Voto: 5/10 Titolo originale: The Strays , uscita: 17-02-2023. Regista: Nathaniel Martello-White.
The Strays: la recensione del film horror – sociale – di Nathaniel Martello-White (su Netflix)
25/02/2023 recensione film The Strays di Gioia Majuna
L'attore britannico esordisce dietro alla mdp con un'opera che strizza l'occhio al cinema di Jordan Peele ma non va oltre il 'compitino', affidandosi peraltro a una bizzarra scelta di prospettiva
Un po’ horror suburbano che offre una sbirciatina salace nelle vite segrete dei ‘quasi ricchi’, un po’ thriller sociale che fa leva sulle loro paure e, infine, un po’ home invasion, The Strays è quel tipo di film che lusingherà un autore come Jordan Peele o lo costringerà a intentare una causa …
Distribuito in esclusiva da Netflix, The Strays segue da molto vicino le orme di titoli come Scappa – Get Out e di Noi, in quanto analizza il marcio radicato e razziale della società contemporanea (non solo britannica) e cerca di presentare le sue deduzioni attraverso una prospettiva decisamente scomoda.
Ashley Madekwe (Salem) interpreta Neve, una donna che – e questo ci viene rivelato nei tesi momenti iniziali del film – è sfuggita a una vita di abusi in un quartiere popolare del Regno Unito e, alcuni anni dopo, si è inserita nella ‘élite’ della middle class locale.
Neve è nera, ma può passare per bianca, un crudele scherzo della genetica che forse le ha dato la sicurezza di ‘modificare’ addirittura la sua intera identità. Presumibilmente messa di fronte a diverse opzioni – avrebbe potuto scegliere di diventare chiunque, in realtà – ha deciso di trasformarsi in un tipo di persona che la società le ha fatto credere essere ‘superiore’.
Quando la incontriamo la prima volta, Neve è una professionista di successo che partecipa a feste di classe e vive beatamente con il marito e i due figli in una zona elegante della città. “Sei praticamente una di noi”, le dice un’amica spocchiosa un pomeriggio a pranzo, ricordando immediatamente a lei – e a noi – da dove viene.
Nessuno intorno a lei, compresa la sua nuova famiglia, sa nulla del suo passato. Il razzismo è così profondamente radicato in Neve che copre i suoi riccioli naturali con una parrucca di capelli lisci che indossa sempre. Si rifiuta di togliersela anche a casa, come se la sua discendenza fosse un crimine in attesa di essere scoperto.
I suoi modi sono raffinati fino alla pantomima e il suo accento ha perso ogni traccia del passato. La nuova identità di Neve non è tanto una manifestazione delle sue aspirazioni quanto un elaborato travestimento.
Eppure, le cose cominciano ad andare fuori controllo quando due estranei iniziano a comparire in momenti casuali della vita di Neve e cominciano a smontare metodicamente le cuciture della sua finta esistenza perfettamente costruita.
Letteralmente perseguitata dal passato, la paranoia di Neve non viene affrontata seriamente, almeno fino a un momento cruciale in cui esplode e inizia a colpire il figlio con una scarpa per essere rimasto fuori fino a tardi.
Se questo fosse un film di Bollywood, ci vorrebbe almeno un’altra scena perché la sua famiglia si renda conto che qualcosa non va. Ma il trauma assume forme diverse per tutti noi; ciò che è considerato ‘normale’ in una cultura può essere aborrito in un’altra.
Il marito di Neve si ritrae così in stato di shock alla vista di lei che picchia il figlio, e in quel momento inizia a capire che qualcosa nella donna non va. Viene suggerito con forza che Neve non è mai stata in grado di ‘connettersi’ con i suoi figli, vedendo nelle loro apparenze meticce accenni al passato che lei ha faticato tanto a seppellire. I suoi figli, come la maggior parte delle persone che appartengono alle giovani generazioni più progressiste, sono interessati a esplorare le proprie radici. Il figlio dice a tavola: “Siamo neri”, e Neve reagisce come se le avessero dato uno schiaffo in faccia.
L’esordiente dietro alla mdp Nathaniel Martello-White dimostra una certa padronanza delle tematiche affrontate, facendo salire la tensione attraverso un approccio minimalista. The Strays non è però adatto ai fan del cinema horror più esplicito.
Il regista sceglie di dividere la narrazione in tre capitoli in stile Rashomon: il primo è presentato dal punto di vista di Neve, il secondo dalla prospettiva dei suoi due stalker e il terzo attraverso la lente della sua vecchia identità sepolta. Per quanto Neve si sforzi, la verità, suggerisce il film, verrà sempre a galla.
Nonostante l’abilità mostrata in The Strays, c’è tuttavia un forte problema di ‘prospettiva‘. Più di una volta ci si chiede infatti perché sia Neve la protagonista della storia e non i due sconosciuti.
In effetti, presentare loro – gli unici due personaggi dichiaratamente neri – come i violenti ‘cattivi’, soprattutto quando il film stesso vuole farci credere che sono loro ad aver subìto un torto, è un’idea rischiosa nel migliore dei casi, quando non autolesionista nel peggiore.
Insomma, The Strays vaga spesso in territori potenzialmente drammatici e densi di significato, ma si allontana prima di aver guardato accuratamente in ogni angolo.
Di seguito trovate il full trailer internazionale di The Strays, nel catalogo di Netflix dal 17 febbraio:
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