in un ruolo di supporto. Era una scelta interessante per il sempre bistrattato attore, che era stato vicino ad indossare il mantello di Superman (post-Christopher Reeve) prima che quel progetto venisse stravolto. Qui interpreta un individuo alla Batman (forse la più grossa differenza con la fortunata saga a fumetti di Mark Millar e John Romita Jr.), ma la sua propensione compiaciuta allo spargimento di sangue fa sembrare paladino di Gotham City simile a una educanda. Nicolas Cage si diverte chiaramente, arrivando persino – come anticipato – a imitare la voce del leggendario Adam West della serie TV anni ’60 (ovvio, va sentito in lingua originale).

Aaron Taylor-Johnson e Christopher Mintz-Plasse in Kick-Ass (2010)Gli altri ‘eroi’ sono il britannico Aaron Taylor-Johnson, che otteneva in Kick-Ass la sua prima grande occasione; Christopher Mintz-Plasse, che sarà per sempre il McLovin’, nei panni dell’ambiguo e subdolo Red Mist; e Chloë Grace Moretz, al tempo in rampa di lancio verso una fulgida carriera. Il lavoro del primo è certo impegnativo – deve convincere il pubblico che un tipo normale può in qualche modo ‘inciampare’ nel ruolo del supereroe senza un completo alla Ralph supermaxieroe – e riesce nel compito.

Il secondo interpreta Red Mist donandogli un tocco da stramboide, una sfumatura che si adatta bene alla sua personalità post-uxbad – Tre menti sopra il pelo accuratamente coltivata fin lì. E la terza è eccezionale come la versione psicopatica della classica ‘cocca di papà’ perfettina e pura. L’unico altro interprete importante del film è Mark Strong, che interpreta il suo secondo cattivo consecutivo (dopo Sherlock Holmes di Guy Ritchie l’anno prima).

L’intelligenza e l’irriverenza di Kick-Ass – che pesca pure a piene mani dai videogame come Grand Theft Auto – non devono tuttavia suonare come una novità, in quanto, per chi lo avesse visto, erano qualità già presenti nel debutto del regista Matthew Vaughn, The Pusher (2004). E, sebbene questo film non sia infarcito di gag sapide, quasi ogni momento di umorismo nero funziona, il che è una rarità anche per le commedie più efficaci.

Ancora più importante, gli sceneggiatori (Matthew Vaughn e Jane Goldman) e gli attori in scena si impegnano a fondo per dare corpo a personaggi vivi, umani e credibili per i quali – pur con la sovrastruttura ai limiti dell’assurdo in cui si muovono e i metodi non esattamente ortodossi usati (che potrebbero non piacere a molti) – gli spettatori si preoccupano e fanno il tifo fino alla fine.

Il ‘fattore del perdente in partenza’ è chiaramente sul piatto e fondamentale: seguiamo con apprensione le vicende di Kick-Ass perché, in fondo, lui è noi e ci immedesimiamo in qualche misura nella sua ostinata voglia di giustizia contro ogni probabilità. Quando l’MCU e il DCEU erano ancora gli albori, Kick-Ass si elevava a miglior cinecomic del periodo dopo Il cavaliere oscuro di Chris Nolan (e molto meno serioso nel tono o nell’approccio), guadagnandosi ampiamente il diritto di intitolarsi in modo così cazzuto.

Di seguito il trailer internazionale di Kick-Ass: