Voto: 4/10 Titolo originale: The Little Mermaid , uscita: 18-05-2023. Budget: $297,000,000. Regista: Rob Marshall.
Riflessione: La Sirenetta in live-action e come Disney ha ucciso meraviglia e fantasia
11/03/2025 recensione film La sirenetta di Gioia Majuna
Un'opera che manca di stupore, il cui realismo forzato e una CGI poco ispirata la rendono un prodotto visivamente spento e poco coinvolgente

Al cuore del classico animato della Disney, La Sirenetta del 1989, c’era una domanda esistenziale: come può essere cattivo un mondo che crea cose così meravigliose?
Al centro del remake live-action del 2023, invece, sembra esserci una risposta completamente diversa: prendendo le cose amate e rendendole leggermente peggiori.
Non tutto in La Sirenetta (2023) è però un disastro. La storia di una giovane sirena innamorata di un principe, della sua voglia di esplorare il mondo umano, della strega del mare che la aiuta (a caro prezzo) e della lezione di non rinunciare alla propria voce per amore è intramontabile.
Halle Bailey, nei panni di Ariel, offre una performance vocale straordinaria, e il granchio Sebastian riesce a regalare momenti di gioia e umorismo. Tuttavia, tolti questi elementi, il remake si inabissa sotto il peso delle sue scelte visive e narrative.
Il film introduce alcuni elementi nuovi, tra cui tre canzoni inedite poco memorabili e una banale backstory per il Principe Eric (Jonah Hauer-King), che lo dipinge come un avventuriero navale.
Ursula (Melissa McCarthy) guadagna invece qualche dettaglio in più grazie alla sceneggiatura di David Magee, che la presenta come sorella di Tritone (Javier Bardem), ma la loro faida resta superficiale e non viene approfondita.
Il vero problema del film, tuttavia, è l’aspetto visivo, che oscilla tra il confuso e il poco attraente. In alcuni momenti, il film appare esteticamente sgradevole. L’originale La Sirenetta è ampiamente riconosciuto come l’inizio del Rinascimento Disney, il periodo tra la fine degli anni ’80 e il 1999 in cui lo studio ha prodotto capolavori come La Bella e la Bestia, Aladdin, Il Re Leone, Pocahontas e Hercules.
Ciò che rese il classico del 1989 rivoluzionario fu la combinazione tra l’animazione disegnata a mano e le straordinarie canzoni di Howard Ashman e Alan Menken (due premi Oscar vinti). Ogni dettaglio visivo contribuiva a caratterizzare i personaggi: gli occhi sgranati di Ariel alla vista di Eric, il ghigno malefico di Ursula, il battito nervoso del naso di Flounder e il modo in cui le zampe di Sebastian si muovevano nell’acqua.
Ogni tratto animato raccontava una storia. Nel remake, invece, tutto questo si perde. Il regista Rob Marshall sembra confuso o addirittura ostile nei confronti del mondo vibrante, emotivo e fantastico dell’originale. Seguendo l’approccio realistico adottato nei remake di Il Re Leone e La Bella e la Bestia, il film punta infatti a una ricostruzione fedele dell’oceano, ma il risultato cade nell’bizzarro.
Gli animali subacquei, dai delfini alle stelle marine, dai granchi ai gabbiani, sembrano troppo realistici, eppure qualcosa nei loro movimenti e nelle loro espressioni genera un senso di disagio. Il numero musicale di Under the Sea / In fondo al mar, che nell’originale era una festa di colori e creatività, nel remake appare piatto e soffocato da una fotografia cupa.
La scelta di realismo impone un oceano più buio, e le creature marine, come le tartarughe, sembrano spente e poco coinvolgenti. Anche il montaggio è confuso, con Ariel e Sebastian che si perdono tra gli elementi della scena, rendendo difficile focalizzarsi su di loro.
Lo stesso problema affligge Poor Unfortunate Souls, il brano di Ursula. L’originale sfruttava sguardi, labbra e movimenti sinuosi per accentuare la sua natura manipolatoria e sinistra. Nel remake, la McCarthy ha una buona performance vocale, ma il suo corpo in CGI da kraken appare inconsistente e privo di minaccia. Poi, le dimensioni della sua tana cambiano senza motivo apparente, rendendo difficile comprendere la sua presenza scenica.
Uno degli aspetti più fastidiosi del remake è quanto male appaiono i personaggi quando sono bagnati. Quando Ariel e Tritone emergono dall’acqua, i loro capelli sembrano flosci e appiccicati al viso, e la barba inzuppata di Tritone pende tristemente sulla sua armatura opaca.
In un film che dovrebbe celebrare la bellezza e la magia di mondi sconosciuti, tutto appare scialbo e spento. Se c’era mai un film che avrebbe dovuto osare coi colori, la luce e il senso di meraviglia, era proprio questo.
Eppure, La Sirenetta (2023) sembra evitare deliberatamente ogni tentativo di stupire visivamente. Con una protagonista di talento come Halle Bailey e le iconiche musiche di Ashman e Menken, il film avrebbe potuto essere un omaggio degno del classico Disney.
Invece, resta un esercizio di stile confuso, bloccato tra il desiderio di realismo e la necessità di intrattenere. Il risultato è un mondo grigio, spento e poco invitante, che fa sorgere una domanda: perché non osare la stessa bellezza e fantasia dell’originale?
Se c’è una lezione che questo remake ci lascia, è che la magia di The Little Mermaid non stava solo nelle sue canzoni e nella sua storia, ma nel suo stile visivo vibrante e incantato. E questo, purtroppo, è stato completamente perso.
Di seguito – sulle note della celebre Come Vorrei – trovate il full trailer italiano di La Sirenetta:
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