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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Den stygge stesøsteren , uscita: 07-03-2025. Budget: $4,250,000. Regista: Emilie Blichfeldt.

The Ugly Stepsister: la recensione del film che horrorizza Cenerentola

14/05/2025 recensione film di Gioia Majuna

Emilie Blichfeldt esordisce con un'opera che fa a pezzi i canoni di bellezza, trasformando la fiaba classica in un incubo di carne, sangue e ossessione

Dimenticate il candore Disney, i sogni romantici e le scarpette di cristallo: The Ugly Stepsister della norvegese Emilie Blichfeldt è una fiaba contorta e viscerale, una versione nordica di Cenerentola filtrata attraverso lo specchio in frantumi del body horror femminista, tra chirurgia medievale, sangue, vomito e parassiti intestinali.

Se Bridgerton incontrasse The Substance, con una spruzzata di Titane e la crudezza delle fiabe dei fratelli Grimm, probabilmente avremmo qualcosa di simile a questo debutto feroce e disturbante.

Ma è anche il manifesto di un nuovo cinema horror femminile, capace di interrogare i canoni di bellezza con una brutalità mai vista prima.

Ambientato nella cupa Swedlandia, il film segue Elvira (Lea Myren), ragazza goffa, sognatrice, con un volto segnato da apparecchio e insicurezze, che vive con la madre Rebekka e la sorellina Alma. Quando la madre si risposa con l’aristocratico Otto e si trasferiscono nella sua villa, Elvira incontra la nuova sorellastra Agnes (Thea Sofie Loch Næss): bionda, eterea, bellissima, l’ideale irraggiungibile che Elvira desidera emulare. Ma Otto muore il giorno stesso delle nozze, lasciando la nuova famiglia in miseria.

L’occasione per riscattarsi arriva con il ballo del principe Julian, riservato a nobili vergini. Elvira si convince che potrà conquistare il cuore del principe… se riuscirà a diventare bella. E così inizia un calvario corporeo che non risparmia nulla.

Rinoplastica con gabbia metallica. Estensione delle ciglia cucita nelle palpebre. Parassiti ingeriti per dimagrire. Il corpo di Elvira viene trasformato in un campo di battaglia, in nome di un’ossessione sociale che associa il valore femminile alla bellezza estetica.

The Ugly Stepsister non si limita a rappresentare la violenza: la infligge allo spettatore, con scene da voltastomaco girate con perizia dalla Blichfeldt e dal direttore della fotografia Marcel Zyskind, che alterna immagini da sogno a dettagli splatter degni di Dario Argento. La colonna sonora di John Erik Kaada, tutta synth e inquietudine, amplifica la tensione in modo impeccabile.

The Ugly Stepsister film 2025Ma se visivamente il film è uno spettacolo disturbante, a livello narrativo è una riflessione tagliente sul desiderio di conformità. Elvira non è un’antagonista: è una vittima. La vera “bruttezza”, suggerisce il film, non è estetica ma sociale: è il risultato di un mondo che premia solo chi si adatta, chi si trasforma, chi cancella sé stesso per piacere agli altri. Il confronto tra Elvira e Agnes è emblematico: mentre Agnes mantiene un’innocenza algida, Elvira si consuma nel tentativo di piacere, fino a un gesto finale — col coltello in mano e la scarpetta da infilare — che trasforma la fiaba in tragedia.

Il film divide. Da un lato, è un’opera potente e scioccante, che mette a nudo il legame tra identità femminile e violenza estetica. Dall’altro, si può obiettare che, nel rappresentare in modo così esplicito e disgustoso i “difetti” del corpo, finisca per rafforzare l’equazione tra naturale e ripugnante, creando disagio più che empatia. Una scena in particolare – Elvira che si guarda allo specchio, si disprezza, poi mangia un dolce in preda alla compulsione – è più disturbante di qualsiasi mutilazione visiva.

Eppure è proprio questa contraddizione che fa parlare del film. The Ugly Stepsister non vuole essere rassicurante. Non cerca facili catarsi. Ti fa sentire sporco, scomodo, esposto. È un cinema che squarcia il velo del glamour per mostrare le cicatrici dietro al desiderio di approvazione.

E anche se non tutti apprezzeranno il livello di disgusto – con una scena sugli occhi da far rabbrividire chiunque, è abbastanza innegabile che il film colpisca e resti dentro. Non è horror da popcorn. E non è nemmeno una fiaba: è una seduta di autoanalisi tagliata col bisturi.

La 24enne Lea Myren è impressionante nel ruolo di Elvira, offrendo una performance fisica e disperata, mai ridicola, sempre tragica. Thea Sofie Loch Næss, nel ruolo opposto, è elegante e malinconica. Ma è il personaggio di Elvira che catalizza l’empatia, anche nel suo abbrutimento.

In definitiva, The Ugly Stepsister non è solo un horror disturbante: è una critica sociale feroce mascherata da fiaba nordica. E mentre la Disney annaspa in remake senz’anima, il cinema europeo underground osa, scuote e fa riflettere. Potrebbe non piacere a tutti – specialmente a chi non tollera sangue, vermi o sofferenza corporale, ma è uno di quei film che definiscono un’estetica e tracciano una direzione per l’horror femminista del futuro.

Di seguito trovate il trailer italiano di The Ugly Stepsister, nei cinema dal 30 ottobre:

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