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Voto: 6/10 Titolo originale: Equinox , uscita: 30-12-2020. Stagioni: 1.

Equinox (stagione 1) | La recensione della serie danese di Netflix (6 episodi)

01/01/2021 recensione serie tv di Gioia Majuna

Danica Curcic è la protagonista dell'adattamento del popolare podcast di Tea Lindeburg, un'indagine mistery thriller tra presente e passato che procede riflessiva sul filo del soprannaturale

equinox 2020 serie netflix

Alla fine dell’anno appena concluso, Netflix ha deciso – a quanto pare – di concentrarsi principalmente sugli abbonati che amano i rompicapo. Nella serie giapponese Alice in Borderland (la recensione) un paio di ragazzi finiscono inspiegabilmente in un mondo parallelo deserto dove devono sopravvivere ad alcuni giochi piuttosto mortali. Allo stesso modo, nella spagnola El desorden que dejas, una nuova insegnante deve cercare di risolvere la morte del suo predecessore. Infine, ma certo non meno importante, il servizio di streaming ha tenuto in serbo per il penultimo giorno del 2020 il lancio del mistery thriller dal trailer più intrigante del mazzo, la produzione originale danese Equinox.

Equinox serie netflix 2020 posterAstrid (Viola Martinsen) ha solo nove anni quando tutti gli alunni dell’ultimo anno della scuola della sua cittafina scompaiono misteriosamente senza lasciare traccia, compresa sua sorella maggiore Ida (Karoline Hamm). Ventuno anni dopo, i ricordi e le domande senza risposta rimangono. E ci sono anche delle visioni da incubo di cui l’ormai adulta Astrid (Danica Curcic) ha iniziato a soffrire dopo l’incidente. Quando un giorno, nel corso del programma radiofonico che cura, la donna riceve una strana telefonata secondo cui in quel momento sarebbe dovuto accadere qualcosa di completamente diverso, decide di tornare alla sua vecchia casa e scoprire finalmente la verità. Ma la sua non sarà un’impresa facile, dal momento che la gente vuole soltanto lasciarsi alle spalle il passato.

Rispetto alle summenzionate ‘cugine’ seriali, lo spunto di partenza di Equinox è forse il meno interessante. Come (troppo) spesso accade, abbiamo dei ragazzi misteriosamente scomparsi e dei tentativi di risolvere l’enigma di questi avvenimenti imprevedibili. Questa volta, però, il focus non è su un detective, un poliziotto o chiunque altro che, per motivi professionali, voglia sapere cosa è accaduto.

Tutto ruota invece attorno ad Astrid, la sorella di una delle vittime, che è ancora gravemente segnata dalla tragedia due decenni dopo. In effetti, l’attrice protagonista è uno dei motivi per cui la visione di Equinox vale il tempo impiegato. La 35enne Danica Curcic (Stealing Horses) fornisce infatti all’indagine il necessario fondamento emotivo nei panni di una parente mentalmente ‘danneggiata’ che ha stretta necessità di risposte per la propria pace interiore.

Con queste premesse, Equinox avrebbe funzionato probabilmente bene anche come un dramma puro, tanto più che i rapporti interfamiliari sono tutt’altro che facili. In molti modi non si parla degli scomparsi, quanto dei loro fratelli e genitori, costretti necessariamente a convivere con una perdita che non è mai del tutto tangibile. Una delle scene più commoventi della serie mostra come la stanza di una bambina debba essere lasciata ‘intatta’ così che – qualora ritornasse a casa dopo tutto quel tempo – lei possa sentirsi a casa senza ulteriori traumi; anche dopo 20 anni, alcuni non hanno abbandonato le loro speranze. La vera tragedia dell’evento sta nel fatto che non c’è mai stata una morte ‘definitiva’ da piangere, che non si sono trovate prove e che nemmeno i tre giovani tornati indietro per qualche motivo parimenti inspiegabile hanno potuto aiutare nelle indagini.

Equinox serie netflix 2020Equinox – fin dal titolo – chiarisce subito che non ci troviamo di fronte a un caso di crimine regolare, come si potrebbe sospettare. Le visioni ricorrenti di Astrid puntano chiaramente verso una direzione più fantastica. Successivamente, vengono poi introdotti elementi mitologico-pagani scandinavi, motivo per cui i paragoni col recente Midsommar – Il villaggio dei dannati si fanno piuttosto inevitabili ed evidenti.

Tuttavia, in contrasto con il folk horror diretto da Ari Aster (la recensione), Equinox inscena atmosfere molto più convenzionali, anche nelle scelte fotografiche che – assieme alle musiche – costruiscono il compassato incedere e stabiliscono il mood generale. Il più delle volte brancoliamo nell’oscurità, vagamente illuminata da velature grigio chiaro. Solo di tanto in tanto entra in gioco un un rosso intenso, a sottolineare i momenti particolarmente surreali / soprannaturali, a scanso di equivoci.

Sebbene la prima stagione di Equinox sia piuttosto breve, composta da soli 6 episodi di 45 minuti circa ciascuno, la trama è più che adeguatamente esplorata. La squadra danese – capeggiata da Tea Lindeburg, sul cui podcast lo show si basa – si prende infatti tutto il tempo necessario per ogni cosa, e prima che Astrid compia effettivamente un passo decisivo, non succede molto. Per alcuni spettatori questo voler ‘allungare il brodo’ potrebbe risultare snervante. Altri, invece, potrebbero esserne al contrario rassicurati: a differenza della popolare e cervellotica Dark, tirata in ballo da molti nelle scorse settimane come metro di paragone, qui non è necessario fare una pausa ogni pochi minuti per elaborare i tanti colpi di scena e i salti temporali presenti.

In definitiva, potete mettervi a vostro agio. Se siete dell’umore giusto per un’opera ‘di genere’ decisamente calma e non vi dispiacciono i  finali un po’ bruschi, allora potreste indulgere in una ricerca di indizi d’atmosfera, che non porta con sé nuove sconvolgenti esperienze di visione, ma che si dimostra sostanzialmente coerente con quelli che erano i suoi iniziali propositi.

Per una spiegazione del finale e degli aspetti più folkloristici di Equinox vi rimandiamo al nostro approfondimento.

Di seguito il trailer italiano di Equinox, la cui prima stagione è finita nel catalogo di Netflix il 30 dicembre: