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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Under the Skin , uscita: 14-03-2014. Budget: $13,300,000. Regista: Jonathan Glazer.

Riflessione | Under the Skin di Jonathan Glazer: quando l’alieno ha fame di umanità

25/01/2021 recensione film di Gioia Majuna

Nel 2013 Scarlett Johansson cadeva sulla Terra alla ricerca di prede, scoprendo di aver in realtà bisogno di ben altro per sentirsi viva

Scarlett Johansson in Under the Skin (2013)

Il tema dell’invasione e dei visitatori dallo spazio profondo è un tema comune nel cinema quanto il romanticismo e l’altruismo solitario. Eppure, anche il più avido appassionato di fantascienza avrebbe difficoltà a scovare qualcosa di più alieno e ultraterreno del segnale criptico lanciato nel 2013 da Under the Skin di Jonathan Glazer, tratto dal romanzo Sotto la pelle di Michel Faber. Tremolando tra le immagini come una velata minaccia di assimilazione extraterrestre, il film guida infatti gli ignari spettatori in un mondo davvero estraneo.

Progetto a lungo covato dal regista di Sexy Beast e Birth – Io sono Sean, e ancora di più per la star Scarlett Johansson che sale a bordo di un disco volante viaggiando verso limiti stratosferici mai raggiunti prima in carriera, Under the Skin mira a mettere in pratica esattamente ciò che il titolo implica. Striscia tra le aspettative e gli stimoli del pubblico, guidando i più suscettibili in un mondo di seducente annientamento, non diversamente dai segni che semina sullo schermo. Eppure, appare stranamente come un viaggio nello spazio a cui molti potrebbero esitare a volersi avvicinare.

UndertheSkin.jpgIn parole relativamente semplici, Scarlett Johansson è Laura, un’elegante predatrice di lingua inglese che si aggira per le strade della Scozia a bordo del suo catorcio come un carnivoro in una macelleria. La carne scelta è piuttosto facile da individuare: solitari, introversi e qualsiasi maschio che cammini da solo. C’è una certa tipologia per la quale potrebbe provare un piacere speciale a intrappolarla, se si può dire che le piaccia davvero qualcosa.

Essendo in definitiva un succubo alieno proveniente da un altro mondo che è arrivato sul nostro nell’allettante forma esteriore di Scarlett Johansson, gli uomini non hanno alcuna possibilità di evitare un bacio da questa amante demoniaca. Che cosa esattamente quella creatura ami fare con le sue vittime non è chiaro, ma ce ne sono più d’uno della sua specie (anche se sembra essere l’unica femmina …) e i suoi scopi sembrano tutt’altro che pacifici.

Una premessa intrigante che suona molto, molto più ‘commerciale’ di quanto non sia in realtà, con Under the Skin che pesca abbondantemente come influenze poco velate da L’uomo che cadde sulla Terra (1976) e dal meno raffinato Specie mortale (1995). Eppure, nonostante le influenze di quest’ultimo e il battage pubblicitario battente sul full frontal di Scarlett Johansson, non si tratta di un film per gli appassionati di fantascienza con mire feticiste. La fugace rivelazione della nudità integrale della star è in primo luogo eclissata dai tanti uomini che attira verso un destino davvero indescrivibile, con l’idea di provocare e di confondere chi guarda piuttosto che scatenare eccitazione o puntare sull’arte della seduzione.

Appena al margine della categoria dei film muti, Under the Skin osserva silenziosamente – al pari di una specie aliena secondaria e voyeuristica – nel corso dei rituali notturni, e talvolta diurni di Laura. Il suo vagabondare attraverso la Scozia industriale e urbana è accompagnato da una colonna sonora pulsante di Mica Levi che assume qualità ipnotiche ad ogni strada percorsa e ad ogni nuovo agnello da massacrare. Il film alla fine si trasforma in un luna park da incubo, dove ogni superficie riflette una distorsione che è ancora più ingannevole dell’avvenente sembianza di Laura. La stanza in cui si conclude il suo ‘rituale di accoppiamento’ è poco più che uno spazio vuoto di nebulosa oscurità che rispecchia l’atmosfera silente del film.

Non di meno, la presenza di Scarlett Johansson è così stimolante che nessuno si accorge che l’unico altro oggetto in quel luogo è il loro nudo riflesso che li fissa da un pavimento di ardesia vitrea. Né tengono conto che quello stesso pavimento si trasformi letteralmente in una piscina che li inghiotte interamente.

under the skin film scarlettIn effetti, è proprio in quell’oscurità – e nel suo binario inverso – che esiste Under the Skin nel suo modo più appropriato. Essendo gli unici due colori a disposizione per l’abitazione di Laura, al di là delle strade degli altipiani, rappresentano il suo punto di vista inizialmente assolutista sulla sua strana missione di ‘trovare e riportare’.

Nonostante aperture più orrorifiche, la sequenza più memorabile del film è incentrata sulla spassionata osservazione di Laura di una coppia che annega nel Mare d’Irlanda (e lei non facilita la loro dipartita) e la sua distratta noncuranza del loro bambino lamentoso lasciato lungo la costa frastagliata. Non soddisfacendo le sue esigenze, lascia così il piccolo alla mercé di molti altri predatori che probabilmente si stanno aggirando da quelle parti.

Sfortunatamente, l’atmosfera inesorabile di Under the Skin deve lasciare a un certo punto il posto a una forma di crescita percepita della sua protagonista, se non altro per raggiungere i 100 e più minuti necessari per qualificarsi come lungometraggio. Il risultato è quella stessa autoconsapevolezza e quell’arco narrativo del personaggio visti in L’Uomo che cadde sulla Terra che comincia con Laura che incontra un essere umano così pietoso che nemmeno lei può più ignorare il nostro fascino come specie vivente.

Innamorandosi della sua pelle almeno quanto molti dei suoi spettatori maschi avevano fatto in Avengers e altri film della Marvel, la Laura di Scarlett Johansson diventa così una specie di osservatrice stoica dell’esperienza umana, decidendo infine di rinnegare i suoi compagni di viaggio e perdersi nella Scozia selvaggia. Questa evoluzione nel terzo atto del personaggio suona obbligata e fa sì che l’incantesimo di Under the Skin si spezzi mentre inciampa lungo sentieri boscosi verso una conclusione brusca e non particolarmente soddisfacente.

In ogni caso, il progetto – costato circa 14 milioni di dollari, ne ha incassati meno di 6 nel mondo – è ovviamente stato pensato per esaltare le capacità recitative della sua star. Se è vero infatti che come attrice ha trascorso gran parte della sua carriera evitando ruoli che facessero leva esplicitamente sul suo sex appeal, oltre a pagare alcune scelte che ne hanno tarpato il talento, Scarlett Johansson non è mai stata più visibilmente vulnerabile sullo schermo di quanto successo sotto la direzione di Jonathan Glazer. Il risultato chiaramente non è di mera exploitation, ma non è nemmeno il trionfo che entrambi avevano probabilmente sperato.

under the skin film scarlett 2013A dire il vero, Scarlett Johansson offre una performance sorprendente, che dimostra ai suoi molti detrattori di sbagliarsi in merito alla sua capacità di ipnotizzare nonostante la scarsità di dialoghi (o, in definitiva, di trama). Ironia della sorte, la sua interpretazione ‘disincarnata’ in Lei di Spike Jonze (la recensione) dell’anno precedente si era rivelata la sua vittoria più sostanziale: una svolta metafisica capace di turbare e commuovere milioni di spettatori senza nemmeno la presenza di un paio di occhi a riflettere l’anima gemella trovata nell’incorporea Samantha.

In qualche modo l’altra faccia della medaglia di quel film, Under the Skin è il completo rovesciamento di Lei nel modo in cui non si basa per niente sulla sua voce e cerca invece di usare le sue fattezze umane per demistificare quel corpo sotto le spoglie di qualcosa di completamente biologico ma privo della scintilla divina che Laura cerca così disperatamente nelle scene finali. Le sfugge tanto quanto il film, ma è ancora troppo allettante per distogliere lo sguardo. In questo senso, Scarlett Johansson rende impossibile resistere al raggio traente dell’opera di Jonathan Glazer.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Under the Skin: