Voto: 6/10 Titolo originale: Hitman's Wife's Bodyguard , uscita: 14-06-2021. Budget: $70,000,000. Regista: Patrick Hughes.
Come ti Ammazzo il Bodyguard 2: La Moglie del Sicario, recensione del film di Patrick Hughes (su Prime Video)
03/02/2022 recensione film Come ti ammazzo il bodyguard 2 - La moglie del sicario di Francesco Chello
Sequel inferiore a un predecessore che equilibrava meglio gli elementi al suo interno, ma che riesce comunque a scorrere in maniera divertente tra azione e gag assortite al servizio di un trio in evidente sintonia come quello composto da Ryan Reynolds, Samuel L. Jackson e Salma Hayek
Qualche giorno fa, un po’ a sorpresa, Amazon Prime Video aveva annunciato la distribuzione esclusiva italiana di Come ti Ammazzo il Bodyguard 2, disponibile sulla piattaforma a partire dal 2 febbraio. Parliamo di un’uscita che arriva nel belpaese con un po’ di ritardo rispetto a una release internazionale che era già in ritardo di suo. Il film, infatti, avrebbe dovuto esordire nelle sale statunitensi il 28 agosto del 2020, salvo poi essere posticipato – a causa della pandemia, come tantissimi titoli del periodo – di dieci mesi, a giugno del 2021 quando esce in patria e poi in giro per il mondo. Tranne in Italia, appunto.
Visto che siete svegli e che non vi sfugge niente, avrete senz’altro notato quel ‘2’ in bella mostra nel titolo italiano, che indica il fatto di essere al cospetto di un sequel. Il che mi offre l’occasione per spendere due righe sul primo capitolo uscito nel 2017, giusto per aiutarvi a inquadrare il punto di vista di chi scrive in funzione di argomentazioni che, trattandosi di un seguito, finiranno inevitabilmente sul paragone tra i due. Partiamo proprio dalla titolazione, così mi levo qualche pietra dalla scarpa. Il titolo italiano è fuorviante oltre che imbecille. Perché il tono è leggero ma non scemo (e demenziale) quanto una roba del livello di Come ti Ammazzo il Bodyguard farebbe pensare.
L’originale The Hitman’s Bodyguard (letteralmente ‘La guardia del corpo del sicario’) è decisamente più calzante per quello che di fatto è un piacevolissimo buddy movie incentrato su due interpreti (come Ryan Reynolds e Samuel L. Jackson) messi nelle rispettive aree di comfort; parolacce e violenza animano dinamiche divertenti che strappano più di un sorriso. Con le partecipazioni di una sempre pepata Salma Hayek e un Gary Oldman capace di rendere decente un dittatore bielorusso dallo screentime limitato.
Il film diretto da Patrick Hughes (e scritto da Tom O’Connor) era stato un successo anche un po’ inaspettato, quasi 177 milioni di dollari di incasso in giro per il mondo (escludendo l’home video) a fronte di un budget da 30 milioni, numeri che rendono un seguito praticamente inevitabile. Anche se poi ci ha pensato il COVID-19 a bagnarne le polveri, allungando i tempi di uno di quei progetti che vivono anche degli umori del momento.
Ma già che ci siamo, parliamone di questo sequel. Come ti Ammazzo il Bodyguard 2 è costruito più o meno sulla stessa formula del precedente, gode pure di una piacevole integrazione anche se poi il risultato complessivo perde un po’ di smalto ed efficacia. Ma andiamo per gradi.
La piacevole integrazione è esplicita fin dal titolo originale, quel Hitman’s Wife Bodyguard (letteralmente ‘La guardia del corpo della moglie del sicario’) sicuramente più azzeccato della sempre beota versione nostrana che il richiamo lo aggiunge soltanto in un secondo momento col sottotitolo ‘La Moglie del Sicario’. Parliamo naturalmente di Salma Hayek, che grazie al gradimento del pubblico viene promossa sul campo passando da comprimaria a co-protagonista, trasformando la coppia (del buddy) in un trio. O in un killer threesome, citando la più esplicita delle tagline del film, solo il primo degli svariati riferimenti sessuali – che vanno dalle tette alla passera stretta, passando per strap-on e sperma pigro e due coniugi come i Kincaid perennemente ingrifati – a cui ricorre lo script di Phillip e Brandon Murphy che stavolta affiancano Tom O’Connor in fase di stesura.
Che poi sarebbe il problema minore di una ricetta che viene ritoccata al ribasso, perdendo parte di quell’equilibrio che aveva decretato il successo del primo episodio, con una commedia in certi tratti più marcata o sopra le righe, arrivando a rendere persino fumettosi momenti in cui i nostri eroi dovrebbero rischiare la vita invece di sembrare buffamente invulnerabili.
