Voto: 7/10 Titolo originale: 竜とそばかすの姫 , uscita: 16-07-2021. Regista: Mamoru Hosoda.
Belle: la recensione del film animato di Mamoru Hosoda (Sitges 54)
16/10/2021 recensione film Belle di William Maga
Il regista giapponese parte da La Bella e la Bestia per parlare di paure adolescenziali e di come trovare la propria voce nel mondo, includendo un commento sull'uso dei social media
La Bella e la Bestia esercita palesemente una forte influenza su Belle (Ryu to Sobakasu no Hime), l’ultima fatica di Mamoru Hosoda, un’opera tanto gloriosamente animata quanto emotivamente potente. Raccontando la storia di una liceale molto poco sicura di sé che diventa una star in un popolarissimo mondo virtuale, lo sceneggiatore e regista nominato all’Oscar per Mirai mette la sua eroina in rotta di collisione con una temibile creatura che nasconde a sua volta un brutto segreto.
Chi ama il classico Disney noterà facilmente gli omaggi diretti di Mamoru Hosoda, ma – alla fine – il maestro giapponese riesce ad aggiungere il proprio personale tocco a quel racconto ormai abusato in molteplici rifacimenti, trasformando la favola in una metafora sulla famiglia, la ricerca di identità e il superamento del trauma.
Proiettato in anteprima mondiale al Festival di Cannes (e poi passato per Locarno, Sitges e Roma), Belle riceverà sicuramente una spinta pubblicitaria grazie non solo agli inevitabili rimandi al film del 1991, ma anche alla attualità delle sue tematiche, che vanno dalla diffusione e il ‘coretto’ utilizzo dei Social Media fino alle concretissime ansie tipiche dell’adolescenza.
Suzu (doppiata in originale da Kaho Nakamura) è una ragazza di 17 anni timida e goffa che vorrebbe essere estroversa e carina come la sua amatissima e invidiatissima compagna di classe Luka (Tina Tamashiro). Quindi, quando decide di creare un profilo su ‘U’, un regno virtuale iperrealistico, copia parte dell’aspetto di Luka per il suo avatar, sbalordendo ben presto – e con sua somma sorpresa – la grande comunità online con la sua bellezza e la sua straordinaria capacità di cantare.
Ma Suzu incontra presto una spaventosa Bestia – o Drago – (Takeru Satoh), che vive da sola in un castello fluttuante nascosto da qualche parte che, irata col mondo, si rifiuta di di avvicinarsi a chiunque – o di essere avvicinata -, e tantomeno spiega l’origine delle brutte cicatrici sul suo corpo.
Belle non è particolarmente originale nella sua disamina della nostra esistenza strettamente dipendente da Internet, fatta di ‘maschere’ dietro le quali ci nascondiamo per evadere e vivere esistenze lontane da quelle di tutti i giorni, tra attacchi da parte degli hater, trollate gratuite e sincera ammirazione, mentre la sua cronaca spensierata delle preoccupazioni adolescenziali, come l’uscire fuori dal guscio e provare ad adattarsi, è altrettanto abbastanza ‘standard’ (specie se non si è digiuni di prodotti giapponesi).
Eppure, la visione di Mamoru Hosoda di ‘U’ è sorprendente (almeno quanto quella dipinta in Ready Player One), regalandoci un regno magico in cui i coloratissimi e bizzarri avatar sfidano la forza di gravità all’interno di una infrastruttura che ricorda un’elegante e scintillante megalopoli. Le ballate pop che Suzu canta nei panni del suo alter ego Belle sono orecchiabili e armoniose, ed è intrigante vedere questa giovane donna (letteralmente) trovare la sua voce nascondendosi dietro un travestimento digitale, che – per una volta – diventa realmente aiuto e cura per chi lo indossa.
Come ci si potrebbe aspettare, però, la celebrità della disinibita Belle complica le cose per l’introversa e insicura Suzu, che è ancora in lutto per la perdita di sua madre, avvenuta in tenera età. E mentre la protagonista cerca di rompere la dura scorza esterna della misteriosa Bestia – per non parlare di scoprire che sia nella vita reale e aiutarla anche in concreto – il film prende una svolta verso le scene melodrammatiche e ‘replicanti’ quelle ben note del film Disney del 1991, inclusa la famosa sequenza del ballo.
All’inizio, sembra quindi che Mamoru Hosoda voglia semplicemente ‘aggiornare’ La Bella e la Bestia, ma ci sono sorprese in serbo che non dovrebbero essere rovinate prima di averlo visto. Va detto, tuttavia, che ciò che rende Belle efficace nel suo incedere è la sovversione da parte del regista della narrativa di quella fiaba – in particolare, la sua nozione di vera bellezza e le ragioni per cui la Bestia è diventata così diffidente e aggressiva verso il mondo.
Anche se un po’ troppo lungo, arriva a 127 minuti, il film ha in effetti bisogno di una durata tale per esplorare al meglio la figura di Suzu e poi cambiare marcia una volta che la Bestia – e il suo doloroso segreto – diventano altrettanto importanti per la trama.
Oltre ai protagonisti, Belle fa anche un buon lavoro nel rimpinguare il suo cast di supporto, in particolare con Ryo Narita nei panni dell’amico d’infanzia di Suzu, che potrebbe – o meno – provare dei forti sentimenti per lei. Che si tratti della compagna senza peli sulla lingua Hiro (Lilas Ikuta) o del suo premuroso padre (Koji Yakusho), che non è mai stato in grado di riavvicinarsi completamente a sua figlia dopo la morte della moglie, la giovane può contare in realtà su una famiglia allargata piuttosto amorevole nel mondo reale.
Potrebbe pure suonare come una lezione di vita troppo semplicistica, ma il suggerimento di Belle che non abbiamo bisogno di immergerci 24h in un regno virtuale per trovare un senso di comunità e la forza per capire chi siamo resta sempre apprezzato e meritevole di essere ribadito.
Di seguito il trailer italiano di Belle, la cui data di uscita nei nostri cinema è stata fissata al 17 marzo 2022:
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