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Voto: 5.5/10 Titolo originale: Knock at the Cabin , uscita: 01-02-2023. Budget: $20,000,000. Regista: M. Night Shyamalan.

Bussano alla Porta: la recensione del film apocalittico di M. Night Shyamalan

01/02/2023 recensione film di William Maga

Dave Bautista e Rupert Grint sono i protagonisti di un adattamento dalla premessa affascinante, che alla resa dei conti non trova però il modo di 'fare cassa' sul dilemma su cui si poggia

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Fino a che punto vi spingereste per impedire la fine del mondo? Riuscireste a trovare la forza per sacrificare uno degli amori della vostra vita per salvare miliardi di sconosciuti? Alcuni potrebbero mostrarsi molto contrari all’idea. Se la fine sta davvero arrivando, vorrebbero infatti probabilmente passare i loro ultimi istanti tra le braccia dei rispettivi cari e basta. Altri potrebbero invece pensarci.

Questa è proprio la complessa domanda (ma ce ne sono molte altre più piccole …) che il co-sceneggiatore e regista M. Night Shyamalan si pone in Bussano alla Porta (Knock at the Cabin), thriller psicologico dagli afflati biblici classificato Rated R (abbastanza inspiegabilmente in verità) tratto dall’omonimo romanzo di Paul G. Tremblay del 2018 intitolato ‘The Cabin at the End of the World / La casa alla fine del mondo’.

Ci sono momenti di Bussano alla Porta che catturano bene la tensione palpabile di ciò che significherebbe una tale clamorosa decisione (scoprire improvvisamente di avere le chiavi per fermare l’Apocalisse fa paura, ok?). Tuttavia, i temi ideologici del sacrificio, dell’identità e del sottotesto religioso (da tempi non sospetti cari a M. Night Shyamalan) non collimano in modo così netto come la narrazione vorrebbe. Se il film si fosse concentrato solamente su un paio delle idee che voleva trasmettere, il finale – peraltro diverso da quello del libro – sarebbe potuto servire da delicato accumulo degli ‘eventi profetici’ mostrati in precedenza.

bussano alla porta poster film 2023Eric (Jonathan Groff) e il suo compagno Andrew (Ben Aldridge) portano la loro figlioletta adottiva di 7 anni Wen (Kristen Cui) in una baita isolata nella natura per una vacanza. Nei momenti iniziali di Bussano alla Porta, Wen si trova nei boschi e sta raccogliendo cavallette in un barattolo per una misteriosa ricerca, con tanto di simpatico taccuino per gli appunti al seguito.

Improvvisamente, appare un uomo grande e muscoloso che cammina verso di lei, di nome Leonard (Dave Bautista). Ovviamente Wen è preoccupata, ma i due parlano brevemente e Leonard, con il suo atteggiamento calmo, esprime il suo rammarico per ciò che dovrà fare.

Poco dopo, dagli alberi emergono altre tre persone: un’infermiera di nome Sabrina (Nikki Amuka-Bird), una cuoca di nome Adriane (Abby Quinn) e una testa calda di nome Redman (Rupert Grint). Tutti e quattro si portano dietro delle bizzarre armi dalla fattura artigianale e, per qualche motivo, devono assolutamente entrare presto in questa baita per offrire a questa ignara famiglia ‘moderna’ una scelta.

I quattro – apparentemente individui ‘qualsiasi’ e senza legami – avrebbero avuto potenti visioni dell’Apocalisse e, per fermarla, l’unico modo è che i membri della famigliola scelgano uno di loro e lo sacrifichino, così che il peggio sia scampato.

Insomma, non una grande situazione in nessun caso. Questa famiglia è alla mercé di fanatici che hanno – apparentemente – vissuto un’esperienza mistica condivisa (seppur a distanza) e sono convintissimi che la fine sia vicinissima.

M. Night Shyamalan e i suoi co-sceneggiatori Steve Desmond e Michael Sherman si dilettano con la nozione di fede. E, forse, se pensiamo abbastanza intensamente alla teoria, si possono trovare diverse ragioni per trovare conferme che stia effettivamente accadendo davvero tutto quanto. L’uso della baita angusta come set principale di Bussano alla Porta e la raffinata messa a fuoco del direttore della fotografia Jarin Blaschke (The Witch) sulle espressioni facciali dei personaggi invocano un reale senso di paura.

Le teorie cospiratorie possono agire come un virus che si impossessa della mente, e il collettivo si è lasciato inebriare da questo virus senza soluzione di continuità. Sono solo vittime di un’illusione religiosa collettiva (come accade nelle sette) o c’è qualcosa che va oltre la superficie di una situazione assurda ma che, almeno negli Stati Uniti, non sarebbe poi così insolita?

Bussano alla Porta non si limita a presentare questi quattro sconosciuti secondo una netta distinzione tra ‘buoni’ e ‘cattivi’, semmai trasmettono in modo fin eccessivo la tristezza di essere gli ‘incaricati’ a dover eseguire queste misure estreme rivelato loro da qualcuno che dovrebbe essere Dio in persona.

Il pubblico ha la possibilità di trascorrere un momento con ogni protagonista nel suo ‘elemento’ per mostrare che si tratta chiaramente di un obbligo nei confronti di qualcosa di spaventoso che è effettivamente accaduto.

Per quanto possa sembrare una fortuita coincidenza il verificarsi di catastrofici disastri naturali (o piaghe se preferite …) con quanto si sta svolgendo dentro la baita, il film cerca anche di caricare la storia di un’urgenza molto attuale e concreta per la realtà in cui viviamo, una scelta che tuttavia non riesce particolarmente bene nell’intento.

bussano alla porta film 2023Nel corso dei 110 minuti di Bussano alla Porta, la vicenda personale di Eric ed Andrew è infatti intervallata da flashback in cui emerge come il mondo non accetti affatto la loro unione omosessuale. I loro genitori sono del tutto indifferenti o addirittura sconcertati, e lo stesso Andrew ha subìto un crimine d’odio che lo ha spinto a entrare in una giustificabile modalità ‘survival’.

Jonathan Groff e Ben Aldridge trasmettono un delizioso senso di speranza e, più avanti nel film, punti di vista diversi su ciò che sta accadendo loro (specchio del dilemma intrinseco degli spettatori). Tutte le interpretazioni sono al servizio della narrazione. Eppure, Bussano alla Porta lascia inevitabilmente intendere che questo evento epocale potrebbe essere un’estensione dell’esperienza traumatica di Andrew, ma non si impegna pienamente a mostrare il peso effettivo di questa intuizione.

Piuttosto, lo script sceglie di camminare sul filo della profezia biblica (forse per tenere fede alla ‘promessa’ di twist ormai implicita in ogni nuovo lavoro di M. Night Shyamalan), guardando però contemporaneamente a quelle persone che potrebbero inconsapevolmente usarla contro gli elementi sottorappresentati della società.

E allora, un sacrificio potrà avere il peso che potrebbe avere sapendo che i soggetti di tale scelta hanno già dato tanto? (ingiustamente, si potrebbe aggiungere). È una domanda che Bussano alla Porta ci pone e che, quando la ripieghiamo verso il film, non ha una risposta chiara da fornirci, lasciandoci insoddisfatti, e anche un po’ infastiditi.

Di seguito – sulle note di Boogie Shoes dei KC and the Sunshine Band – trovate il trailer italiano di Bussano alla Porta, nei nostri cinema dal 2 febbraio: