Voto: 4/10 Titolo originale: Countdown , uscita: 24-10-2019. Budget: $6,500,000. Regista: Justin Dec.
Countdown | Recensione del film horror di Justin Dec con la App che predice l’ora della morte
15/11/2019 recensione film Countdown di William Maga
Il regista pesca da Final Destination e da The Ring per costruire una malandata opera derivativa PG-13 che spaventa poco e diverte meno
A un paio d’anni dal già dimenticabilissimo Bedevil – Non Installarla di Abel e Burlee Vang (la recensione) e a solo qualche settimana dall’uscita nelle sale americane della rom-com Jexi di Jon Lucas e Scott Moore, una App per smartphone torna ora a seminare morte con Countdown, film che esce in Italia in largo ritardo sul più appropriato periodo di Halloween e senza portare in dote alcun dolcetto, scherzetto o anche solo qualsiasi idea vagamente originale.
Con una trama che pesca a piene mani da molti altri horror migliori, Countdown – che è stato scritto e diretto dall’esordiente Justin Dec – fin dal trailer presenta un debito sbalorditivo con Final Destination, fortunata saga ormai messa in naftalina da quasi una decade dopo cinque capitoli che avevano detto tutto quello che si poteva dire. Anzi, non proprio tutto, visto che nel 2019 il ‘vetusto’ concept di partenza ha subìto un aggiornamento tecnologico attraverso un’applicazione che, una volta scaricata, dice all’incauto utente quanto tempo gli resta ancora da vivere.
Dopo che la neo infermiera Quinn (Elizabeth Lail, sorella diversa di Naomi Watts e Yvonne Strahovski …) si imbatte in un giovane paziente disperato il cui tempo ‘sta per scadere’ che la avverte delle nefaste conseguenze dell’eventuale gesto, la ragazza decide ovviamente irrazionalmente di scaricarla per vedere se avesse ragione o fosse solo paranoico, solo per essere prontamente informata che le restano soltanto tre giorni da vivere. Pensando inizialmente che si tratti di un macabro scherzo, Quinn viene però presto perseguitata da tremende visioni e inizia a rendersi conto che il conto alla rovescia è davvero iniziato e sembra inesorabile.
Costato 6.5 milioni di dollari, in patria, sospinto dal periodo vacanziero propizio, ne ha portati a casa oltre 23. Evidentemente ‘sazi’, i distributori non si sono curati troppo dei possibili risultati esteri, dandoci in pasto l’ennesimo horror usa e getta ‘per tutti‘ buono solo per rimpiazzare l’altrettanto dimenticabile Doctor Sleep, fuori dalla top10 italica dopo nemmeno 15 giorni (la recensione), nella casella della programmazione dei multisala destinata ai film del terrore. Tuttavia, la speranza di assistere a un prodotto almeno vagamente divertente è l’ultima a morire negli appassionati del genere. Combinando elementi del sopracitato Final Destination con The Ring, Countdown riesce però a evitare inelegantemente di emulare decentemente quanto quei due titoli avevano di buono.
Uno dei tanti elementi terrificanti di Final Destination era stata la saggia decisione di non personificare la Morte (anche se una prima iterazione della sceneggiatura in realtà aveva trasformato il tristo mietitore in un personaggio ‘visibile’). C’era qualcosa di così agghiacciante in una forza invisibile che costruiva intricatissimi scenari impossibili da scampare per alcuni temerari, col film che si divertiva a renderli il più sorprendenti e sadici possibile. Nello scombinato Countdown, otteniamo invece un classico demone dei tempi antichi che ha il vezzo di comparire negli specchi avvolto in un mantellaccio nero da far rimpiangere la ridicola personificazione vista in Inferno di Dario Argento, con l’esangue PG-13 che si aggiunge a calare come una mannaia (la stessa arma usata dai montatori …) sulle già esigue possibilità di gioire almeno un po’.
