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Titolo originale: Altered Carbon , uscita: 02-02-2018. Stagioni: 2.

Netflix e Altered Carbon: cosa è andato storto con la serie cyberpunk

04/06/2025 news di Gioia Majuna

Uno dei progetti più ambiziosi della piattaforma di streaming

alterd carbon libro

C’è sempre stato molto di più nel cyberpunk oltre al semplice concetto di essere “più che umani”. Potrebbe sembrare facile ridurre il genere a una pura questione estetica: metropoli futuristiche inondate di neon, tecnologia d’avanguardia e una società sospesa tra progresso e rovina. Ma le narrazioni cyberpunk contengono spesso una critica feroce alla saturazione ideologica del capitalismo, mettendo in luce il rapporto problematico dell’umanità con il progresso tecnologico.

Sono storie profondamente politiche, in cui organizzazioni oscure e megacorporazioni corrotte esercitano un monopolio tossico sulle vite delle persone, arrivando persino a digitalizzare la coscienza in nome dell’innovazione.

Tutti questi tratti distintivi del genere si ritrovano nel romanzo del 2002 Altered Carbon di Richard K. Morgan, ma è proprio l’umanità a emergere come l’aspetto più affascinante in un mondo così distopico. Quando sembra che non ci sia più nulla da dire, Altered Carbon ti risveglia con la dose necessaria di cinismo e inventiva che tiene in vita il genere cyberpunk.

altered carbon kinnamanIl romanzo porta con fierezza i segni delle sue influenze — dalla trilogia dello Sprawl di William Gibson a Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip K. Dick — ma Morgan spinge al massimo la violenza esplicita e l’edonismo, obbligandoci a riflettere sul concetto di “riconfezionamento” del corpo e sulla mancanza di attenzione per ciò che resta il nodo centrale dell’esperienza umana: l’anima.

L’adattamento Netflix di Altered Carbon è interessante: da un lato si affida agli espedienti tipici per far funzionare ogni serie sci-fi cyberpunk, ma li tratta abbastanza bene da meritare elogi. Takeshi Kovacs, il mercenario risvegliato 300 anni dopo la morte della sua “custodia” precedente, è il veicolo perfetto per il cinismo ultraviolento che la storia richiede.

Nonostante le sue imperfezioni, la serie è stata molto apprezzata dalla critica, ma è stata interrotta bruscamente dopo appena due stagioni. Una scelta imputabile all’ormai ben nota imprevedibilità delle piattaforme streaming, o c’è una ragione più concreta? Altered Carbon si è rivelata molto più costosa del previsto. La seconda stagione si è conclusa nel febbraio 2020, e qualsiasi discussione sul futuro della serie è stata inevitabilmente offuscata dalla pandemia.

Quando la notizia della cancellazione è arrivata nell’agosto successivo, molti hanno attribuito la decisione proprio al Covid-19. In realtà, la causa non è stata sanitaria: tutto porta a pensare che la seconda stagione abbia avuto un pubblico troppo ridotto per giustificare i costi di produzione.

La politica di Netflix al tempo è ben riassunta da una dichiarazione del 2018 di Cindy Holland, ex vicepresidente dei contenuti originali:

La cosa più importante che guardiamo è: otteniamo abbastanza visualizzazioni da giustificare il costo della serie? Guardiamo anche ad altri fattori: quanto è amata dalla community, quanto è presente sui social… ci sono tanti elementi da considerare.”

Anche se Altered Carbon non ha avuto l’impatto di Black Mirror, è riuscita a stimolare discussioni sui limiti della sci-fi televisiva, contribuendo al panorama cyberpunk. Ma è stata una produzione costosissima, costruita su scenografie ricche di dettagli e oggetti di scena che restituivano una sensazione viscerale di sovrabbondanza e decadenza high-tech.

Il sovraccarico sensoriale era una cifra stilistica, soprattutto per rappresentare l’élite che viveva tra le nuvole, mentre i “terrestri” restavano confinati al suolo, in condizioni socioeconomiche inferiori. Inoltre, la serie richiedeva una varietà scenica enorme: mondi come l’ Harlan’s World, dominato dall’acqua, necessitavano di un design completamente diverso rispetto al crocevia multietnico di Latimer.

altered carbon 2 serie 2020 anthony mackieAnche se Netflix non ha mai pubblicato dati ufficiali su budget e ascolti, Joel Kinnaman — protagonista della prima stagione — ha dichiarato che Altered Carbon aveva “un budget più grande delle prime tre stagioni di Il Trono di Spade.” Alcune fonti parlano di circa 7 milioni di dollari a episodio, ma le parole di Kinnaman fanno pensare a cifre ancora più alte.

Al di là dei problemi economici, Altered Carbon era destinata al fallimento come serie cyberpunk. Non è controverso dire che la prima stagione sia nettamente superiore alla seconda, nonostante i limiti già presenti fin dall’inizio. La novità e la complessità del primo arco narrativo si dissolvono nella seconda stagione, che cambia drasticamente approccio e sacrifica la cura per i dettagli.

La prima stagione gestisce due versioni di Kovacs — Will Yun Lee e Joel Kinnaman — collegate in modo sottile ma profondo. L’amore che sopravvive al tempo e alla mortalità guida la sua ricerca, rendendo coerente il passaggio alla seconda stagione, dove Kovacs riceve un nuovo corpo interpretato da Anthony Mackie.

Mackie dà nuova vita al personaggio, con un’interpretazione carismatica e ironica, ma questa versione di Kovacs risulta troppo diversa: sorride, scherza, è affabile — tutto ciò che Kovacs non è mai stato. Questo tradisce il cuore tematico della serie: l’idea che l’anima persista oltre ogni “custodia” fisica. Kovacs, per definizione, è un soldato letale, chiuso, implacabile.

Anche senza questa discrepanza, la seconda stagione appare più generica, più superficiale. E qui torniamo al punto centrale: il cyberpunk è molto più di una collezione di neon e costumi tech. Il secondo capitolo sembra dimenticarlo, optando per l’estetica senza sostanza. Inoltre, l’adattamento Netflix si allontana così tanto dalla visione dei romanzi di Morgan da diventare quasi irriconoscibile. Alla fine, ciò che resta è un mondo vuoto, che implode su sé stesso per mancanza di profondità e originalità.