Home » Speciali » Dossier – Storia dell’animazione per adulti (Part II)

Dossier – Storia dell’animazione per adulti (Part II)

07/10/2016 news di Redazione Il Cineocchio

Il nostro viaggio prosegue, attraversando gli anni '70 dominati da Ralph Bakshi, fino ai primi anni '80

Attraverso l’analisi di sei pellicole emblematiche, proseguiremo ora il nostro viaggio, partendo dai tardi anni ’60 per arrivare ai primi anni ’80.

Le mille e una notte / Senya Ichiya Monogatari (1969)

le-mille-e-una-notte-senya-ichiya-monogatariI fumetti o “manga” rivolti a un pubblico adulto esistevano in Giappone già a partire dai primi anni ’50 (con alcuni che anticipano addirittura tale datazione), ma si è dovuto aspettare fino al 1969 perchè due figure leggendarie del settore come Eiichi Yamamoto e Osamu Tezuka collaborassero per creare il primo lungometraggio animato esplicitamente orientato a un pubblico di adulti; libero adattamento della raccolta Le Mille e una Notte, che combina molti dei ben noti racconti attribuiti alla principessa Scherezade in un unico racconto di un modesto ladro di nome Aladdin, che viaggia per il mondo alla ricerca dell’amore con una schiava salvata ma, in ultima analisi, finisce per interpretare il ruolo del re folle in una variazione del racconto biblico della Torre di Babele.

Per molti aspetti rielaborazione standard delle Arabian Nights, l’opera si guadagna la classificazione di “adulto” principalmente attraverso raffigurazioni esplicite di nudi e di sesso tra Aladdin e le sue varie conquiste amorose. Enorme successo in Giappone, si è guadagnato una distribuzione di scarsissimo successo negli Stati Uniti in una versione doppiata in inglese che oggi assai rara da trovare (e che non è mai stata diffusa per l’home video). Stessa sorte per l’Italia.

Fritz il gatto (1972)

film-fritz-il-gattoConsiderato l’enfant terrible dell’animazione occidentale, Ralph Bakshi ha abbandonato una carriera lucrativa nella produzione dei cartoni animati tradizionali e nei cortometraggi educativi per forgiare un proprio percorso realizzando film d’animazione che non solo hanno colpito gli adulti con una sessualità e un linguaggio grafico molto mirati, ma ha anche esplorato il panorama sociale e politico dell’epoca cui l’animazione “normale” accennava solamente. Basato sulla serie a fumetti underground di Robert Crumb (che detestava il film e uccise il personaggio a dimostrazione), Fritz the Cat diventò campione di incassi scioccando il pubblico grazie a “simpatici” e usuali animaletti dei cartoni animati alle prese con sesso, droga e violenza all’interno di un crudo paesaggio urbano (guadagnandosi uno stuzzicante “X rating” nel processo).

Quello che colpisce oggi è la satira politica e la profeticamente apocalittica rappresentazione del crollo della “generazione dell’amore” nel nichilismo anarchico del decennio successivo. Il film lanciò la carriera di Bakshi e negli anni successivi ispirò sequel – soltanto nel titolo – e imitatori come Down & Dirty Duck, rimanendo il punto di riferimento per i “cartoni animati per adulti” per decenni.

Il pianeta selvaggio (1973)

il-pianeta-selvaggio-filmUna stranezza sci-fi diretta dall’animatore René Laloux e disegnata da Roland Topor, il franco-ceco La Planète Sauvage utilizza la tecnica d’animazione 2D stop-motion cut-out (si pensi ai corti interstiziali di Terry Gilliam in Monty Python’s Flying Circus) per immaginare un bizzarro mondo alieno in cui le popolazioni umanoidi degli Om sono oppresse e schiavizzate dai Draag dalla pelle blu e di gigantesche dimensioni. Questo ordine viene gettato nella guerra e nel caos quando un “animale” Om sfuggito, che è stato in grado di assorbire in segreto il materiale didattico dei Draag impartisce la conoscenza della tecnologia e l’alfabetizzazione al suo popolo, conducendolo a una rivolta dove gli Om viaggiano fino all’hub intergalattico del titolo e distruggono la capacità dei Draag di comunicare con altre civiltà.