Mentre The Ring (giapponese e americano) imbarcava la sua eroina in un avvincente viaggio alle radici della fonte del terrore, con una trama mistery che funzionava in modo indipendente, l’horror di Justin Dec sceglie di accoppiare la bionda Elizabeth Lail con Matt, alias Jordan Calloway (la serie Riverdale), gravandoli – tra un non necessario spiegone e l’altro – di un’incoerente e pochissimo interessante corsa da un negozio per le riparazioni di cellulari fino a una chiesa. I dettagli della trama non sono poi così dettagliati, e Countdown si rivela presto inabile a sostenere la sua strampalata premessa, anche se, nel tentativo di farlo, andando alle origini dell’intera maledizione, lambisce i territori della più o meno volontaria ilarità (a un certo punto, qualcuno esclama: “Questa App sembra una nuova versione di quello che ha fatto quella vecchia zingara!”).
Sebbene la lunghezza non raggiunga i 90 minuti (ma c’è anche un’assurda scena post credits …), Justin Dec trova comunque il modo di allungare incredibilmente il brodo. La maggior parte dei personaggi che scaricano l’App viene subito informata di avere ancora molti anni da vivere, pertanto il lotto di candidati a morte certa probabile si restringe moltissimo, e quindi le scene più truculente (scordatevi il gore) sono poche, molto distanti tra loro e per nulla inventive.
Come uso e costume si punta forte quindi su jumpscare improvvisi e qualche ‘vedo non vedo’ e, per riempire il tempo, il regista decide di infilare una pazzesca sottotrama #MeToo ‘al contrario’ che coinvolge il primario dell’ospedale in cui lavora Quinn, interpretato con malcelata insofferenza da Peter Facinelli (Twilight). Tra l’altro, se parliamo di figuranti, oltre all’evanescente padre di Quinn (Matt Letscher), pochissima è l’attenzione riservata anche alla sottoutilizzata e brava Tichina Arnold (Survivor’s Remorse, The Last Black Man in San Francisco). Elizabeth Lail è sostanzialmente un ingranaggio all’interno di un motore e il suo personaggio non ha altre caratteristiche tipiche se non quella di essere una “infermiera”, con Talitha Eliana Bateman sorellina ‘da salvare’ e Jordan Calloway a coprire le doverose ‘quote afroamericane’ del copione.
Al di là del fatto che Justin Dec e i produttori abbiano apertamente dichiarato di aver voluto consapevolmente inserire scene comiche per alleggerire la tensione (il problema dello spettatore è discernere esattamente quali …), il tecnico dei cellulari (Tom Segura) e il bizzarro prete (P.J. Byrne), che pur strappano qualche risata e meriterebbero uno spin-off (o almeno una menzione in un futuro Scary Movie), finiscono per sembrare assolutamente fuori luogo a causa della serietà e della superficialità del resto del film. Countdown non si pone ad esempio minimamente l’interessante problema del perché un essere umano dovrebbe volere conoscere l’ora esatta della propria morte.
I personaggi – che certo non brillano per intelligenza – scaricano semplicemente con leggerezza l’App come fosse un gioco come un altro. La morte qui non alcun significato profondo. Inoltre, sarebbe stato sensato indagare la connessione – labile ma non impossibile – tra le persone vicine alla ‘scadenza’ e le rispettive colpe pregresse (che tutti i protagonisti sembrerebbero avere in comune).
Insomma, pur appoggiandosi ad assunti molto, molto basilari, Countdown non fa nulla per farsi ricordare, intasato di scene in cui i personaggi recitano con idiozia assolutamente illogica, specialmente nell’atto finale. E invece di urlare loro di andare dall’altra parte per salvarsi, il pubblico è più portato a spingerli ad accettare a cuor leggere il loro destino. Con alterne fortune. Naturalmente, il sequel è quasi sicuro.
Di seguito il trailer italiano di Countdown, che arriverà nei nostri cinema il 21 novembre:
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