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[I diari del Lido: il Cineocchio a Venezia 74] Giorno 0 – L’arrivo

29/08/2017 news di Giovanni Mottola

Pre-apertura con un Lubitsch restaurato in un Festival targato Netflix. Concorso di film in Realtà Virtuale sull'antica isola del Lazzaretto Vecchio. Per Venezia 74 un grande avvenire dietro le spalle.

L’edizione numero 74 della Mostra del Cinema di Venezia partirà domani sera, ma possiamo dire sin d’ora che lo farà con il piede sbagliato.

Nessun riferimento al film di apertura, Downsizing di Alexander Payne con Matt Damon, ma al fatto che si sia deciso di eliminare la figura della madrina e far presentare la serata inaugurale, oltre a quella conclusiva, ad Alessandro Borghi. Nulla contro di lui, che è pure un bravo attore, tutto contro la scelta di privarci dell’eleganza e del garbo che solo una donna avrebbe saputo mettere in una circostanza come questa. Auguriamo a Borghi di essere bravo quanto basta a far dimenticare che non può esserlo a sufficienza. Noi invece ci auguriamo che la decisione non sia dettata da un cedimento a quel femminismo che è in realtà il peggior nemico delle donne, ma sia frutto di una logica commerciale. Borghi sarà infatti protagonista di Suburra – La serie, prima serie TV italiana prodotta da Netflix, che verrà trasmessa da Sky a partire da ottobre, cioè a stretto giro di Festival. Questo è un indizio, ma la coincidenza è che i primi due episodi della suddetta, oltre ai 6 (ovvero tutti) dell’altro show americano Wormwood, sempre made in Netflix, saranno proiettati in anteprima proprio qui al Lido.

suburra borghiBasterebbe così, ma Agatha Christie sosteneva che serve un terzo indizio per fare una prova, e allora eccolo: per la prima volta i destinatari del Leone d’Oro alla carriera, quest’anno Robert Redford e Jane Fonda, saranno omaggiati con la proiezione non soltanto di un vecchio film (Il cavaliere elettrico di Sidney Pollack, 1979), ma anche di quello di prossima uscita Our souls at night, prodotto e distribuito da chi già avrete intuito. Il direttore Alberto Barbera aveva evitato di prendere pubblica posizione nella recente polemica tra il Festival di Cannes e Netflix, ma evidentemente dietro le quinte ha lavorato, sornione come un gatto, per stringere un patto con il colosso dello streaming al quale Oltralpe hanno opposto il gran rifiuto, nel tentativo di far conquistare alla Mostra veneziana una posizione di privilegio per future trattative con un mercato da tanti osteggiato, ma che sarà forse molto redditizio per le manifestazioni degli anni a venire. Un ragionamento sensato e in linea con la scelta di ospitare qui al Lido già nel 2015 il film Beasts of No Nation di Cary Fukunaga.

Ben venga dunque il “Borghi padrino” di Suburra, ma il “Borghi madrino” proprio non ci va giù. Avendo scelto per il medesimo ruolo Monica Bellucci, almeno su questo punto l’ultimo Cannes vince a mani basse l’eterna sfida tra i due grandi festival cinematografici d’Europa. Uno a zero per loro dunque, ma Venezia ha tempo dieci giorni per ribaltare il risultato. La miglior carta per farlo è la novità del 2017, ovvero la sezione dedicata alla Realtà Virtuale (VR), sperimentata quasi di nascosto lo scorso anno. Sull’isola del Lazzaretto Vecchio si terrà un concorso tra una ventina di opere non inedite – fra cui spicca il cortometraggio La Camera Insabbiata dell’artista Laurie Anderson – alle quali il pubblico potrà assistere previa iscrizione obbligatoria sul sito della Biennale. La visione dei film potrà avvenire con tre diverse modalità: su un sedile girevole indossando un visore, in piedi, oppure per mezzo di installazioni tridimensionali. A chi fosse diffidente verso questa forma d’arte si consiglia di prenotare comunque, perché è questo l’unico sistema per visitare l’isola, accessibile ai turisti solo in occasione di aperture straordinarie. Si tratta di uno dei luoghi più antichi della Laguna, per molti anni di proprietà dei monaci benedettini che vi avevano adibito un ospedale per curare gli ammalati di peste. Nell’Ottocento cambiò destinazione e fino alla metà del secolo scorso fu utilizzato per scopi militari. Divenne uno dei teatri della resistenza opposta all’esercito austriaco nel biennio 1848-1849 dalla Repubblica di San Marco, tra le cui fila combatteva il patriota Arnaldo Fusinato che proprio qui, al momento della resa, compose la celebre poesia L’ultima ora di Venezia (“il morbo infuria/il pan ci manca/sul ponte sventola/bandiera bianca”). Fu poi progressivamente abbandonata, ma oggi è in atto un’opera di riqualificazione grazie alle iniziative dei volontari dell’Associazione Archeoclub, che ne ha in concessione la manutenzione. L’accordo con la Biennale, che ha deciso di distaccarvi una parte della Mostra, permetterà a turisti e cinefili di andare ad ammirare l’antico ospedale, l’appartamento dei malati e quello, con veranda, del priore.

rosita lubitschLasciamo il Lazzaretto Vecchio e rientriamo al Lido per prepararci all’inizio del Festival. Sul programma forniremo domani dettagli e curiosità. Per intanto bisogna dire che questa sera in pre-anteprima, solo per invitati, si terrà la presentazione in prima mondiale della versione restaurata di Rosita, commedia muta girata nel 1923 da Ernest Lubitsch. La protagonista è Mary Pickford, che incarna una cantante di strada popolare e provocante, per cui spasima il re di Spagna. Senza speranze, perché lei ama un nobile. Fu la stessa Pickford a chiamare Lubitsch a Hollywood per dirigere questo film, che ottenne poi successo di pubblico e critica. Eppure negli anni successivi l’attrice ostacolò Rosita per ragioni misteriose, fino a consentirne la distruzione. Ora grazie al Moma di New York, che ha rintracciato alcune copie parziali in vari archivi, è possibile ri-ammirare questa pellicola nella forma più vicina possibile alla prima edizione. Oltre alla ostilità della Pickford per questo film, resta un altro mistero: perché la direzione del Festival abbia deciso di mostrarlo solo a quattro gatti la sera prima dell’inizio ufficiale. Speriamo non sia per evitare di far sapere al pubblico che la manifestazione 2017 ha dato già il meglio ancor prima di cominciare.

A domani.

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