Voto: 6/10 Titolo originale: Z , uscita: 19-09-2019. Regista: Brandon Christensen.
Z – Vuole giocare: la recensione del film horror di Brandon Christensen
03/07/2021 recensione film Z: vuole giocare di Marco Tedesco
Il regista torna sulle scene con un film indipendente dall'impianto classico, ma non completamente trascurabile
Quando un bambino inizia a parlare con un amico invisibile in una storia dell’orrore, è un segnale infallibile che una famiglia sta per essere perseguitata da una qualche entità malevola. Z – Vuole giocare prende questa comunissima premessa e decide di espanderla in un lungometraggio di 80 minuti. Per garantire che il film non sia soltanto l’ennesimo prevedibile titolo di routine, la sceneggiatura insaporisce però la ricetta aggiungendo elementi di “discesa nella follia” tipici del thriller psicologico.
Seguendo le orme di una qualsiasi famiglia che ha vissuto al 112 Ocean Avenue di Amityville o che ha cercato l’aiuto dei coniugi Warren in uno dei capitolo di The Conjuring, tocca ora a Beth e Kevin Parsons (Keegan Connor Tracy e Sean Rogerson) essere i genitori cinematografici angosciati dal fatto che il loro giovane figlio abbia stretto amicizia con qualcuno che loro non possono vedere. Joshua (Jett Klyne) era comunque già un piccoletto solitario ed dalla fantasia eccessivamente fervida. Dopo che il suo nuovo compagno invisibile, ‘Z’, inizia a ispirare in lui cattivi comportamenti, Josh finisce sospeso da scuola e incapace di trovare un amico con cui giocare, poiché ogni compagno di classe adesso inspiegabilmente lo teme.
Beth e Kevin cercano allora una soluzione attraverso i consueti canali. Il terapista di famiglia, il Dott. Seager (Stephen McHattie), prescrive farmaci che provocano soltanto conati di vomito. Placare la fantasia di Josh peggiora la situazione. Una situazione particolarmente spiacevole per Beth, che deve fare già i conti con una madre malata terminale e una sorella inaffidabile che è a malapena d’aiuto.
Un altro problema sorge quando Beth intravede inaspettatamente Z. O almeno così lei pensa. Una creatura apparentemente alta e terrificante, la donna ora si chiede se dopotutto potrebbe esserci qualcosa di vero nelle affermazioni del piccolo Josh.
Ma le cose si fanno ancora più strane dopo che Beth scopre alcuni indizi sorprendenti tra gli effetti personali di sua madre. Apparentemente, non è la prima volta che il fantomatico ‘Z’ perseguita qualcuno nella sua famiglia. Anzi, ‘Z’ potrebbe non essere una manifestazione dell’immaginazione di Josh, dopotutto, ma potrebbe essere stato effettivamente generato da un angolo oscuro e dimenticato della mente e dei ricordi travagliati di Beth.
Sforzi diretti come quelli di Z – Vuole giocare possono essere riassunti in modo abbastanza semplice. Scomponendo il film in termini ‘Pro vs. Contro’, iniziamo affrontando ciò che non è così interessante nella storia.
Innanzitutto, Z – Vuole giocare non è del tutto originale. Come accennato, il concept di “maledizione + misterioso amico immaginario” non è più una novità da almeno 40 anni. E qui vengono aggiunti molti altri concetti tutt’altro che freschi, come un marito stereotipato che mette tutto in dubbio, mero ‘ostacolo’ dello script destinato a impedire che la trama progredisca troppo presto. Ogni volta che Beth lo implora di ascoltare le sue forse esagerate preoccupazioni, la condiscendenza frustrante e sprezzante di Kevin e il suo atteggiamento polemico affondano ulteriormente il personaggio nel pantano di una caratterizzazione superficiale.
Altri aspetti che fanno storcere il naso includono una CGI approssimativa (in particolare le fiamme in digitale) e una suspense a combustione lenta che non possiede grandi appigli particolari in termini di fascino. Mettete tutto insieme e il ‘dottore della delusione’ potrebbe prescrivere una ricetta per quei fan del cinema horror ormai stremati dai déjà vu.
Nella colonna dei meriti, per quanto Z – Vuole giocare possa sembrare qualcosa di già visto prima, non si può negare che sia fatto bene. Il regista Brandon Christensen e lo sceneggiatore Colin Minihan continuano a ritagliarsi un angolo competente all’interno del panorama horror indipendente. I due, che hanno co-scritto Z – Vuole giocare, sono soliti realizzare thriller che vanno dritti al punto concentrandosi su un singolo tema e poi mettendo su pellicola la loro idea con una solida abilità.
Come nei loro progetti precedenti (vedi Still/Born del 2017), Z – Vuole giocare beneficia di un montaggio economico che include solo scene essenziali, riprese nitide i cui movimenti minimi aiutano il flusso del film e uno stile semplice, che è più raffinato rispetto alla maggior parte dei cugini che operano con risorse altrettanto limitate.
Sia chiaro, Z – Vuole giocare non intende ridefinire alcun aspetto dell’intrattenimento di genere. Una recitazione adeguata esemplifica il modo in cui il film rimane concentrato nel mordere solo quanto può essere masticato, sia che si tratti di mantenere i personaggi secondari minimamente coinvolti o di limitare le azioni dell’entità del titolo a sporadici picchi di terrore.
Chiunque ha la possibilità di incolpare Z – Vuole giocare per avere solo ambizioni ‘minori’, oppure di lodare il regista per aver trovato il modo di lavorare in modo ragionevole coi mezzi a disposizione.
Il film prende il nocciolo fondamentale del Male che si manifesta attraverso una presenza invisibile, lo fa apparire con la premessa di qualcuno che soccombe alla pazzia e si trasforma in un esercizio per cavare atmosfera da una narrazione semplificata. Sebbene non sia abbastanza sconvolgente da qualificarsi come un “colpo di scena” di per sé, Z – Vuole giocare offre la giusta quantità di svolte per deviare dal sentiero della prevedibilità, e in un ultimo atto stranamente inquietante che ripaga tutto il mistero grazie a brividi ben assestati.
Più sommesso che spettacolare, Z – Vuole giocare non imprimerà alcun incubo duraturo o darà a nessuno degli spettatori decine di minuti di pelle d’oca. Eppure, i suoi brividi semplici rimangono immersi in una suspense che potrebbe far rizzare un pelo o due sulle braccia, specialmente per quelle persone che distolgono lo sguardo nel vedere le paure dei genitori impresse sullo schermo con dettagli strazianti.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Z – Vuole giocare:
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