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Dossier | Le storie dietro ai 10 dipinti più maledetti al mondo

04/03/2019 news di Sabrina Crivelli

Tra verità e credenze popolari, esploriamo le vicende di una manciata di opere ritenute comunemente malauguranti esposte (o nascoste) in giro per il mondo

quadri maledetti

I quadri ‘maledetti’ nel cinema horror non sono certo una cosa inusuale. Ne abbiamo avuto una riprova con Vigo di Carpazia in Ghostbusters II, in IT di Andrés Muschietti del 2017 (ricordate il dipinto alla Amedeo Modigliani che improvvisamente si animava?) e nel recente Velvet Buzzsaw di Dan Gilroy (la nostra recensione), satira sociale intrisa di terrore prodotta da Netflix e incentrata sul cinico mondo dell’arte contemporanea, con Jake Gyllenhaal nei panni di un pretenzioso critico che viene suo malgrado in contatto con le ‘mortifere’ creazioni di un anziano pittore sconosciuto e visionario.

Eppure, esistono apparentemente davvero quadri e sculture con sinistri pregressi anche nella realtà, e così abbiamo deciso di esplorare, folklore, fosche leggende, voci e fatti veri celati dietro ad alcune opere pittoriche dal passato spaventoso.

Scoprite dunque con noi la storia dietro ai 10 dipinti più inquietanti al mondo.

1) The Hands Resist Him di Bill Stoneham

Conosciuto anche come ‘il quadro maledetto di eBay’, fu realizzato a Oakland, California, nel 1972 e ritrae un bambino in piedi e una bambola davanti a una porta a vetri, in cui s’intravvedono delle mani emergere da un fondale scuro. A detta del suo artefice, il piccolo rievocherebbe le sue stesse sembianze in una foto in cui aveva cinque anni. La superficie vetrata rappresenta invece il confine tra realtà fisica e mondo dei sogni o dell’altrove, in cui la bambola accompagna il piccolo. Le mani, in ultimo, erano le infinite possibilità di questo mondo onirico o ultraterreno. The Hands Resist Him fu inizialmente esposto in una galleria a Los Angeles nei primi anni ’70 e recensito da un critico del Los Angeles Times e fu poi acquistato da John Marley, attore comparso in Il padrino, in cui interpretava Jack Woltz. Dopo la morte di quest’ultimo, passò a una coppia di californiani nel 1984, che nel 2000 la mise in vendita su eBay, sostenendo che fosse un quadro stregato!

Secondo la descrizione messa sulla piattaforma digitale, durante la notte i personaggi del dipinto si animerebbero e, usciti dalla tela, si aggirerebbero per la stanza. Non solo. La bambola, stando ai racconti, pare avesse una volta minacciato addirittura il bambino con una pistola (l’oggetto che tiene in mano nel dipinto e che in verità sono le sue batterie), perché lui la seguisse nella nostra dimensione. Inoltre, all’inserzione erano allegate foto a riprova di quanto affermato e un esonero da parte dei proprietari di ogni responsabilità per gli eventuali sinistri capitati al nuovo acquirente. Che fosse vero o meno, The Hands Resist Him acquisì in brevissimo una notevole fama e divenne un fenomeno virale, mentre la pagina di eBay fu visitata da oltre 30.000 utenti (diversi dei quali sostennero di essersi sentiti male alla sola visione dell’immagine …). La fosca backstory fu un toccasana anche per le sue quotazioni ovviamente: il quadro maledetto, partendo da una base d’asta di 199 dollari arrivò a ben 1.025 dollari, offerti dalla Perception Gallery di Grand Rapids, Michigan, che contattò Bill Stoneham per raccontargli della vicenda. Il pittore ne fu molto stupito, anche se già in precedenza attorno al suo dipinto si erano già verificati fatti piuttosto allarmanti: rivelò infatti che a solo un anno da quando ne vennero in contatto, morirono sia il critico del New York Times che il gallerista che lo espose per primo.

2) I ritratti di bambini piangenti di Giovanni Bragolin

 I bambini piangenti di Giovanni Bragolin - quadri maledettiBruno Amadio, noto con lo pseudonimo di Giovanni Bragolin, fu pittore e insegnante all’Accademia di Belle Arti a Venezia, sin dal periodo fascista. Era specializzato in diversi soggetti, tra cui nature morte, ritratti femminili e scene sacre, ma il suo ciclo più celebre è quello costituito da 27 tele che rappresentano bambini imbronciati o piangenti. L’autore non era particolarmente entusiasta di tale serie, motivo per cui li aveva firmati con il suddetto falso nome, quello d’uno zio cabarettista. Eppure, le sue opere trovarono un felice sbocco commerciale attraverso una società inglese, che ne comprò i diritti per riprodurli negli Stati Uniti. Non solo, i ritratti acquisirono ulteriore notorietà presso al grande pubblico grazie a una leggenda metropolitana, che voleva che i quadri fossero invero causa di terribili sventure, in particolare che le case in cui erano appesi prendessero facilmente fuoco! L’origine di tale maledizione è invece discussa; secondo alcuni, Giovanni Bragolin avrebbe fatto un patto col Diavolo perché le sue creazioni ottenessero successo, ma di contro queste erano state maledette. Secondo altri, il pittore sarebbe stato invero il belga Franchot Seville, il quale viveva a Madrid e ritraeva orfani, tra cui un bambino soprannominato “El Diablo”, la cui sofferenza e/o cattiveria attraverso le loro effigi si sarebbe poi sfogata sugli acquirenti delle stesse. In ultimo, altri ritennero che l’artista avrebbe maltrattato i giovani modelli, tutti senza genitori, poi periti in un incendio e ritornati per vendicarsi. Tra le singolari dicerie legate ai dipinti, vi era chi affermava che fossero ignifughi, che dondolassero qualora appesi a un solo chiodo, oppure che addirittura potessero portare fortuna, se gestiti opportunamente.

A dare il via alle voci riguardo al ciclo dei bambini piangenti fu un fatto assai strano: il 3 settembre 1985 a Rotherham, in Inghilterra, una casa venne del tutto distrutta da un incendio e l’unica cosa a essere ritrovata intatta fu proprio una replica di un quadro maledetto di Giovanni Bragolin. La stampa locale affermò, poco dopo, che più volte erano stati ritrovati lavori del pittore in simili sciagure e il 4 settembre sul Sun fu pubblicato l’articolo intitolato “Blazing Curse of the Crying Boy!“, in cui si sosteneva che le tele spiritate causassero la combustione degli ambienti in cui erano esposti. La questione era particolarmente problematica, dato che le loro riproduzioni erano state stampate tra gli anni ’50 e ’70 in migliaia di copie e in molti li avevano appesi tra le mura domestiche. Si scatenò quindi il panico generale e a poco valsero le dichiarazioni ufficiali dei vigili del fuoco, che sostenevano che essi prendessero fuoco con maggiore difficoltà perché stampati su pannelli di legno trattato. L’isteria collettiva fu ulteriormente montata dal Sun, che, utilizzandola come trovata pubblicitaria, spronò i propri lettori a inviare in redazione i quadri maledetti, per poi organizzare un rogo con gli oltre 2.500 pervenuti. Dopo il pirotecnico evento, non si verificarono più incidenti simili e la psicosi fu superata.

3) La madre morta / The dead mother di Edvard Munch

La madre morta di Edvard Munch - quadri maledettiTela altamente drammatica, fu dipinta tra il 1899 e il 1900, riprendendo in molto la composizione di La madre morta e la bambina del 1897-1899, in cui vengono raffigurate la disperazione e la solitudine della piccola Sophie davanti alla morte della genitrice. Il soggetto è legato a un evento traumatico dell’infanzia del pittore, quando a 5 anni perse la madre. Gli rimase impressa l’immagine della sorellina di 6 anni, che si tappava le orecchie con gli occhi sbarrati e voltando le spalle alla donna perché comprensibilmente non riusciva ad affrontare l’inaccettabile verità.

Il malessere provato da Edvard Munch, sapientemente catturato nell’opera, è immediatamente trasmesso allo spettatore, il quale viene colto dopo poco che lo osserva da una profonda angoscia. Che sia la scena rappresentata, la semplice suggestione, o qualcosa di più sinistro, molti tra quelli che si sono soffermati a rimirare La madre morta per più di qualche istante, hanno poi dichiarato di aver provato una forte sensazione di disagio. Non vi sembra abbastanza? Ebbene, alcuni individui hanno addirittura asserito di vedere gli occhi della bambina muoversi e seguire i loro passi, altri di udire le lenzuola del letto della madre frusciare.

4) Il ritratto di Bernardo De Galvez 

Il ritratto di Bernardo De Galvez  - quadri maledettiNobile, comandante dell’esercito iberico approdato nelle colonie nel Nuovo Mondo, governatore della Louisiana e di Cuba e viceré nella Nuova Spagna, Gálvez fu uno dei promotori della lotta d’indipendenza delle Tredici Colonie contro il Regno Unito nella guerra anglo-spagnola (1779-1783). Agli inizi del 1900, a Galveston fu aperto un suggestivo hotel in suo onore e per celebrarne adeguatamente la memoria, oltre che per comprensibili motivi di arredo, fu realizzato un suo ritratto di grandi dimensioni, così che ogni ospite della struttura potesse immediatamente ammirare a chi fosse stata dedicata.

La raffigurazione di Bernardo De Galvez, di cui si ignora l’autore, fu esposta in un corridoio al pianoterra. Tuttavia, più che ammirazione, il dipinto suscitò sin da principio paura e lamentele nei clienti. Infatti, numerosi tra coloro che pernottavano nell’albergo si lamentarono che l’effigie li seguisse con gli occhi mentre gli passavano davanti, trovando il fatto assai spaventoso. Inoltre, secondo le testimonianze di coloro che stazionavano vicino al quadro maledetto per un lungo lasso di tempo, questi sentivano freddo e un inspiegabile malessere. In ultimo, quelli che, senza permesso, hanno provato a immortalarlo hanno ottenuto solamente fotografie sfocate; solo chi ha chiesto con gentilezza l’autorizzazione a Bernardo De Galvez (o almeno al suo doppio dipinto) ha potuto ottenere un’immagine perfettamente a fuoco.

5) L’uomo propone, Dio dispone / Man Proposes, God Disposes di Sir Edwin Henry Landseer

L'uomo propone Dio dispone Olio su tela dal nome evocativo e dal soggetto piuttosto eloquente, rappresenta l’epilogo della celebre e fallimentare spedizione alla scoperta di una nuova via attraverso l’Artico tentata dal Capitano Sir John Franklin (quella al centro della recente serie TV The Terror). Nella resa pessimistica di Sir Edwin Henry Landseer poco rimane delle speranze della coraggiosa impresa, solo alcuni resti insanguinati divorati da una coppia di orsi polari.

Il dipinto, realizzato nel 1864 (a circa un ventennio dalla scomparsa dei membri della sventurata spedizione del 1845), fu esposto quell’anno alla mostra estiva presso la Royal Academy e ricevette diverse recensioni positive, tra cui quella dell’Art Journal, che lo descrisse come “poetico, pieno di pathos e di terrore” e caratterizzato da una “tragica grandeur“. Nel 1881 fu poi venduto all’asta a Thomas Holloway ed è attualmente esposto nella galleria pittorica a lui intitolata, la Royal Holloway, nella University of London. Tuttavia, per una superstizione di lunga data (le prime tracce risalgono agli anni ’70), durante le visite degli studenti nei suoi corridoi, L’uomo propone Dio dispone deve obbligatoriamente essere coperto con la bandiera britannica. La credenza popolare vuole che esso renda folle chiunque vi si sieda vicino.

6) L’uomo angosciato / Anguished Man 

L'uomo angosciato - quadri maledettiIl suo proprietario, Sean Robinson, raccontò di averlo ereditato dalla nonna, la quale lo aveva tenuto chiuso a chiave in soffitta (o cantina in base alla diversa versione della storia …) per oltre 25 anni. Era stato a sua volta donato alla donna da un amico, ma l’identità di quest’ultimo, come quella dello stesso autore, sono sconosciute. Pare tuttavia che l’artista si fosse suicidato poco dopo aver ultimato l’opera e che avesse utilizzato pittura mescolata al suo stesso sangue per realizzarlo. Comunque sia, Sean Robinson asseriva che la nonna l’abbia tenuto serrato il più lontano possibile perché ne era terrorizzata; non solo, la donna insisteva che si trattasse di un dipinto demoniaco, che da esso provenissero agghiaccianti rumori e che una figura nera avesse iniziato ad aggirarsi per le stanze della sua proprietà non appena l’aveva ricevuto in dono. Resta però un mistero il motivo per cui la donna non se ne fosse liberata ….

Il nipote, che era scettico riguardo al potere maligno dell’oggetto, decise così di appenderlo alla pareti della stanza per gli ospiti del terzo piano della medesima casa, che dalla nonna aveva ereditato al suo trapasso. Incuriosito poi dagli strani fenomeni occorsi, tra cui l’effettiva comparsa di un’oscura presenza e il diffondersi di pianti e lamenti, decise di riprendere tutto quello che avveniva all’interno della stanza tra la 1.00 e le 5.00 del mattino con una telecamera. Il secondo giorno, a quanto lui stesso rivelò, il quadro sarebbe caduto da solo, benché saldamente attaccato al muro, intorno alle 3.25. Inoltre, si materializzò dal nulla una nuvola di fumo, seguita da un netto abbassamento della temperatura. Negli anni, eventi altrettanto inspiegabili si susseguirono alla presenza di L’uomo angosciato: ad esempio, recatosi in visita dai genitori e portando il dipinto con sé, Sean Robinson ha raccontato che la terza sera, nello stesso momento, suo padre e suo figlio caddero dalle scale in circostanze non chiare, ma si trovavano in abitazioni differenti!

7) L’uomo impiccato / The Stagecoach o The Hanging Man di Laura P.

L'uomo impiccato di Laura P. - quadri maledettiLa storia di questo quadro maledetto è piuttosto articolata e singolare. Tutto ebbe inizio quando l’autrice, nel 1994, s’imbatté nella fotografia scattata da James Kidd ed esposta in una galleria di Tombstone, in Arizona. Il fotografo aveva immortalato una vecchia diligenza abbandonata in mezzo a un campo nella cittadina, ma non aveva ricaricato subito la macchina fotografica poiché voleva realizzare una doppia esposizione, stavolta anche con un vecchio furgone che stava passando. Quando, però, la foto fu sviluppata, rivelò qualcosa di totalmente inaspettato: una figura umana era infatti comparsa nell’inquadratura, ma non aveva la testa! L’autore dello scatto aveva in ogni modo cercato di capire come fosse stato possibile, aveva interrogato perfino degli esperti, e del personale della Kodak, ma non ne era riuscito a venire a capo.

Laura P., incuriosita dall’immagine e dal ‘fantasma’, aveva quindi chiesto a James Kidd di riprodurre la misteriosa fotografia su tela e, ricevuto il permesso, si era accinta a dipingere. Tuttavia, a metà del lavoro era stata assalita da un’insolita sensazione: d’improvviso si era scoperta a domandarsi per quale motivo al mondo avesse sentito la necessità di eseguire la replica di quell’immagine, ma i dubbi non la fecero desistere dall’ultimare quanto stava facendo. Subito dopo che ebbe posato il pennello, una serie di eventi bizzarri iniziarono a susseguirsi, proprio dove il quadro maledetto si trovava. Inizialmente fu esposto in un ufficio, dietro a una scrivania e, dopo tre giorni, coloro che occupavano la postazione chiamarono l’autrice chiedendo di riprenderselo perché il manufatto si muoveva da solo! Ogni mattina, infatti, era storto, lo raddrizzavano, e il giorno dopo era di nuovo storto; inoltre i loro fogli venivano mischiati non si sa bene da chi, oppure sparivano nel nulla. E non è tutto: Laura e il marito si trasferirono in una nuova casa, per qualche arcano motivo portarono il dipinto con loro e lo misero su una parete che confinava con il garage, in cui si verificò una perdita dal tetto quando pioveva. Cercarono invano di farla riparare, nessuno riusciva a trovarne l’origine. Però nel momento in cui spostarono il quadro, la perdita magicamente svanì nel nulla. Poi, sale e pepe furono sparsi per la cucina ovunque da una non ben definita entità e i coniugi assistettero più volte a oggetti inanimati che si muovevano da soli, o udirono il bussare alla porta senza che però ci fosse nessuno fuori.

8) Love letters di Richard King

Love letters di Richard KingAll’apparenza tutt’altro che minaccioso, questo ritratto ha alle spalle una tremenda disgrazia. Nel 1887 al Driskill Hotel, a Austin, Texas, la figlia di quattro anni di un senatore degli Stati Uniti, Samantha Houston, cadde dalle scale mentre stava giocando con una palla, si ruppe la spina dorsale e morì sul colpo. Il proprietario dell’albergo, costernato per la disgrazia, commissionò a Charles Trevor Garland un ritratto a figura intera della piccola in sua memoria. Da allora, il quadro maledetto è custodito lì (in una cassaforte), e ad essere appesa alle pareti del quinto piano è una sua successiva replica ad opera di Richard King. E questo non è nemmeno l’unico avvenimento nefasto che circonda la storia del Driskill Hotel; il colonnello Jesse Driskill, che lo inaugurò nel 1886, era un accanito giocatore d’azzardo e ne perse la proprietà l’anno successivo. Non trascorse molto tempo, quando nel 1990 l’uomo, ormai oberato dai debiti, decise di togliersi la vita e alcuni sostengono che la sua tormentata anima vaghi ancora tra le mura dell’hotel.