Laloux sarebbe poi tornato sulle scene più tardi con film di animazione di fantascienza come Time Masters e Gandahar, entrambi notoriamente difficili da reperire per gli appassionati.

Coonskin (1975)

coonskinRalph Bakshi ha realizzato un numero impressionante di film dopo Fritz il Gatto, ma pochi sono noti (o influenti) come Coonskin. Combinando live-action e animazione per un effetto quasi surreale, il film (originariamente intitolato Harlem Nights) è una satira degli stereotipi razziali di Hollywood costruita intorno a un parodia urbanizzata delle storie di Uncle Remus e alla versione Disney delle stesse, I racconti dello zio Tom. Il film racconta le gesta di Brother Bear, Brother Rabbit e Preacher Fox che lasciano la loro casa del Sud per andare nel quartiere di Harlem a New York – dove hanno in programma di prendere in consegna le operazioni del crimine organizzato della zona. Bakshi assunse diversi animatori di colore (e artisti pop di graffiti) per creare il film e dargli un tono autentico, insieme a un cast di doppiatori che comprendeva Barry White, Scatman Crothers e l’attore / drammaturgo Charles Gordone.

Tuttavia, l’uso satirico di un character design di “blackface” e di altri stereotipi venne preso alla lettera dal gruppo per i diritti civili Congress of Racial Equality – che ha accusò l’opera di razzismo e ne contrastò fortemente la distribuzione iniziale (anche se rivalutazioni successive l’hanno inquadrata come uno delle migliori di Bakshi).

Tarzoon – La vergogna della giungla / Tarzoon, la honte de la jungle (1975)

tarzoon-la-vergogna-della-giungla-tarzoon-la-honte-de-la-jungle-1975Il pestifero fumettista belga Picha fece il suo più grande botto internazionale con questa sexy parodia slapstick del mitico Tarzan, che presenta il personaggio del titolo in una missione in giro per la giungla per salvare la sua compagna June dalla malvagia regina Bazonga e dal suo esercito di peni-soldati marcianti. Hit a livello mondiale soprattutto grazie alla sua oscena sensibilità comica, il film si guadagnò addirittura una distribuzione in Inghilterra e negli Stati Uniti (re intitolato “Shame of The Jungle“), con un cast di doppiatori illustri che comprendeva Bill e Brian Doyle-Murray, John Belushi, Christopher Guest e Johnny Weissmuller Jr. (il cui padre interpretò il “vero” Tarzan nella versione cinematografica), che diede voce al protagonista.

Picha avrebbe continuato a distribuire molte altre commedie animate per adulti, tra cui The Big Bang, The Missing Link (aka B.C. Rock) e Blanche Neige, la suite, del 2007.

Heavy Metal (1981)

taarna-heavy-metalIvan Reitman, Gerald Potterton e Robert Blaser si unirono per portare sugli schermi questa coproduzione canadese-americana; per farla breve, la creazione di uno dei più grandi cult-hit animati di tutti i tempi. Una pellicola antologica ispirata all’omonima seminale rivista francese di fantascienza, Heavy Metal pecca forse di coerenza (un totale di 9 racconti liberamente unificati da una sinistra sfera di luce che funziona come narratore in una bizzarra storia di cornice), ma ha tanto stile e pigia forte il pedale della violenza e della sessualità, che all’epoca fecero sollevare più di un sopracciglio.

Il film è giustamente celebrato anche per la sua portentosa colonna sonora rock, i cui complicati diritti musicali hanno tenuto Heavy Metal fuori dalla circolazione per anni – aiutando in tal modo a solidificare il suo status di cult presso una generazione di appassionati dell’animazione che lo hanno conosciuto principalmente per la reputazione o attraverso i successivi ricercatissimi bootleg.

continua …