Voto: 4.5/10 Titolo originale: Brazen , uscita: 13-01-2022. Regista: Monika Mitchell.
Brazen: la recensione del film giallo di Monika Mitchell (su Netflix)
14/01/2022 recensione film Brazen di Gioia Majuna
Alyssa Milano è la protagonista dell'adattamento para-televisivo e senza mordente del romanzo giallo di Nora Roberts
Non è chiaro il motivo per cui Netflix abbia scelto di acquisire e distribuire in esclusiva Brazen in questo inizio anno, ma potremmo probabilmente presumere che qualsiasi film con omicidi e misteri vari che abbia la decenza di durare intorno ai 90 minuti vada più che bene per blandire gli abbonati in cerca di ‘novità della settimana’ usa e getta, purché sembri a monte almeno vagamente divertente.
Basato sul romanzo pulp di Nora Roberts del 1988 dal titolo ‘Brazen Virtue’, l’adattamento cinematografico dal sapore decisamente televisivo diretto da Monika Mitchell (Un cavaliere per Natale) vede la rediviva Alyssa Milano (Streghe) nei panni della scrittrice di libri gialli Grace Miller, che naturalmente ha un talento autoproclamato per essere in grado di entrare “dentro la mente di un assassino”.
Quando la sua fragile sorella Kathleen, un’amata insegnante in una scuola prestigiosa, viene brutalmente uccisa mentre lei sta flirtando con il detective locale Ed (Sam Page), Grace decide che l’unico modo in cui la polizia potrà mai catturare il colpevole è se lei spargerà una manciata abbondante di rozze conoscenze derivanti dal suo lavoro di scrittura di romanzi sulla loro insalata investigativa.
Chiunque abbia visto almeno un episodio di Castle con Nathan Fillion si sentirà decisamente a suo agio con qui, dato che la ABC ha distribuito tra il 2009 e il 2016 ben otto stagioni di questa serie in cui “il romanziere di giallo più venduto d’America aiuta i poliziotti a risolvere i crimini”, ma anche la maggior parte di ogni altro procedurale visto in TV si adatta allo stampino di Brazen in modo sufficientemente adeguato, poiché Grace e co. decino precisamente di rivisitare la scena del crimine, seguire gli indizi e interrogare i sospetti, con la 49enne Alyssa Milano che di tanto in tanto strizza addirittura gli occhi verso una potenziale svolta nelle indagini e pronuncia qualche riga di dialogo che più ovvia e raccapricciante non si potrebbe, al punto che le risate non intenzionali sono molto sul menu.
Dopo aver scoperto che sua sorella stava aiutando a finanziare un’imminente battaglia per la custodia lavorando come camgirl nei panni di una dominatrice di nome Desiree, Grace e la polizia sono quindi pronti per dare la caccia a un serial killer quando un’altra delle sue amiche camgirl dominatrici cade preda dello stesso omicida di Kathleen, e da quel momento in poi la sceneggiatura ci cala nelle profondità della tipica formula di ogni prodotto procedurale medio uscito da Hollywood negli ultimi 20 anni, almeno fino a quando la protagonista conclude che dovrà lei stessa diventare l’esca infilandosi in una tutina di lattice lucido e facendo schioccare una frusta in webcam.
La pazienza dello spettatore a questo punto può variare a seconda di quanto siate disperati nel veder arrivare quel momento, ma a causa della già menzionata natura da film ‘da pomeriggio di Canale 5’ insita in Brazen, sappiate che questa ‘trasformazione’ non è sufficiente a scatenare alcuno shock o pulsione.
Incontriamo così una manciata di potenziali colpevoli mentre Grace e Ed indagano sulla morte di Kathleen. Forse dietro a tutto c’è il marito spietato e ammanicato di Kathleen? O potrebbe essere qualcuno che lavora nel sito di webcam in cui Kathleen aveva apertamente detto ai suoi clienti quanto fossero perversi? O forse è stato invece qualcuno sul suo posto di lavoro ‘regolare’, che ha riconosciuto Kathleen e ne è diventato malsanamente ossessionato?
Probabilmente aspetterete abbastanza a lungo per scoprirlo, ma quasi sicuramente non sarà per merito della regia, della sceneggiatura o delle performance insignificanti degli attori coinvolti.
Sarà forse per lo stesso motivo per cui vi soffermate solitamente a vedere fino in fondo un qualsiasi episodio di un procedurale televisivo, ovvero un misto di vaga curiosità, di ‘pigrizia’ nel cambiare canale e di mancanza di alternative.
Ma a dirla tutta, anche i più entusiasti di questo particolare genere faranno fatica a sostenere che Brazen riesca a raggiungere gli standard minimi di un episodio della già citata Castle. Non è intrigante o divertente, e la chimica sullo schermo tra Alyssa Milano e Ed Page è ai minimi termini per una coppia ‘calda’ in procinto di sbocciare. Non bastasse, Malachi Weir (Billions), che trasuda più presenza sullo schermo di chiunque altro nel film messo insieme, è completamente sprecato nei panni del partner esausto di Ed, Ben.
Il massimo che otterrete da questo guazzabuglio inerte che parla del mondo oscuro delle camgirl sarà allora un po’ di amaro in bocca per la superficialità patinata con cui tratta il delicato argomento, anche se è facile immaginare che molti schiacceranno PLAY su Brazen dopo aver dato un’occhiata alle ultime offerte casuali nella homepage di Netflix.
Anzi, visto l’andazzo, potrebbe addirittura rivelarsi un successo, e magari dare vita a una serie di sequel in cui Grace ci dà in pasto bocconcini di psicologia criminale spiccia che chiunque abbia un background fatto di Tenente Colombo e di Jessica Fletcher potrebbe parimenti offrire con noncuranza, e rimanendo umile.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Brazen, nel catalogo di Netflix dal 13 gennaio:
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