Voto: 5/10 Titolo originale: The War of the Worlds , uscita: 17-11-2019. Stagioni: 1.
La Guerra dei Mondi: la recensione della miniserie BBC; H. G. Wells si fa melò
08/10/2019 recensione serie tv The War of the Worlds di Sabrina Crivelli
La rete britannica adatta il classico del 1897 secondo le giuste coordinate spaziotemporali, ma quella con Robert Carlyle ed Eleanor Tomlinson è una rielaborazione troppo libera, che aggiunge dal nulla nuove 'pagine' mai scritte e che sacrifica l'azione spettacolare in favore del romanticismo
Imprescindibile per ogni amante della letteratura di fantascienza, La Guerra dei Mondi (The War of the Worlds) di H. G. Wells ha ispirato nel tempo diversi adattamenti e riletture per il cinema e la TV, alcuni più fedeli al romanzo originale di altri. Celebre è il caso dell’omonimo sceneggiato radiofonico, trasmesso il 30 ottobre 1938 sull’americana CBS e letto da Orson Welles, che simulava un notiziario speciale in maniera tanto convincente da terrorizzare molti degli spettatori allora collegati.
I poverini furono convinti dell’imminenza di un’invasione aliena! Poi, ci furono le versioni per il grande schermo, quella del lontano 1953 diretta da Byron Haskin, o quella più recente (del 2005) – e ambientata nel presente – diretta da Steven Spielberg con protagonista Tom Cruise. E non finisce qui. La Guerra dei Mondi ha ispirato intere run di fumetti storici, come Topolino e la guerra dei mondi (2003), la rilettura musicale nel concept album Jeff Wayne’s War of the Worlds (1978), un videogame (1984) e una versione animata (2004).
Le filiazioni quindi non mancano di certo. Eppure, i più accaniti lettori del libro, probabilmente, non sono mai stati del tutto soddisfati di tali trasposizioni, in particolare di quelle cinematografiche. Va specificato, non si tratta di un giudizio in merito al film di Spielberg, o al predecessore, ma l’idea di una traduzione fedele, almeno negli elementi essenziali, delle pagine di H. G. Wells è sempre stata estremamente affascinante. Quando, dunque, la BBC, emittente britannica legata a riuscitissimi show come “Doctor Who”, “Sherlock” e “Peaky Blinders”, ha diffuso la notizia di una miniserie in 3 parti – quindi dotata di un minutaggio adeguato all’impresa – basata proprio su La Guerra dei Mondi, non potevamo che essere ansiosi di vederla.
Poi è arrivato il trailer, che anticipava pochi passaggi fondamentali: la scoperta di un oggetto sferico non ben identificato nelle campagne inglesi, nonché qualche promettente squarcio degli assalti dei Tripodi alieni e della folla londinese in fuga in preda al terrore.
Il tutto, finalmente, collocato non più ai giorni nostri o negli Stati Uniti, ma nell’Inghilterra edoardiana (ossia quella che la fonte letteraria prevedrebbe). Un approccio molto più fedele quindi. Assolutamente no, purtroppo. La collocazione spaziotemporale è in definitiva soltanto un modo bieco per attirare e ingolosire gli spettatori alla visione: in quella manciata di sequenze in anteprima è contenuta infatti la somma di tutto ciò che c’è di buono nella serie intera, che per il resto si limita ad essere più che altro un lacrimevole melò da piccolo schermo in costume con gli extraterrestri (fin troppo pochi ahinoi)!
Esaminiamo, però, meglio ciò che accade nei 150 minuti complessivi. Sin dall’apertura del primo – e più lungo – episodio, il tono generale della versione televisiva di La Guerra dei Mondi firmata BBC è assai distante da quello vigente nel seminale romanzo del 1897. La rigorosa prosa di H. G. Wells si limitava difatti a una sorta di diario in prima persona, stilato da uno scrittore di discreta fama che assisteva all’arrivo e alla conquista della Terra da parte di misteriosi invasori marziani, dotati di una tecnologia ben superiore a quella su cui la razza umana poteva contare allora.
Certo, per un lettore contemporaneo, a volte lo stile dell’autore ottocentesco può risultare un po’ monotono, un po’ indigesto. Comprensibile è quindi, soprattutto ai fini televisivi, che siano stati ampliati gli orizzonti della narrazione e soprattutto lo spazio che viene dato a personaggi in principio di minor rilievo. È giustificabile anche il fatto di inserire una storia d’amore travagliata che potesse maggiormente coinvolgere l’audience dei prodotto seriali, soprattutto quella femminile. Tuttavia, quando tale sottotrama diventa dominante e stravolge tutto il resto (e nemmeno in molti aspetti è plausibile di per sé), allora l’intera operazione cessa di avere un senso.
Anzitutto bisogna guardare alla trama. Dimenticate sin da subito La Guerra dei Mondi di H.G. Wells. La storia si apre infatti con un amore clandestino: la giovane e brillante Amy (Eleanor Tomlinson, Il Cacciatore di Giganti) e George (Rafe Spall, Prometheus), un giornalista aristocratico, (con)vivono nel peccato.
Lui ha abbandonato per lei la moglie e la sua famiglia lo ha per questo rinnegato. Emarginati, affrontano le difficoltà quotidiane che la loro scelta coraggiosa gli impone, quando, un bel giorno, d’improvviso, nei boschi del Surrey (vicino a dove vivono), precipita quello che all’apparenza potrebbe essere un grosso meteorite.
Ambedue appassionati di astronomia, in particolare Amy, si recano con l’amico e scienziato Ogilvy (Robert Carlyle, 28 Settimane Dopo) sul luogo dove lo stupefacente fenomeno è avvenuto e cominciano a studiare da vicino il corpo celeste. Ovviamente, si diffonde la voce del ritrovamento e una folla di curiosi inizia ad accalcarsi nel sito, finché ad un certo punto l’oggetto non identificato e di forma sferica (i più puntigliosi ricorderanno che invece si trattava di un cilindro) inizia a vibrare e a muoversi, fino ad alzarsi in aria, per poi con un raggio letale polverizzare tutti i presenti (eccetto i protagonisti naturalmente …).
A questo punto (siamo sempre nel primo episodio), tutti riconosceranno la premessa libresca. Con tale promettente incipit, è naturale che quindi che si pensi – e speri – in uno sviluppo all’altezza, in cui il melodramma sia solo un tocco di ‘colore’, teso a fornire al grande pubblico quel tanto di romanticismo mancante nel libro. Innegabile è anche che alcuni momenti fondamentali compaiano nelle quasi tre ore di durata di La Guerra dei Mondi, ma il problema è che rimangono marginali, in secondo piano (oltre a essere parecchio rimaneggiati); lo scioccante e pirotecnico attacco alieno e la devastazione che ne segue, ovvero quello che vorrebbe vedere un qualsiasi estimatore di H. G. Wells (e della fantascienza in genere), divengono il mero sfondo della storia d’amore lacrimevole tra i due amanti protagonisti, raccontata dal punto di vista femminile.
E le note dolenti non finiscono qui. Seguono SPOILER. Giusto per stravolgere ulteriormente l’ottimo materiale su cui si basa questa telenovela anglofona, gli avvenimenti si sviluppano in una confusa e stravagante duplice linea temporale (assente nel romanzo), una delle quali – virata in rosso – post-apocalittica e, più nello specifico, post “marteformazione”. Per di più, il repentino consolidamento della tragica ‘nuova era’ terrestre, come molte delle vicissitudini affrontate dai sopravvissuti nel lustro (su per giù) che separa il presente dal ‘futuro’, non sono per nulla chiare e sono anzi ricche di dettagli inverosimili (senza contare le caratterizzazioni dei personaggi molto poco primonovecentesche).
Chiunque abbia un minimo di capacità critica non può che domandarsi come sia possibile che nei primi del novecento (visti i grandi problemi di conservazione dei cibi, l’arretratezza nel combattere molte malattie infettive come il tifo – più volte citato, o l’arretratezza tecnologica) abbiano potuto sopravvivere per anni i pochi superstiti in uno scenario dove acqua potabile e terre coltivabili certo non abbondano. Il quesito è ancora più urgente se si pensa a donne e bambini naturalmente. Con questa superficialità, l’ambientazione d’epoca non può che risuonare come un difetto più che un pregio. Uno ‘specchietto per le allodole’ per mostrare costumi d’epoca e dare un fascinoso tocco anticheggiante.
Deludente, mellifluo e a più tratti inutilmente prolisso, il peggio di La Guerra dei Mondi rimane, però, in definitiva il fatto che vengano ridotti all’osso in termini di minutaggio tutti gli elementi e le immagini più succose del romanzo (già non lunghissimo di suo), come gli scontri tra l’artiglieria britannica e i giganteschi Tripodi alieni, l’attacco presso il Tamigi e quello della marina, la distruzione di Londra messa a ferro e fuoco dal raggio annichilente e inondata di misterioso quanto mortale fumo nero, oppure il truce destino che aspetta i prigionieri.
Gli spunti per mettere in scena delle sequenze epiche – a livello visivo – non mancavano di certo, ma vengono centellinati (probabilmente per mantenere il budget contenuto) in favore di dialoghi tediosi e apici intimistici, sovente filmati in interni. In altre parole, la spettacolarità intrinseca all’opera è sacrificata al sentimentale. Peraltro è un peccato, perché la CGI con cui sono realizzati gli imponenti Tripodi e le spigolose creature extraterrestri è più che soddisfacente e ben realizzata.
Comunque sia, le ulteriori mistificazioni del messaggio originale (l’aver tramutato ad esempio un sottotesto animalista in uno – ritenuto probabilmente più attuale – anti colonialista …) non sono poi così importanti, quando è lo spirito generale del classico di H. G. Wells a essere stato tradito.
Per fortuna che, in una dichiarazione ufficiale, mesi addietro lo sceneggiatore Peter Harness era arrivato ad affermare:
La versione di La Guerra dei Mondi che volevo realizzare è quella più fedele al tono e allo spirito del libro, ma che si sente anche contemporanea, sorprendente e piena di shock: una collisione di fantascienza, dramma d’epoca e orrore.
Se questo è un adattamento fedele allo spirito del testo wellsiano, beh, non ci rimane che il silenzio.
In attesa di vederlo l’11 e il 18 ottobre in esclusiva su LaEffe (Sky, canale 135), di seguito trovate il trailer internazionale di La Guerra dei Mondi ‘made in BBC’:
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