Voto: 5/10 Titolo originale: The Strangers: Chapter 1 , uscita: 15-05-2024. Budget: $8,500,000. Regista: Renny Harlin.
The Strangers: Capitolo 1, la recensione del film horror di Renny Harlin che riavvia la saga
28/11/2024 recensione film The Strangers - Capitolo 1 di William Maga
Madelaine Petsch e Froy Gutierrez sono al centro di un reboot che scopiazza le parti buone del capostipite e ne inventa di nuove molto meno efficaci
Quando Bryan Bertino presentò The Strangers al mondo nel 2008, difficilmente avrebbe potuto prevedere il fenomeno che la storia e i suoi personaggi sarebbero diventati. Alla sua prima regia di un lungometraggio, Bertino si ispirò alla violenza insensata che affligge molte persone e a un evento reale vissuto durante l’infanzia, quando dei vandali bussavano a caso alle porte del suo quartiere, entrando nelle case vuote. Il messaggio terrificante di The Strangers era proprio l’assenza di un messaggio: il gruppo composto da Man in the Mask, Pin-Up Girl e Dollface uccide Kristen e James semplicemente, come Dollface rivela in modo inquietante, “perché eravate a casa“.
Grazie al design iconico dei personaggi e a un seguito di culto, The Strangers era destinato a diventare un franchise horror. Dopo un’attesa di dieci anni, arrivò il sequel The Strangers: Prey at Night, accolto sorprendentemente bene. Tuttavia, la sopravvivenza della “final girl” nel sequel e la morte dei tre killer sembravano aver chiuso ogni possibilità di continuazione.
Ecco quindi The Strangers: Capitolo 1 (The Strangers: Chapter 1), il reboot che si propone come trilogia prequel, diretto da Renny Harlin (Blu Profondo) e scritto da Alan R. Cohen e Alan Freedland. Questo nuovo capitolo prova a riallacciarsi alla continuità dei primi due film, cercando di raccontare le origini dei killer. Pianificare una trilogia è una mossa audace (come dimostrato dalla riuscita saga di Fear Street), ma i risultati finora sono deludenti.
Per il pubblico occasionale, questo potrebbe essere un decente slasher, con tensione ben dosata e qualche spavento efficace. Tuttavia, per i fan hardcore dell’horror, rappresenta una versione semplificata che fraintende ciò che ha reso l’originale un fenomeno.
La storia segue Maya (Madelaine Petsch) e Ryan (Froy Gutierrez), una giovane coppia che viaggia attraverso gli Stati Uniti prima di un importante colloquio di lavoro per Maya. I due si ritrovano nella cittadina di Venus, Oregon, un luogo così desolato da sembrare il classico “avvertimento vivente” dei film horror.
Suggerisce una sorta di cospirazione a livello cittadino, un elemento che forse sarà esplorato nei successivi capitoli, ma che in questo appare come un cliché preso dal manuale dell’horror.
Gli abitanti giudicano immediatamente Maya per il suo vegetarianismo e per il fatto che non sia sposata con Ryan dopo cinque anni di relazione. Quando l’auto della coppia smette magicamente di funzionare e il meccanico locale si offre di aiutarli, il livello di credibilità scende.
Anche se i film horror spesso richiedono che i personaggi prendano decisioni discutibili, le azioni di Maya e Ryan sfidano ogni logica:
- Non trovano strano che la loro auto si sia rotta senza motivo;
- Accettano senza problemi di alloggiare in un Airbnb isolato nei boschi perché l’hotel locale è “chiuso per riparazioni”;
- Permettono a una cameriera appena conosciuta di accompagnarli in macchina in un luogo isolato;
- Ignorano completamente i segnali di pericolo che si accumulano
Nonostante il film si presenti come parte dello stesso universo dei precedenti, molte scene sembrano semplici riproposizioni di elementi già visti nel film del 2008. La narrazione si apre con statistiche sui crimini, un’oscura chiamata al 911 e le inconfondibili richieste di “Tamara è a casa?” da parte dei killer. Ci sono persino riferimenti musicali con la riproduzione di Sprout and the Bean di Joanna Newsom su un giradischi, un dettaglio che richiama l’originale ma senza aggiungere nulla di nuovo.
Gli elementi cambiati, invece, non hanno la stessa efficacia. Dollface preferisce inquietanti filastrocche al posto delle minacce dirette, e il cambiamento della frase “perché eravate a casa” in “perché eravate qui” perde l’impatto simbolico. Il Man in the Mask assomiglia più al ‘Sackhead Jason Voorhees’ di L’assassino ti siede accanto, perdendo l’aura disturbante dell’originale. Anche l’assenza di scene in pieno giorno durante il climax sottrae una parte fondamentale della tensione che caratterizzava il capostipite.
Come slasher indipendente dal contesto della saga, The Strangers: Capitolo 1 funziona moderatamente. Il tono è cupo e angosciante, e i jump scare sono ben ritmati. Per molti spettatori, potrebbe quindi rivelarsi una piacevole uscita da “serata al cinema”. Madelaine Petsch offre un’ottima interpretazione nonostante la sceneggiatura non brilli per complessità. E in effetti ha raccolto quasi 50 milioni di dollari nel mondo a fronte di un budget inferiore ai 10.
Tuttavia, il problema principale è che The Strangers del 2008 non aveva bisogno dei classici cliché horror per fare presa sul pubblico. Il successo risiedeva nella sua semplicità e nel suo crudo realismo. Incorporare elementi più convenzionali, come una cospirazione cittadina, sembra allora forzato e privo di ispirazione. Il risultato è un film che appare più come una minestra riscaldata dell’originale, privo della freschezza che lo aveva reso iconico.
Nonostante il potenziale sprecato di Capitolo 1, c’è ancora speranza per i prossimi due capitoli della trilogia. Harlin è un regista esperto nel genere horror e potrebbe correggere la rotta con una narrazione più audace e meno derivativa.
Al momento, però, questo reboot sembra bussare a una porta dove nessuno è a casa.
Di seguito – sulle note di Trouble dei Cage the Elephant – trovate il trailer doppiato in italiano di The Strangers: Capitolo 1, nei nostri cinema è fissata al 28 novembre:
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