D’altro canto, anche la replica della raffigurazione della piccola Samantha avrebbe oscuri risvolti. Taluni sostengono che se ci si attardi troppo ad ammirarlo, si avvertano nausea e vertigini, oppure smarrimento e alterazione della vista. Inoltre, dei medium contattati dagli attuali proprietari dell’albergo, hanno confermato la presenza della bimba, di cui si sentono le risa per le scale, mentre alcuni visitatori e membri dello staff hanno testimoniato di uno spirito dispettoso che mette a soqquadro le stanze o ferma gli ascensori.

9) Woman of the rain di Svetlana Telets

Woman of the rain di Svetlana TeletsCreato da un’artista ucraina, questo quadro maledetto è stato più volte venduto e, nonostante il prezzo piuttosto elevato, sempre riportato senza nemmeno rivolere indietro i soldi. La sua realizzazione stessa, d’altronde, è avvenuta in circostanze un po’ allarmanti: Svetlana Telets, dopo essersi laureata alla Odessa Art University, aveva avuto per diversi mesi la sensazione che qualcuno la stesse osservando. Un giorno, in preda all’ispirazione, iniziò a intravvedere sulla tela bianca i contorni di una donna e iniziò a disegnarla, così d’impulso, come se qualcuno stesse dirigendo la sua mano. La ultimò in poche ore.

Arrivata poi nella città di Vinnitsa, esibì la tela nella galleria d’arte locale. Dopo qualche tempo, una donna d’affari che viveva da sola la comprò, ma dopo pochi mesi chiese di poterla dare indietro, poiché sentiva una presenza nel suo appartamento e non riusciva a dormire. Anche con il secondo proprietario successe la stessa cosa; dopo qualche tempo riportò indietro Woman of the rain, sostenendo che l’ombra di una donna camminasse intorno a lui mentre era addormentato. Un terzo compratore si fece avanti, dichiarandosi scettico, ma dopo essersi appropriato della tela e aver osservato a fondo gli occhi della figura, disse che questi avessero cominciato ad apparirgli ovunque, contemporaneamente a terribili emicranie. Ancora una volta il quadro maledetto fu riportato indietro.

10) Le opere senza titolo di Zdzisław Beksiński

Olii su tela di stampo surrealista e distopico, gli inquietanti dipinti di Zdzisław Beksiński raffigurano scheletri dai contorni immateriali, spettri o mostri dai contorni onirici o misteriose apparizioni. L’ex architetto polacco dedicatosi poi alle arti visive era ossessionato da queste dimensioni lugubri popolate da figure demoniache o sofferenti, che traducevano in un emisfero ultraterreno, celato dietro alla realtà sensibile, le angosce che lo attanagliavano.

Alcuni ritengono addirittura che i suoi dipinti, sovente privi di titolo, fossero ispirati direttamente da visioni dell’Inferno. Non solo, si dice che lui stesso ne avesse bruciati alcuni nel cortile dietro a casa, senza permettere a nessuno di vederli prima che andassero distrutti. Secondo un’altra diceria, le sue creazioni sarebbero state maledette e farebbero impazzire chiunque le guardi a lungo, o porterebbero comunque terribili sventure. Ne è un’esempio la sua stessa esistenza, che fu travagliata da più di una tragedia. Nel 1998 morì la moglie Zofia e solo un anno dopo il figlio, Tomasz, si suicidò. Tragedie da cui Zdzisław Beksiński non fu mai capace di riprendersi. Da quel momento, l’artista cercò di stare lontano dai riflettori e di condurre un’esistenza solitaria a Varsavia. Tuttavia, le sciagure non terminarono: anche la sua vita ebbe un tragico e brutale epilogo; nel 2005 il figlio diciannovenne della sua badante, Robert Kupiec, lo pugnalò a morte ripetutamente perché aveva rifiutato di prestargli dei soldi.