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Voto: 5/10 Titolo originale: Books of Blood , uscita: 07-10-2020. Regista: Brannon Braga.

Books of Blood | La recensione del film horror di Brannon Braga (ispirato ai Libri di Sangue di Barker)

18/10/2020 recensione film di Sabrina Crivelli

Il regista snatura l'opera dello scrittore inglese in un'antologia televisiva innocua, priva di terrore e perversione

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I Libri di Sangue (Books of Blood) di Clive Barker sono una vera e propria pietra miliare per gli appassionati di letteratura del terrore. Raccolti in origine in sei volumi di storie originali, furono pubblicati per la prima volta nella metà degli anni ’80, lasciando un segno indelebile nel periodo a seguire. Ebbene, chiunque si sia approcciato a questi piccoli capolavori dell’horror avrà forse potuto avere qualche incubo, sarà probabilmente sobbalzato o ne avrà divorato con angoscia le pagine, ma di sicuro non sarà rimasto annoiato dalle trame.

Dettagli scabrosi, sangue, carni dilaniate, spettri e personaggi morbosi d’ogni tipo (oltre a entità sovrannaturali assetate di sacrifici), la gamma di orrori è in essi ampia e variegata, e nonostante i normali alti e bassi tra un racconto e l’altro, il livello del testo originale resta sempre ragguardevole.

Quando, dunque, a inizio 2019 fu annunciato che Brannon Braga (The Orville, Star Trek: Enterprise) stava sviluppando un adattamento per il piccolo schermo di alcuni dei racconti contenuti proprio nei Libri di Sangue, la notizia ha suscitato inevitabilmente non poca attesa tra i fan dello scrittore, e anche una qualche aspettativa. Certo, non è la prima volta che un’opera di Clive Barker ispira un film, basti pensare a Prossima Fermata: L’inferno di Ryūhei Kitamura, Rawhead Rex di George Pavlou, Dread di Anthony DiBlasi, Book of Blood di John Harrison, per non parlare di Candyman o della longeva saga di Hellraiser (non tratta però dai Books of Blood) il cui capostipite cinematografico è stato diretto dallo stesso autore.

books-of-blood-film-poster-2020Senza troppi giri di parole, la trasposizione voluta da Hulu dei Libri di Sangue diretta da Brannon Braga, che ne ha anche curato la sceneggiatura con Adam Simon (la serie Salem, Il messaggero), riesce a rendere vacuo e senza stimoli quello che era un concentrato di perversione. L’originale letterario viene infatti snaturato, banalizzato, non tanto – o solamente – nei contenuti, ma è lo spirito di fondo stesso a esserne tradito.

Il film si divide in tre segmenti, ciascuno correlato con gli altri da una serie di rimandi diretti. In apertura, un killer di professione (Yul Vazquez, Midnight, Texas) è alla ricerca di un misterioso volume, i Libri di Sangue per l’appunto, ed è disposto a ogni cosa per ottenerlo. Stacco, un intermezzo – decisamente la parte più riuscita – ci mostra un corpo dilaniato dai tagli su cui emergono i nomi dei protagonisti di ciascun capitolo.

Poi, veniamo sbalzati in una suggestiva casa affacciata sul mare e in mezzo a un bosco, dove Jenna (Britt Robertson) abita con i genitori. Ansiosa, aggressiva e affetta da “misfonia”, una sindrome di ipersensibilizzazione dell’udito, l’adolescente cerca invano di superare un trauma recente. Per evitare di essere rispedita in una clinica psichiatrica, una notte decide di scappare a Los Angeles e prende in affitto una stanza in una suggestiva villa gestita da due amabili padroni di casa. Tuttavia, la loro gentilezza nasconde un terribile segreto.

Segue la storia di Mary (Anna Friel), una brillante psicologa specializzata nello smentire teorie o credenze sul paranormale. Tuttavia, la donna viene avvicinata da quello che sembra un ciarlatano, Simon (Rafi Gavron), che dichiara di essere in grado di parlare con i defunti e, nella fattispecie, con il figlio di lei, scomparso a soli 7 anni a causa della leucemia. La donna inizialmente è sospettosa, ma lui riesce a convincerla. Sarà vero o sarà tutta una finzione? Comunque sia, entrambi otterranno ciò che meritano.