A questo si aggiunge una parte centrale più moderata, un twist familiare intuibile, l’adozione finale che fa un po’ cinepanettone, un villain abbozzato (così come il suo classicissimo piano da cattivone che vuole conquistare il mondo grazie ad internet) salvato solo da Banderas che guida una serie di sprechi di cast di cui parleremo a breve. Ed una pittoresca concezione dell’Italia che include ambulanti che vendono banane, un sudamericano baffuto spacciato per italiano, cartelli stradale in inglese, vecchie Fiat di quarant’anni, insegne tipo ‘idraulici d’Italia’ o un semplice ‘gelato’ a caratteri cubitali (perché ‘gelateria’ era probabilmente troppo difficile), e tutta una serie di cose per le quali sarebbe bastato il corretto utilizzo di Google.
Tra l’altro, buona parte di Come ti Ammazzo il Bodyguard 2 si svolge proprio nel nostro paese (ci si sposta tra le presunte Capri, Portofino, Terracina, Roma, Viareggio, per dirne alcune) quando invece le riprese si sono svolte maggiormente in Croazia (oltre che Regno Unito, Slovenia e Bulgaria) e l’unica località italiana realmente utilizzata è Trieste che nel film non viene nemmeno menzionata.
E quindi, lo bocciamo? Direi di no. Facciamo che gli tiriamo le orecchie. Il passo e mezzo indietro rispetto al più riuscito predecessore è innegabile, eppure Come ti Ammazzo il Bodyguard 2 riesce a mantenersi una visione disimpegnata e scorrevole, con i suoi momenti indovinati. A cominciare dall’azione, tra sparatorie multiple con predisposizione per crani forati e ferite che schizzano sangue copiosamente, colluttazioni con armi di vario tipo (inclusa una palla chiodata) e qualche inseguimento mezzo matto, con buon utilizzo di stunt – tranne nella sequenza del ponte realizzata in una CGI bruttina.
Per arrivare al triplo duello finale in cui ognuno vende cara la pelle col proprio avversario. Ma anche sul versante comedy, mentirei se dicessi che in più di una circostanza non mi è scappata una risata. Merito anche di un’evidente alchimia tra i tre protagonisti che battibeccano a ritmo sostenuto trovando sempre i tempi giusti.
Di Ryan Reynolds avevamo parlato in occasione di Red Notice (la recensione), se siete tra quelli che proprio non lo reggono non è certo questo il film in cui inizierete a farlo … Io ribadisco di non avere particolari problemi col suo profilo e questo dittico appartiene a quel tipo di prodotti che si sposano benissimo con le sue caratteristiche, incluse le autocitazioni tipo il maglione di Natale nella foto segnaletica (che è una foto reale di uno scherzo fatto ai suoi danni da Hugh Jackman e Jack Gyllenhaal).
Samuel L. Jackson lo sappiamo, sta bene praticamente con tutto, appare disinvolto e divertito in un ruolo in cui non nega un motherfucker o una pallottola quasi a nessuno, ritagliandosi lo spazio per pomiciare (e palpeggiare) la consorte con impeccabile puntualità. Consorte che si rivela punto a favore di Come ti Ammazzo il Bodyguard 2, una Salma Hayek bella, piccante, energica e grintosa, con una simpatica tendenza alla violenza e l’omicidio, oltre che una cronica inclinazione alla parolaccia ed al turpiloquio (anche in spagnolo) con una bocca che (parafrasando una battuta di Bryce) meriterebbe l’esorcismo, superando persino un boss del settore come Jackson e contribuendo ad innalzare l’asticella degli insulti – forse l’unica categoria in cui questo sequel batte il capostipite.
Il cast di contorno presenta nomi di pregio, peccato che ognuno di loro venga sprecato per motivi differenti. Antonio Banderas gigioneggia nei panni (variopinti) di un magnate di origine ellenica che vuole riportare la Grecia ai fasti dell’antico passato ed infila citazioni da Scarface e Una Coppia alla Deriva.
Quel prezzemolino di Morgan Freeman interpreta il personaggio sorpresa (a cui si legherà anche il twist), pilota automatico per una prestazione ordinaria in cui il veterano almeno scherza sul fatto che si trovi a combattere a 90 anni. Un po’ un rimpianto la presenza di Frank Grillo, se la gioca con simpatia, parolacce (pure lui) e una serie di citazioni cinematografiche (da Braveheart ad Armageddon), ma non viene mai utilizzato in una sequenza d’azione e questo è un atto sconsiderato. Simpatico cameo di Richard E. Grant.
In definitiva, Come ti Ammazzo il Bodyguard 2: La Moglie del Sicario è un prodotto imperfetto, inferiore a un prototipo che sapeva equilibrare meglio le varie componenti al suo interno, ma che riesce ad intrattenere grazie al ritmo e la sintonia dei suoi protagonisti, coerente con le aspettative di chi approccia questo tipo di film, i suoi 112 minuti riescono a filare via. Per dire, avrei campato anche senza, ma meglio dieci di questo che un solo Red Notice. Che con i suoi 200 milioni di dollari era costato il triplo.
Hitman’s Wife Bodyguard ha goduto di un budget da 70 milioni, più o meno la stessa cifra che ha poi raggranellato nel suo problematico giro nelle sale; con questi numeri non è semplicissimo pensare ad un terzo round (che tutto sommato vedrei) ma mai dire mai, le vie delle piattaforme streaming sono infinite.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Come ti Ammazzo il Bodyguard 2:
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