Voto: 5/10 Titolo originale: The Toybox , uscita: 14-09-2018. Regista: Tom Nagel.
Camper Killer: la recensione del film horror di Tom Nagel
06/11/2018 recensione film Camper Killer di Sabrina Crivelli
Denise Richards e Mischa Barton sono le modeste protagoniste di un' opera on the road incentrato su un camper infestato, che al sangue preferisce però il lacrimevole
Dopo aver debuttato nel 2016 alla regia di un lungometraggio con il non proprio entusiasmante ClownTown, Tom Nagel torna ora a dirigere il nuovo e se possibile ancor meno convincente Camper Killer (o The Toybox). Il film, incentrato su un camper stregato, unisce all’assenza di ritmo e di atmosfera qualche morte ‘accidentale’ sospesa tra l’assurdo e il grottesco, numerosi intramezzi lacrimevoli e un’entità fantasmatica al limite del ridicolo.
The Toybox si apre con un breve preambolo ad effetto: un ragazzino sta tornando a casa con la sua bicicletta, s’imbatte per caso in un vecchio camper il cui sportello è stato lasciato aperto. Per qualche arcano motivo si avventura al suo interno. Poco dopo sentiamo grida strazianti e strani versi. Stacco.
Una famigliola composta dal vecchio nonno appena rimasto vedovo, Charles (Greg Violand), i due figli Jay (Brian Nagel) e il tenebroso Steve (Jeff Denton), la moglie di quest’ultimo, Jennifer (Denise Richards) e la loro figlioletta Olivia (Malika Michelle) sta trascorrendo una lieta vacanza on the road su un veicolo assai simile a quello che abbiamo visto nelle prime sequenze.
Sin da principio si susseguono durante il tragitto alcuni inspiegabili eventi; le finestre e la porta non si aprono, singolari oggetti sono nascosti nei posti più improbabili, l’aria condizionata cessa di funzionare di colpo. Tuttavia, il mezzo è decisamente attempato e non stupisce che abbia i suoi piccolo problemi. Intanto i protagonisti avanzano sulle sterminate strade americane, quando nel mezzo del nulla s’imbattono in un’auto ferma.
Potrebbe essere qualche malintenzionato? Oppure è un trucco per attirare in trappola degli sprovveduti viaggiatori? Nulla di così terribile …
Si tratta solo di un mal riuscito escamotage per un jumpscare, o meglio solamente un modo per introdurre nella trama – e sul mezzo maledetto – anche Mischa Barton (bisogna pur spendere qualche nome vagamente noto sul poster no?). L’attrice incarna Samantha, una ragazza la cui macchina si è fermata mentre si stava spostando con suo fratello Mark (Matt Mercer). Alla loro entrata in scena subito l’azione impenna.
Dopo un paio di sinistre visioni esperite dalla nuova arrivata, che prevedono lunghi capelli che intasano lo scarico e un lavandino pieno di sangue, il veicolo posseduto – o meglio, chi lo possiede … – decide finalmente di svegliarsi.
Di conseguenza, misteriosamente, il pedale dell’acceleratore è schiacciato a tavoletta (ne vediamo pure il dettaglio inquadrato dall’occhio della camera) per lanciarsi a gran velocità in un posto in mezzo al nulla e poi sempre repentinamente incartarsi, con notevole danno per gli impauriti passeggeri. All’inizio quasi tutti credono sia un guasto, ma man mano che il tempo trascorre scoprono a loro scapito che uno spirito maligno ha preso il controllo e ha sete del loro sangue.
Camper Killer avrebbe potuto essere un intrattenimento orrorifico piacevole, se solo fosse stata scelta una direzione e quella fosse stata seguita appieno. Purtroppo, però, impera un tono eccessivo, sanguinolento e a tratti un po’ grottesco (e non si capisce bene se sia volontario o meno).
Alcune morti sono al limite del paradossale, come uno dei personaggi che sta a tavola seduto con la faccia e il collo a una manciata di centimetri da un coltellaccio e al primo scatto incontrollato delle ruote indemoniate, ovvio è il risultato.
Il medesimo effetto sortisce lo spirito che infesta il camper, una specie di viscido killer con i capelli pagliericcio tinti che alla lontana somiglia al protagonista di The Greasy Strangler di Jim Hosking. Ancor più, sebbene probabilmente si cerchi di creare un crescendo di angoscia, fa perdere ogni presunta serietà il fatto che la storia e l’epicentro del terrore coincidano con un macilento veicolo dominato da una demoniaca entità con un macabro senso del riso che, fino a quasi il finale, pare semplicemente intento in agghiaccianti e letali dispetti. Sembra quasi di assistere a un bizzarro ibrido tra Un maggiolino tutto matto e Christine – La macchina infernale.
Camper Killer avrebbe quindi potuto anche funzionare, se il tutto fosse stato buttato sul gore spinto, senza troppe pretese e scegliendo banalmente di puntare su alcune immagini forti e su scene che indulgono nel cruento – che in effetti qua e là sono presenti in minima parte. Sventuratamente, si centellinano tali preziosi ingredienti e, fin troppo sovente, vige invece un registro altamente tragico, con tanto di lutti e pianti, di antefatti familiari strappalacrime, litigi astiosi e sensi di colpa.
Le lunghe pause focalizzate sul sentimento non solo immediatamente interrompono la suspense, che viene così azzerata, ma rendono manifeste anche le lacune in termini di abilità attoriale delle due protagoniste, Denise Richards e soprattutto Mischa Barton, le quali risultano ben poco credibili nei rispettivi apici drammatici.
In conclusione, epurato di sentimentalismi, Camper Killer avrebbe anche potuto avere una qualche minima attrattiva per gli amanti dello straight-to-video duri e puri, ma gli eccessi emotivi, il fatto di aver lasciato fuori campo alcuni dei momenti più cruenti e la sconclusionatezza con cui viene sviluppata la narrazione – che procede faticosamente a singhiozzi – trasforma i suoi più che ragionevoli 95 minuti in una durata infinita, facendo venir voglia di abbandonare già poco dopo la metà.
Di seguito trovate il trailer ufficiale di Camper Killer:
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