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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Tulsa King , uscita: 13-11-2022. Stagioni: 2.

Tulsa King, stagione 1: la recensione della serie con Sylvester Stallone versione gangster (su Paramount+)

26/12/2022 recensione serie tv di William Maga

La star 76enne è un mafioso al servizio degli esperti Taylor Sheridan e Terence Winter in un'opera insolita e riuscita, che ne fa emergere i lati attoriali meno conosciuti

tulsa king stallone 2022

A volte si sa quando le stelle si allineeranno. La leggenda narra (ed è vera) che il creatore dell’acclamata – tra le altre cose – Yellowstone, Taylor Sheridan, abbia scritto la prima stesura della sceneggiatura della serie Tulsa King in meno di 24 ore, mentre guardava specificamente a Sylvester Stallone per il ruolo di protagonista.

La Paramount, per ovvie ragioni, si è pertanto affidata ciecamente al giudizio dell’autore – e a questo suo insolito progetto – perché il pubblico pare non averno ancora abbastanza degli spin-off di Yellowstone da lui creati (ce ne sono già due, e altre sono in arrivo), essendo Taylor Sheridan riuscito a decifrare il ‘codice televisivo’ sbancando la concorrenza delle decine di show che si contendono gli occhi degli abbonati su base settimanale.

E non è nemmeno un caso che Tulsa King abbia debuttato negli USA nella stessa serata del ritorno della quinta stagione della serie ammiraglia con Kevin Costner, sebbene quella con Sylvester Stallone sia completamente diversa. Il creatore di Boardwalk Empire, Terence Winter, si è seduto dietro alla mdp per i 10 episodi che vedono la superstar 76enne esibirsi nei panni di un boss mafioso italoamericano che ha scontato decenni di carcere duro e che ora è pronto per una rivincita. Che cosa ottiene? Beh, diciamo solo che Tulsa è una bella cittadina e sarebbe davvero un peccato se qualcosa … avete capito.

tulsa king serie poster 2022Inizialmente Taylor Sheridan aveva pensato di ambientare il tutto a Kansas City, ma lo spostamento a Tulsa funziona bene come teatro dell’arrivo della mafia e della sua proliferazione. È un avvenimento tanto inaspettato quanto divertente, e giunge anche sulla scia di una sorta di ‘emergenza culturale’ per l’ex capitale mondiale del petrolio. È davvero un’idea appropriata.

Non molto tempo fa, Damon Lindelof aveva deciso che il Dottor Manhattan di Watchmen si sarebbe dovuto nascondere proprio a Tulsa (perfetto, perché chi lo sospetterebbe?), e Sterlin Harjo aveva scelto l’area circostante per permettere a Reservation Dogs di offrire una degna ‘prospettiva indigena’ (anche se lì i protagonisti vorrebbero lasciare quel luogo).

Inoltre, sembra che i personaggi spesso tendano a essere mandati ‘involontariamente’ a Tulsa. È successo allo sfuggente Gary in Justified e a Chandler in Friends. Ora, il Dwight “The General” Manfredi di Sly si ritrova suo malgrado a gestire la cittadina, e non ne è entusiasta, ma ci sta lavorando. Sylvester Stallone, invece, si diverte evidentemente un mondo nel ruolo.

È roba glamour, gente.

Inoltre, sappiamo che si tratta di una storia di ‘pesci fuor d’acqua’, perché questo mafioso newyorkese dalla parlantina affilata non riesce ad abbandonare le vecchie abitudini metropolitane, nemmeno in un mondo più provinciale e abituato ad altre regole e ritmi.

Soprattutto, Tulsa King ci offre la possibilità di vedere in azione una grande icona hollywoodiana in un contesto ‘piccolo’, per così dire. Infatti, anche se Sylvester Stallone ha realizzato molti progetti che non prevedono l’interpretazione di Rocky Balboa o di John Rambo, il suo nome è ancora sinonimo di quei due ruoli. È quindi facile dimenticarsi che è capace di molto altro.

Provate a ricordare una certa scena di Rambo, quando il PTSD fa capolino verso la fine di un film in cui la star è rimasta per lo più in silenzio. L’interpretazione cambia in un attimo, e non si può che restare piacevolmente colpiti (durante un momento del secondo episodio in particolare) da un’esplosione di emozioni. Difficile prevedere di rimanere ‘scossi’ dalle imprese di Dwight Manfredi, eppure c’è qualcosa di veramente magico nel vedere Sly abbandonare scenari apparentemente a lui più ‘consoni’ in modi che funzionano a livello comico.

In ogni caso: la bozza della sceneggiatura di Tulsa King potrà pur essere stata scritta quasi di getto da Taylor Sheridan, ma è in qualche modo il ruolo che Sylvester Stallone si è preparato a interpretare. È parimenti efficace al suo amico/rivale Arnold Schwarzenegger per quanto riguarda le sentenze brevi e ad effetto, ma il suo Dwight è un tipo stratificato e l’attore 76enne ha recentemente dichiarato di non aver “mai lavorato così duramente in vita mia“.

Inoltre, è divertente vedere la star interagire – soprattutto con lo sguardo e le espressioni facciali – con un cast di personaggi tipicamente oklahomiani, due dei quali sono interpretati da Andrea Savage e Garrett Hedlund.

tulsa king serie 2022 stallonePer chi se lo chiedesse, Sly è comunque ancora in grado di menare le mani ed è pronto a ‘fare brutto’ ai dispensatori di marijuana per racimolare un po’ di soldi in cambio di protezione. È una versione molto ‘amplificata’, versione 2022, del Vito Corleone di Robert De Niro quella che Taylor Sheridan porta in scena.

In definitiva, però, Dwight è un tipo piuttosto ‘buono’ per essere un classico mafioso. Sta re-imparando a conoscere le sensazioni di una compagnia femminile dopo due decenni dietro le sbarre e cerca di riaccendere un vecchio legame che finisce per essere, beh, complicato.

In tutto questo, la serie getta le basi per fare di Tulsa stessa un vero e proprio personaggio che sta in piedi da solo. È stata girata veramente in Oklahoma (e non in qualche teatro di posa di Atlanta), sia a OKC che a Tulsa, dove alcuno punti di riferimento locali fanno naturalmente capolino, su tutte il famoso Golden Driller (che è esattamente ciò che sembra …) e una serie di frammenti della Route 66. Si tratta di una città ‘strana’, dove i grattacieli fanno da sfondo al bestiame che si aggira per le strade. Capita!

In altre parole, Tulsa è l’ambientazione contraddittoriamente perfetta per uno show come Tulsa King, in cui Sylvester Stallone interpreta un uomo che cerca di comprendere i nuovi costumi sociali, Internet e cose semplici come prendere un Uber. Si vede che si sta divertendo molto, ed è sempre palpabile e meraviglioso vedere qualcuno che fa al meglio ciò che ama e gli dà il pane.

Terence Winter e Taylor Sheridan contribuiscono alla riuscita complessiva con la loro sensibilità, ovviamente attraverso il modo collaudatissimo del primo di trattare argomenti legati alla criminalità e la prolifica capacità di scrittura del secondo. Uno che trasformato il western televisivo e ha trascinato addirittura un vecchietto come Sylvester Stallone sul piccolo schermo. Non male per uno che ha fatto il ‘poliziotto buono’ in Sons Of Anarchy, no?

Di seguito trovate il full trailer di Tulsa King, in esclusiva su Paramount+ dal 25 dicembre: