Titolo originale: Les Animaux Anonymes , uscita: 29-09-2021. Regista: Baptiste Rouveure.
Anonymous Animals | La recensione del film di Baptiste Rouveure (Sitges 53)
12/10/2020 trailer news di Sabrina Crivelli
Il regista francese esordisce con una lancinante metafora del rapporto tra uomo e mondo animale che porta all'estremo il concetto di teriomorfismo
Singolare, minimale e inquietante, Anonymous Animals (Les Animaux Anonymes) lascia spiazzati e profondamente disturbati. Infatti, il film di debutto di Baptiste Rouveure (che ne scrive anche la sceneggiatura) ci mostra tutto l’orrore celato dietro al nostro rapporto deviato con gli animali e la natura, ed è una dolorosa rivelazione.
La crudeltà dell’uomo nei confronti delle altre creature emerge con tutta la sua forza a posizioni contrapposte. Molte pratiche a cui siamo abituati, alcune diffuse e ritenute normali, altre illegali, ma comunque non debellate, appaiono assai più cruente e inaccettabili se a subirle è un essere umano… Questa è l’idea dominante delle paradossali scenette che seguono una serie individui mascherati da toro, cavallo, cane, cervo (e così via) mentre si accaniscono con prigionieri umani semi-nudi, terrorizzati e impotenti.
L’uccisione delle mucche al macello, la lotta tra cani e la caccia a una preda scappata alla sua esecuzione divengono allora in Anonymous Animals metafora del male profondo che la nostra società porta avanti senza alcun senso di colpa. L’omicidio, la prigionia e la tortura sarebbero percepite in modo molto diverso se fossimo noi a subirle. Viene così sapientemente abbattuto il muro di ipocrisia che ci regala facili scuse, ci permette di guardare dalla parte opposta.
Il messaggio è forte, ma non c’è alcun didatticismo nella maniera in cui viene trasmesso. Anonymous Animals, anzi, scava nel puro horror per risvegliare le coscienze. Un’atmosfera lugubre ammanta i boschi deserti e i desolanti spazi di un mattatoio semi-vuoto. L’angoscia e la tensione salgono, quando uno dei misteriosi personaggi mascherati trascina in macchina o su un furgone una o più delle sue vittime. L’inquietudine è poi acuita ulteriormente dall’assoluta mancanza di dialoghi.
D’altronde, l’umanità regredita allo stato ferino non possiede la parola, mentre i loro animaleschi carnefici emettono più che altro versi. Il sonoro in Anonymous Animals esiste, non negli scambi verbali, ma nei suoni di fondo. Agghiaccianti suoni di fondo. L’abbaiare grottesco di cani umanoidi segna la loro eccitazione, oppure il ruggito prorompente di un gigantesco orso richiama alla caccia un cervo munito di fucile. All’opposto, uomini e donne emettono sibili sommessi, ansimano o guaiscono, ma sono i loro occhi strabuzzati a comunicarci l’essenza di tutto il loro terrore. In ultimo, ci sono i passi che scandiscono le fughe nel bosco e le foglie che scricchiolano al sopraggiungere dell’ennesimo spietato inseguitore.
Con i suoi soli 64 minuti e il suo carattere profondamente antinarrativo, Anonymous Animals è un film ostico, quasi ermetico, ma al contempo fortemente suggestivo. Basandosi quasi solo sugli elementi visivi e la mimica degli attori senza maschere, oppura sulla gestualità e prossemica aggressiva di quelli mascherati, turba non poco lo spettatore. D’altronde, le opere veramente sperimentali e coinvolgenti non di rado lavorano sulla sfera emotiva per suscitare la giusta reazione, e lo fanno sconvolgendo chi guarda. Ma ci sarà senz’altro qualcuno che dirà che tutto quanto è scontato e banale.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Anonymous Animals:
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