I problemi con la versione filmica dei Books of Blood sono diversi. Anzitutto, ce n’è uno di carattere narrativo, tematico. Benché si utilizzi infatti il titolo ‘ombrello’ usato da Clive Barker, non esiste in verità nessuna diretta connessione tra i racconti libreschi e i capitoli del film di Hulu. Al contrario, questi ultimi sono basati su concept originali elaborati da Brannon Braga e Adam Simon. Se il rimando ai celebri volumi è chiaramente dovuto a necessità commerciali, quindi, la scelta di non attingere se non latamente al materiale barkeriano potrebbe invece essere motivata dal fatto che sia quasi impossibile tradurre su pellicola il surreale e oscuro immaginario dell’autore, come Rawhead Rex di George Pavlou aveva dimostrato già nel lontano 1986 (pur essendo un semplice B-movie).

books of blood film hulu 2020A parte non essere realmente ‘figlio’ degli scritti di Clive Barker, senza quindi paragoni scomodi sulle spalle, gli episodi di Books of Blood soffrono di una buona dose di semplificazioni. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che, almeno inizialmente, Hulu avesse previsto una serie antologica e che poi, già in via di sviluppo, abbia ridimensionato il tiro virando verso un più breve film televisivo in tre sezioni (più la cornice).

Ne deriva quindi una netta riduzione dell’ampiezza del progetto e degli spazi per sviluppare ed esplorare personaggi ed eventi, che sono infatti presentati in maniera fin troppo sbrigativa nei 107 minuti di durata complessiva. Ne risentono allora le parabole psicologiche dei protagonisti e dei cattivi, lo sviluppo delle dinamiche tra loro e, soprattutto, la suspense, che praticamente non esiste. Invece di creare lentamente la giusta tensione in un crescendo, si ammassano eventi registrati in maniera frettolosa e meccanica.

E neppure regia, fotografia e montaggio aiutano a risollevare la mediocrità diffusa. Tutto è standardizzato e piatto, come in effetti ci si aspetterebbe da un regista distante dal cinema come Brannon Braga. Non c’è nulla di metafisico, di scioccante, una scena memorabile. Le immagini sono catturate dalla macchina da presa senza il minimo guizzo creativo. Gli interni in penombra, gli esterni avvolti nell’oscurità totale e una serie di cliché del genere come il ricordo a vecchi edifici, strade poco illuminate, scricchiolii nei muri e spiriti malevoli fanno il resto. Non si prova nemmeno a puntare sui dettagli particolarmente gore o raccapriccianti. C’è giusto qualche jumpscare per mantenere gli spettatori desti a intervalli regolari.

Books of Blood è la fiera del prevedibile, la più recente e scialba filiazione di I Racconti della Cripta (Tales from the Crypt) ambientata ai tempi nostri.

books of blood film hulu 2020Qualche buona trovata fa capolino qua e là in Books of Blood. Le parole incise nella viva carne di un torso umano (che come detto fa da cornice e riprende una scena specifica del secondo segmento) sono una di queste. Va sottolineato che, oltre ad avere un particolare significato e ruolo nell’economia della storia, sono uno dei pochi elementi a essere ripresi pari pari da un racconto contenuto effettivamente nei Libri di Sangue di Clive Barker (nella fattispecie, il primo, che funge da cornice e che s’intitola proprio Book of Blood). Oltre a ciò, è interessante la cupa rappresentazione dell’Aldilà nel capitolo con protagonisti Mary e Simon (i nomi dei personaggi sono gli stessi del sopracitato racconto, ma la trama viene stravolta del tutto).

In definitiva, Books of Blood è una visione estremamente televisiva (nell’accezione peggiore della parola) e incredibilmente innocua, che non osa a nessuno livello, risultando una rilettura che spreca per l’ennesima volta una ghiotta occasione di rendere giustizia al genio macabro e tormentato di Clive Barker.

Di seguito trovate il full trailer: