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Alan Moore: “Cinecomic grotteschi e pericolosi; Adam West il miglior Batman”

13/10/2020 news di Redazione Il Cineocchio

Lo scrittore e sceneggiatore inglese torna a criticare l'industria hollywoodiana e il concetto di supereroi pensati per un pubblico di maggiorenni; poi dice la sua sul Joker di Todd Phillips

alan moore

Dopo aver sparato a zero sull’industria dei fumetti e adattamenti cinematografici hollywoodiani poco meno di un anno fa, lo scrittore e sceneggiatore Alan Moore (cui si devono classici del calibro di Watchmen e V per Vendetta) ha rincarato ora la dose in una nuova intervista.

Una delle domande lo ha portato a parlare della supposta per il recente Joker di Todd Phillips (la nostra recensione) con la sua seminale graphic novel Batman: The Killing Joke del 1988. Questa la caustica risposta di Alan Moore:

Mi è stato riferito che il film Joker non sarebbe mai esistito senza la mia storia sul Joker, ma tre mesi dopo averla scritta io la stavo già rinnegando … Era troppo violenta – si trattava di Batman per la miseria … un tizio vestito da pipistrello.

BatmanTheKillingJoke.jpgIl ‘bardo di Northampton’ ha poi specificato che per lui è stata quella incarnata giocosamente da Adam West negli anni ’60 la migliore versione dell’Uomo Pipistrello mai arrivata sugli schermi:

Sono sempre più convinto che la versione migliore di Batman sia stata quella di Adam West, che non si prendeva affatto sul serio.

Alan Moore ha infine parlato di nuovo dei cinecomic più in generale, condividendo senza mezzi termini i suoi pensieri su come abbiano avuto – e stiano ancora avendo – un effetto gravemente dannoso sugli altri film e sul livello culturale:

Non guardo nessun tipo di film di supereroi. Tutti questi personaggi sono stati rubati ai loro creatori originali, tutti quanti. Hanno una lunga fila di fantasmi dietro di loro. Nel caso dei film Marvel, Jack Kirby. Non ho alcun interesse per i supereroi, erano una cosa che venne inventata alla fine degli anni ’30 per i bambini e sono perfetti come intrattenimento per i bambini. Ma se provi a realizzarli per il mondo degli adulti, penso che la cosa diventi un po’ grottesca.

La maggior parte delle persone equipara i fumetti ai film di supereroi ora. Ciò aggiunge un altro strato di difficoltà per me. Non vedo un film di supereroi dal primo Batman di Tim Burton. [Questi prodotti] hanno rovinato il cinema e anche la cultura in una certa misura. Diversi anni fa dissi che pensavo fosse un segnale davvero preoccupante il fatto che centinaia di migliaia di adulti facessero la fila per vedere dei personaggi che erano stati creati 50 anni prima per intrattenere ragazzini di 12 anni. Questo comportamento sembrava dirla lunga su una sorta di desiderio di fuga dalle complessità del mondo moderno, per tornare a un’infanzia nostalgica, un bel ricordo. Mi era sembrato pericoloso, stava infantilizzando la popolazione. Potrebbe essere del tutto una coincidenza, ma nel 2016, quando il popolo americano ha eletto un’arancia nazionalsocialista [come Presidente] e il Regno Unito ha votato per lasciare l’Unione europea, sei dei primi 12 film col maggior incasso della stagione sono stati cinecomic. Non voglio dire che una sia causa dell’altra, ma ritengo che siano entrambe sintomi della stessa cosa: una negazione della realtà e un bisogno di soluzioni semplicistiche e sensazionali.

Parole naturalmente pesanti, ma è anche vero che il cinema è in genere proprio una fuga dai problemi e dalle sofferenze della vita quotidiana per molti individui. E chissà che invece, se solo ci provasse, Alan Moore non troverebbe interessanti almeno prodotti come Logan – The Wolverine o serie come The Boys e Doom Patrol.

Di seguito, una divertente scena dal telefilm Batman con Adam West:

Fonte: Deadline