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Titolo originale: Masters of the Universe: Revelation , uscita: 23-07-2021. Stagioni: 1.

Masters of the Universe: Revelation – Part 1 (ep. 1-5) | La recensione della serie creata da Kevin Smith (su Netflix)

24/07/2021 recensione serie tv di Francesco Chello

He-Man e Skeletor (e relativi schieramenti) tornano a darsi battaglia in un ottimo reboot che abbina sapientemente spirito nostalgico e fanservice all’innovazione di una storia inedita e avvincente

Masters of the Universe Revelation netflix serie 2021

PER IL POTERE DI GRAYSKULL! A MEEE IL POTEREEE … di scrivere la recensione della prima parte della nuovissima serie Masters of the Universe: Revelation, la cui prima parte è disponibile nel catalogo di Netflix dal 23 luglio.

Ok, forse mi sono fatto prendere la mano. Il fatto è che parliamo di una delle uscite streaming più attese. In realtà, non ho nemmeno verificato più di tanto la fondatezza di questa affermazione. Mi sono basato sul mio hype. E, bazzicando qua e là, direi sull’hype di molti della mia stessa generazione. Perché se è vero che la nuova serie dei Masters of the Universe ha quel potenziale per piacere praticamente a tutti (giovani compresi) – che è quello che mi auguro, in funzione di una nuova vita del franchise, è altrettanto vero che per quelli cresciuti negli anni ’80 che hanno vissuto di petto la ‘golden age’ dei MOTU, il sentimento non può che essere quello delle grandi occasioni. Per chi, come me, da ragazzino faceva incetta di action figures e attendeva con ansia le festività per ricevere veicoli e playset, e che magari in età adulta ha ripreso anche a collezionarli con fierezza.

Masters of the Universe Revelation poster serie 2021Immagino che conosciate il fenomeno targato Mattel, ma mi vestirò comunque da Alberto Angela per qualche riga didattica sull’argomento, anche se probabilmente servirebbe papà Piero con un bel dossier. Il brand dei Masters of the Universe è di quelli iconici. La prima storica toyline (1981/1988) ebbe un impatto epocale sul mercato dei giocattoli dominandolo per buona parte del periodo di distribuzione. Non parliamo di un semplice exploit di vendita, ma di un prodotto dall’incredibile potenziale narrativo.

Dietro le battaglie tra il prode He-Man ed il perfido Skeletor (con schieramenti a corredo) si cela una mitologia incredibile, un particolarissimo ibrido tra fantasy e sci-fi, lo sword and sorcery che incontra la tecnologia, creature di ogni tipo insieme a robot e raggi laser, la magia che si mescola alla scienza. Un mix narrativamente esplosivo. E quello che francamente ho sempre trovato incredibile è come tutto questo potenziale non sia mai stato completamente e realmente sfruttato da altri media, in particolare su piccolo e grande schermo (per rimanere nel nostro territorio di competenza), nonostante una fanbase corposissima che ha continuato a seguire il franchise (in prevalenza collezionando) nel corso degli ultimi 40 anni.

In sostanza, credo che avrebbe meritato una sorte simile a quella delle Teenage Mutant Ninja Turtles, per citare un altro brand fortissimo (di cui sono fan) che nel giro di 35 anni ha saputo rigenerarsi tantissime volte attraverso molteplici serie tv (da diverse stagioni ognuna), svariati lungometraggi sia live action che d’animazione, fumetti e merchandising di ogni tipo.

Le primissime storie dei Masters of the Universe sono di natura cartacea, trovano posto sui mini comics che uscivano allegati alle action figures, un taglio accattivante (le prime quattro vennero scritte da Donald F. Glut sui bellissimi artwork di Alfredo Alcala) per dei piccoli fumetti che avevano lo scopo di solleticare la fantasia dei bambini che con quei personaggi dovevano giocarci. Puntualissima arriva la serie animata, traino ideale per una linea di giocattoli che si rispetti; se ne occupa la Filmation, che sforna la bellezza di 130 episodi spalmati su due stagioni (dal 1983 al 1985), più uno spin-off su She-Ra/Adora, la sorella di He-Man/Adam, per altre due stagioni (1985/1986) da 93 episodi complessivi (da 5 di questi episodi viene tratto il film Il Segreto della Spada) ed uno special natalizio nel 1985.

