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Voto: 8/10 Titolo originale: Nightcrawler , uscita: 23-10-2014. Budget: $8,500,000. Regista: Dan Gilroy.

Riflessione | Lo sciacallo – Nightcrawler di Dan Gilroy: un viaggio nel cuore nero di LA

23/04/2020 recensione film di William Maga

Nel 2014, Jake Gyllenhaal e Rene Russo erano i protagonisti di un thriller notturno che riflette cinicamente sul mondo del giornalismo e sul voyeurismo degli spettatori

Lo sciacallo - Nightcrawler di Dan Gilroy film 2014

Lo sciacallo – Nightcrawler, interpretato da Jake Gyllenhaal (Donnie Darko), bilancia con facilità i generi del thriller poliziesco, della dark comedy e lo studio del personaggio. Il film si concentra su Louis Bloom, un misterioso ragazzo che non ha il sonno tra le priorità che si addentra nelle strade notturne di Los Angeles nel tentativo di catturare le notizie più scioccanti di cronaca nera. Armato della sua videocamera e del suo aiutante, Rick (Riz Ahmed), Louis trasforma gli incidenti stradali e gli omicidi in cui si imbatte in emozionanti clip da raccontare in TV nei telegiornali del mattino. Mentre Louis trova il successo vendendo i suoi filmati a una stazione di notizie locale guidata da Nina Romina (Rene Russo), comincia anche a spingersi troppo oltre i limiti, col suo crescente disprezzo per la sicurezza degli altri che finisce per innescare una serie di eventi intensa e scioccante.

Lo sciacallo - The Nightcrawler locandinaScritto e diretto da Dan Gilroy, Lo sciacallo – Nightcrawler è un debutto impressionante per più di una ragione. A volte, sembra quasi un’ode ai primi lavori di Martin Scorsese come Taxi Driver e Mean Streets, ma con l’allure e lo stile visivo del Drive di Nicolas Winding Refn. Dalla scrittura e casting impeccabili, fino agli aspetti tecnici senza sbavature per quanto concerne la fotografia (curata da Robert Elswit), le inquadrature e il montaggio, ogni componente del film è profonda, precisa e offre allo spettatore molti spunti di riflessione.

TU NON CAPISCI LE PERSONE, AMICO

Il motore che alimenta Lo sciacallo – Nightcrawler è il personaggio principale, Louis Bloom. Individui ai limiti dello psicopatico, è un protagonista inaffidabile, solitario e brillante, anche se non è particolarmente simpatico. Ma proprio questo è il suo fascino; così poco viene rivelato su di lui durante le quasi 2 ore di svolgimento e quasi tutto ciò che otteniamo si verifica quando lo vediamo interagire con gli altri, i quali mostrano un diverso livello di disprezzo nei suoi confronti. Bloom è un personaggio per cui le parole non possono rendere giustizia, è a metà strada tra il Travis Bickle di DeNiro e il Joker di Heath Ledger, e ognuna delle sue azioni calcolate al millimetro spiega bene la sua incapacità di entrare in empatia e di connettersi con gli altri.

Reduce da due progetti con Denis Villenueve (Enemy e Prisoners), Jake Gyllenhaal è una scelta perfetta per il ruolo. I suoi occhi spiritati, i capelli unti e la sua voce bizzarra sono tutti utilizzati per ottenere il massimo effetto. Ha anche perso una notevole quantità di peso per le riprese, come ben evidenziato nel volto scarno e ossessionato mentre si trova sopra le vittime di un crimine, spingendo loro in faccia la videocamera. All’attore, che non ha ottenuto alcun premio importante per la performance, viene dato un personaggio incredibilmente profondo e intrigante da incarnare, riuscendo nel compito con effetti agghiaccianti.

L’altra grande forza di Lo sciacallo – Nightcrawler sono i dialoghi. Dan Gilroy (candidato giustamente all’Oscar per lo script), già autore di sceneggiature per altri film, tra cui The Bourne Legacy, gioca in Lo sciacallo – Nightcrawler con concetti rilevanti e spaventosi. La scena della cena tra Louis e Nina è indimenticabile a causa delle terrificanti implicazioni sociali e romantiche discusse, e il regista fa un lavoro impressionante nell’utilizzare tali argomenti. Inoltre, ogni ripresa è carica di significato. Una delle immagini più suggestive del film mostra Lou che si sporge verso la televisione, gli occhi spalancati e affamati, con la telecamera così vicina dietro di lui che i bordi dello schermo TV si estendono oltre la cornice, creando l’effetto che Louis abbia fatto un passo nel mondo delle notizia d’azione, e che quella sia ora la sua realtà.

Lo sciacallo - Nightcrawler di Dan Gilroy filmIL MOMENTO CRITICO

L’imprevedibilità di Lo sciacallo – Nightcrawler è sia un dono che una maledizione. Mentre il film raggiunge l’atto finale, la tensione crescente costruita fino a qual momento è così grande che la climax risultante, sebbene intensa e memorabile, sembra in qualche modo deludente. Il film è certamente grafico ma non è saturo di violenza, piuttosto si contrae a un ritmo lento e deliberato mentre cresce il sadismo di Louis. Nel corso dello svolgimento, sembra che Lo sciacallo – Nightcrawler stia risparmiando qualcosa di enorme per il suo apice. Ad esempio, due detective vengono introdotti verso gli ultimi minuti, il che apre la porta per tonnellate di eccitanti possibilità, ma non fanno realmente nulla di più che minacciare Louis. Il finale è sicuramente buono, e lascia molte idee su cui discutere, ma resta ugualmente in qualche modo carente e non soddisfacente come avrebbe potuto / dovuto essere.

Inoltre, Lo sciacallo – Nightcrawler inizia a trascinarsi già verso la fine dell’atto intermedio. Cade in un loop che appare come una sorta di routine: Lou viene a sapere di un crimine o di un incidente d’auto, Lou si precipita sulla scena nella sua auto e filma la carneficina, Lou si dirige alla stazione televisiva e inizia a mercanteggiare sul prezzo del filmato. A ripetizione. È una lamentela blanda, sia chiaro; il protagonista resta un personaggio straordinario da guardare sullo schermo e ogni secondo è un’opportunità ulteriore per raccogliere un altro po’ di informazioni su di lui, ma il film nel suo insieme avrebbe beneficiato notevolmente di un po’ più di sviluppo della trama in questo segmento centrale.

LA CITTÀ APPARE MAGNIFICA ALLA TV

Lo sciacallo – Nightcrawler rimane comunque un’opera estremamente importante per questo periodo storico (non solo nel 2014). Oltre a una certa critica nei confronti del voyeurismo macabro e del sensazionalismo, uno dei temi principali del lungometraggio riguarda come la verità venga manipolata e costruita per i propri fini da qualcuno. Tra le altre cose, Louis arriva ad alterare la scena di un crimine; sposta delle fotografie di famiglia accanto ad alcuni fori di proiettile, trascina un cadavere dove c’è la luce migliore. Sta rendendo gli eventi ancora più drammatici e tragici di quando non siano già, più facilmente consumabili dai telespettatori morbosi e affamati di storie raccapriccianti.

Lo sciacallo - Nightcrawler di Dan GilroySenza dire nulla del finale, il modo in cui queste ‘alterazioni’ ad hoc da parte di Louis aumentano di scala e di gravità nel corso del film è scioccante e profondamente inquietante. Ma lo stesso si può dire per la stazione televisiva e i giornalisti a caccia si share a cui vende il suo lavoro, che accettano senza fare grosse domande lo scoop e la distorsione della verità per confermare la linea editoriale secondo cui i crimini un tempo appannaggio della grande città ora stanno dilagando anche nelle periferie, sebbene non sia esattamente così. D’altra parte, “il sangue fa audience“, e una vita umana si può tranquillamente sacrificare sull’altare del successo personale.

Durante uno dei loro incontri, Lou dice a Nina che “Passo tutto il giorno al computer. Non ho una cosiddetta educazione formale. Ma puoi trovare di tutto se cerchi abbastanza.” In un certo senso, è la manifestazione di questa generazione; una spugna per informazioni grezze, un consumatore di una moltitudine di argomenti dall’appetito enorme, ma incapace di connettersi con gli altri a un livello umano fondamentale. Ottiene ciò che vuole dalle persone che usano un linguaggio brusco e diretto, e poi le ignora, senza alcun coinvolgimento emotivo. A un certo punto propone alla donna di impegnarsi in una relazione fisica, condendo il suo discorso ‘da venditore’ mettendo in evidenza come sarebbe reciprocamente vantaggioso professionalmente per entrambi.

È forse un messaggio da parte di Dan Gilroy su come le nostre ossessioni tecnologiche e professionali ci stiano portando verso una tale cinica realtà? Una in cui siamo così assorbiti e ipnotizzati dalle nostre carriere, dal mirare alla gloria senza farci scrupoli su chi ci sta intorno e sommersi da un flusso costante di informazioni che fuoriescono ogni minuto dai nostri smartphone, che siamo portati a perdere la nostra capacità di conversare con le persone che sono nelle nostre vite da veri amici (e ricorrere a un tono adeguatamente pacato nel farlo) e a rinnegare gli stessi valori della società umana?

Ambizioso, ossessionante, ironico e affascinante, Lo sciacallo – Nightcrawler – che è costato 8.5 milioni di dollari (e ne ha incassati oltre 50) – è uno di quei rari eventi hollywoodiani in cui quando giungono i titoli di coda lo spettatore è totalmente preso alla sprovvista, sia perché non riesce a credere a ciò che ha appena visto, sia perché non hai idea di come effettivamente sentirsi a riguardo. La performance sociopatica di Jake Gyllenhaal e l’incredibile materiale scritto da Dan Gilroy lavorano insieme per creare un’esperienza unica e potente destinata a non essere facilmente dimenticata.

Di seguito una scena di Lo sciacallo – Nightcrawler: