Voto: 7.5/10 Titolo originale: Reacher , uscita: 03-02-2022. Stagioni: 3.
Reacher, stagione 3: la recensione dei nuovi episodi con l’erculeo Alan Ritchson (su Prime Video)
20/02/2025 recensione serie tv Reacher di Marco Tedesco
Un ritorno trionfale, brutale e intelligente, una celebrazione dell'eroe action per eccellenza

Reacher è l’archetipo dell’eroe americano, un titano in carne e ossa che incarna l’idea del giustiziere errante, il guerriero solitario senza legami, privo di paure e dubbi, che agisce con la spietata sicurezza di chi non ha mai torto. È un personaggio quasi mitologico, un Achille moderno che combatte il crimine con la stessa ferocia con cui i semidei affrontavano mostri e avversari.
La sua semplicità è la sua forza: è più forte, più intelligente, più capace di chiunque altro, e non ha tempo per esitazioni morali o introspezioni superflue. Per questo Reacher non è solo un power fantasy, è IL power fantasy per eccellenza. Una macchina perfetta di intrattenimento, che offre esattamente ciò che promette: pugni, vendetta e un eroe impossibile da fermare.
Dopo una seconda stagione altalenante, la terza stagione di Reacher aveva molto da dimostrare. Doveva tornare all’essenza del personaggio, abbandonare le divagazioni e i compromessi, e riaffermare ciò che aveva reso la prima stagione un successo clamoroso. Il risultato?
Una serie che non solo corregge gli errori passati, ma stabilisce un nuovo standard per l’adattamento di Jack Reacher. Reacher stagione 3 non è solo un ritorno in forma: è una dichiarazione di intenti. Più brutale, più efficace e persino più divertente, il nuovo capitolo si muove con la sicurezza di chi sa esattamente cosa vuole offrire. E lo fa senza esitazioni.
Tratta da “La vitima designata / Persuader“, settimo (e probabilmente migliore) romanzo della saga, la nuova stagione porta Reacher in una villa di lusso nel Maine, controllata da un pericoloso uomo d’affari (interpretato da Anthony Michael Hall) con un esercito privato al suo servizio.
Ovviamente, il nostro protagonista non è intrappolato in quella fortezza: sono i cattivi a essere intrappolati lì dentro con lui. Senza entrare troppo nei dettagli della trama (il primo episodio mantiene il magistrale colpo di scena iniziale del libro), basti sapere che qualcuno ha fatto un torto a Reacher. E chi sbaglia con Reacher, non vive a lungo.
Il grande merito della serie è quello di aver capito, fin dal primo fotogramma, che Alan Ritchson è Reacher. È il perno attorno a cui ruota tutto, un colosso di muscoli e intelletto che riesce a bilanciare perfettamente ironia, carisma e brutalità. Ritchson è spaventosamente convincente nel ruolo, che interpreta con un’ironia glaciale e un’intensità fisica disarmante. È il tipo di attore che può spaccare un cranio e poi tirare fuori una battuta secca e lapidaria, senza mai sembrare ridicolo. Guardarlo all’opera è come osservare il protagonista di una leggenda moderna, una forza della natura che smantella sistematicamente ogni ostacolo con la sicurezza di un titano.
Se Reacher è un personaggio statico (nel senso che non ha bisogno di cambiare, e mai cambierà), il compito di portare sfumature alla narrazione spetta ai comprimari. E qui entra in scena Sonya Cassidy, vera e propria rivelazione della stagione. Nei panni dell’agente della DEA Duffy, Cassidy regala al pubblico una delle migliori controparti mai viste accanto a Reacher: dura, sarcastica, con un accento di Boston che riempie la scena.
Il suo personaggio è l’opposto perfetto di Reacher: mentre lui è metodico, silenzioso e letale, lei è un fiume in piena, un’arma carica che non ha paura di dire esattamente quello che pensa. Il loro rapporto, inizialmente ostile, si trasforma in una collaborazione irresistibile, aggiungendo un elemento di tensione e umorismo che eleva l’intera stagione.
Anche Anthony Michael Hall sorprende, offrendo un villain inaspettatamente sfaccettato. Non è il classico cattivo monodimensionale, ma un uomo disperato che ha perso il controllo della situazione. La sua incapacità di gestire il figlio (Johnny Berchtold) lo rende persino umano, il che è un ottimo contrasto con la brutalità inflessibile di Reacher.
Dopo una seconda stagione che aveva reso le scene d’azione un po’ troppo generiche e caotiche, la terza stagione riporta “Reacher” alle origini, con combattimenti brutali, coreografati con precisione chirurgica. Niente sparatorie anonime o esplosioni gratuite: qui si tratta di pura, viscerale violenza corpo a corpo.
E la cosa incredibile è che, nonostante tutta la sua iper-mascolinità e invincibilità, Reacher riesce a rendere ogni scontro imprevedibile e appassionante. Le sue risse sono piccoli capolavori di tensione e strategia.
C’è un’energia esilarante in questa stagione, un senso di gioco che rende ogni scena un piccolo spettacolo. Ogni scontro è una danza della distruzione, e il modo in cui Ritchson domina la scena, con la sua fisicità incredibile e il suo carisma impassibile, trasforma ogni combattimento in un piccolo evento. È la fusione perfetta tra realismo e spettacolarità, tra la precisione di un film di Michael Mann e l’energia esplosiva di un classico action anni ‘80.
Reacher è stata spesso etichettata come una “serie per papà”, così come i romanzi di Lee Child sono stati liquidati come “letture da aeroporto”. Ma sottovalutare questa serie significa ignorare l’incredibile abilità che serve per creare intrattenimento puro, senza fronzoli, senza pretese, ma con un’esecuzione impeccabile. Quando una produzione TV è fatta così bene, non è più solo “intrattenimento”, diventa un’arte a sé.
Questa stagione è tutto ciò che Reacher doveva essere: un’adrenalinica, brutale, intelligente e a tratti sorprendentemente sexy celebrazione del più iconico eroe action della narrativa moderna. Dopo il passo falso della seconda stagione, questa è una vittoria schiacciante. Reacher è tornato. Ed è più letale che mai.
Di seguito – sulle note di Carry on wayward son dei Kansas – trovate il full trailer doppiato in italiano della terza stagione Reacher:
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