Il prodotto Filmation viene inevitabilmente tarato sul pubblico di riferimento composto da giovanissimi, si perdono le atmosfere darkeggianti dei mini comics a favore di avventure per ragazzi, ironia, scazzottate e buoni sentimenti; un’impostazione ingenua che, vista oggi, risente un po’ degli anni passati, da compensare necessariamente con affetto e nostalgia che restano immutati. Il passo naturale a quel punto sembrerebbe essere il film in live action, che però arriva tardi e arriva male, I Dominatori dell’Universo (la recensione), esce soltanto nel 1987 e finisce tra le mani di una Cannon alle prese con problemi finanziari.

masters of the universe revelation 2021 serie netflixLa scelta (suicida) sarà quella di tagliare buona parte dei personaggi storici (creandone qualcuno nuovo per l’occasione) e, soprattutto, ambientare quasi tutta la vicenda sulla Terra ai giorni nostri in modo da risparmiare notevolmente sui costi di produzione, col risultato di finire nel ridicolo involontario; si salva il look di qualche personaggio, oltre a colui che è praticamente He-Man in carne e ossa, un Dolph Lundgren difficilmente rimpiazzabile per stazza e somiglianza – e che vedrei bene nei panni di King Randor in caso di nuova trasposizione.

Il film avrebbe dovuto rilanciare la toyline in quel momento in calo finendo invece per darle il colpo di grazia, da allora si parla di una nuova versione cinematografica, specie negli ultimi anni quando il progetto è finito nelle preoccupanti mani della Sony che continua a barcamenarsi tra rinvii e cancellazioni che, mi auguro, possano portarlo in lidi differenti. Intanto, nel 2002, si provava a rilanciare il franchise con una nuova (e bellissima) serie animata rimasta purtroppo incompiuta, cancellata sul più bello a causa del calo di ascolti dopo appena una stagione e mezza per un totale di 39 episodi. Questo se restiamo in ambito di schermo, senza tirare in ballo i fumetti. Troppo poco, ripeto, se si considerano forza e potenzialità del brand, della sua mitologia e della nutrita schiera di fan, qui c’è materiale per costruirci una saga in piena regola.

Dopo anni di calma piatta, ci pensa la spesso bistrattata Netflix a dare nuova linfa al mondo dei Masters of the Universe. Prima con una nuova serie di She-Ra and the Princess of Power – 52 episodi divisi in 5 stagioni brevi rilasciate tra il 2018 ed il 2020. Poi, appunto, con Revelation, di cui parliamo oggi. Ed in futuro, probabilmente, con una nuova serie in CGI destinata a un pubblico più giovane.

Ma veniamo finalmente al dunque, addentriamoci in questo Masters of the Universe: Revelation. Iniziando subito col dire che tanta attesa è stata ripagata. Non posso dare un giudizio definitivo considerando che, al momento, sono stati resi disponibili soltanto 5 episodi su 10, ma se a metà percorso il risultato ottenuto è quello di aver creato ulteriore (se non maggiore) attesa per ciò che verrà, direi che possiamo parlare di un obiettivo (anche se parziale) ampiamente centrato. Il merito è di Kevin Smith, creatore della serie, supervisore e co-sceneggiatore, che nel progetto ci ha messo l’anima nostalgica del fan e la competenza dello storyteller. Smith è un tipo emotivo, uno che si commuove anche se deve annunciare la scelta del font da utilizzare sui poster, ma a ‘sto giro bisogna dire che le lacrime gliele concediamo volentieri, sono meritate.

Masters of the Universe Revelation serie netflix 2021 (5)Masters of the Universe: Revelation è il giusto compromesso tra revival e nostalgia con progresso, creatività, voglia di aggiungere del nuovo. E’ un prodotto che straborda fanservice, ma non commette l’errore di cadere nel servilismo sterile e magari tossico, quanto piuttosto di renderlo costruttivo e funzionale, incastrando a puntino la miriade di personaggi, dettagli, riferimenti, particolari e citazioni all’interno di una storia nuova, fresca ed avvincente.

La serie era stata presentata come sorta di sequel di quella della Filmation, in realtà siamo al cospetto di un reboot in piena regola laddove la sequenzialità è da riscontrare nell’idea indovinata di raccontare eventi nuovi, evitando di ripartire dalle origini ma piuttosto da una situazione già consolidata a suo tempo.

Senza tralasciare, ma anzi sottolineando, la traslazione di un target di pubblico che diventa decisamente più maturo: Revelation è una serie destinata a tutti, con una prelazione per gli adulti ed una formula che può agganciare tranquillamente nuove generazioni. Si parte fortissimo, con un prologo che non è altro che un romanticissimo campionario di immagini vintage (molte delle quali prese dai mini comics e dai disegni della linea di giocattoli dell’epoca) che presenta abilmente contesto e personaggi.

Il primo episodio sfocia nell’azione di una appassionante battaglia collettiva dall’esito tragicamente apocalittico. Brivido di emozione quando He-Man pronuncia per la prima volta la sua famosa frase sul ‘potere di Grayskull’. Con spazio e minutaggio differenti vediamo una moltitudine di personaggi, veicoli, creature e location evidentemente riconoscibili, che andrà a rimpinguarsi ulteriormente nel corso dei cinque episodi. Uno spasso per il fan durissimo che può divertirsi a riconoscerli, così come cogliere le citazioni e i rimandi più o meno espliciti disseminati sul cammino.

Potrei stilare un elenco lunghissimo, in ordine sparso e dimenticando senz’altro qualcosa: in Masters of the Universe: Revelation ci muoviamo su Eternia, tra Grayskull e la Snake Mountain, incontriamo He-Man e Skeletor, passando per Teela, Cringer/Battle Cat, Evil-Lynn e Man-At-Arms, e ancora Sorceress, Orko, Randor e Marlena, Trap Jaw, Moss Man, Beast Man, Scareglow, Tri-Clops, Roboto, Shadow Beast, Whiplash, Clawful, Fisto, Clamp Champ, Stinkor, Spikor, Blast Attack, Mer-Man fino agli eroi di Preternia come He-Ro, Vikor, Wundar e King Grayskull. Si aggiunge Andra, presa direttamente dal fumetto della Star Comics, che per l’occasione cambia etnia come King Grayskull.

Masters of the Universe Revelation serie netflix 2021Per non parlare della presenza di cavalcature e veicoli come Stridor e Night Stalker, Roton, Bashasaurus, Landshark. Personaggi che, nella versione originale, hanno il pregio di avere la voce di interpreti come Mark Hamill e Kevin Conroy (che tornano a lavorare insieme dopo Batman: The Animated Series), Lena Headey, Liam Cunningham, Sarah Michelle Gellar, Justin Long, Alicia Silverstone, Dennis Haysbert, Tony Todd, solo per dirne alcuni, mentre Kevin Smith ci infila pure sua figlia Harley Quinn e l’immancabile Jason ‘Jay’ Mewes. Partecipazione nostalgica quella di Alan Oppenheimer, che nella serie Filmation aveva dato voce a personaggi come Skeletor, Man-At-Arms, Cringer/Batlle Cat, Mer-Man e Roboto, a cui viene affidato il doppiaggio di Moss Man.

L’epilogo del primo episodio, dicevo, mette in moto una nuova storia, un racconto di rinascita e ricostruzione, incentrata sul vecchio concetto delle due spade. Una missione da superare step by step, in cui componenti di due schieramenti notoriamente opposti arriveranno a cooperare per il bene comune. Con una sottotrama sullo sfondo che vede un’Eternia allo sbando in balia di una nuova setta, guidata da Tri-Klops che vuole rimpiazzare la magia con la robotica.

Faremo tappa sia a Subternia (con momenti dark, vagamente orrorifici) che a Preternia, in un susseguirsi di eventi che non disdegnano intensità emotiva, scontri duri, drammaticità e morti (momentanee?) eccellenti. Quel tipo di caratteristiche, tra evoluzione di trama e aspetto emozionale, che fornisce spessore ad un prodotto che si pensava potesse essere un semplice cartone animato d’intrattenimento (che comunque non manca). In particolare, la parte su Preternia sembra sollecitare riflessioni sulla morte, sull’accettazione del lutto, sull’aldilà, sullo scopo della vita terrena anche in funzione di quello che potrebbe esserci poi.

Masters of the Universe Revelation serie netflix 2021 (7)He-Man e lo stesso Skeletor sono volutamente centellinati, è evidente che troveranno il loro spazio nella seconda parte della serie, col midseason finale che in parte era stato spoilerato dal lancio della nuovissima toyline (che aveva mostrato in anteprima il fighissimo Skelegod). La scena, quindi, è momentaneamente presa da un gruppo di personaggi capeggiati da una Teela che regge bene il ruolo di leader. Leggevo di qualcuno che si ‘lamentava’ di riferimenti LGBTQ, da ritrovarsi presumibilmente nel nuovo look della donna guerriero; posto che non ci sarebbe nulla di sbagliato o di strano, ma non so fino a che punto possano realmente essere considerati come tali o se siamo sul confine sempre sottilissimo dell’esasperazione dei concetti, Teela si presenta col capello corto e un fisico muscoloso che però non ledono la sensualità e la femminilità di un personaggio che in più di un’occasione fa trasparire il suo sentimento nei confronti di He-Man.

Le animazioni di Masters of the Universe: Revelation sono convincenti, uno stile che può soddisfare il gusto di spettatori di età differenti, un tratto deciso e ben definito, talvolta sembra ci si lasci andare a qualche movimento ‘a scatto’, che comunque non compromette più di tanto la fluidità della messinscena generale.

I primi cinque episodi ci hanno parlato di un reboot fino ad ora riuscitissimo. Se lo scopo di una release frammentata era quello di alimentare l’attesa per la seconda parte, possiamo dire che definirlo raggiunto è dire poco. Un prodotto che riesce ad abbinare l’aspetto nostalgico a una nuova evoluzione, attraverso della sana azione avventurosa e una componente emozionale che fanno da sfogo a una storia tutta nuova senza dubbio interessante e coinvolgente. Insomma, per il potere di Grayskull, adesso dateci gli altri cinque episodiiii!

Di seguito trovate il full trailer internazionale di Masters of the Universe: Revelation Part 1, su Netflix dal 23 luglio: