Dossier: il film di Spider-Man che James Cameron non riuscì a girare
12/01/2018 news di Redazione Il Cineocchio
Ripercorriamo sviluppi e contenziosi del progetto mai ultimato, tra sceneggiature alternative, revisioni e stimolanti scelte di casting
Forse non tutti sanno che a metà degli anni ’90 – quindi diversi anni prima della versione poi portata sul grande schermo con grande successo da Sam Raimi – era già stato quasi realizzato un primo adattamento cinematografico delle avventure di Spider-Man, che avrebbe dovuto essere diretto nientemeno che da James Cameron, reduce dal clamore di Terminator 2. Diversi elementi della sceneggiatura stesa dallo stesso Cameron vennero comunque poi mantenuti da David Koepp per il suo script legato al film del 2002. Andiamo a scoprire la storia dietro a questo progetto mai concretizzatosi.
Lo sviluppo
Nel 1990, la Carolco Pictures aveva acquistato i diritti di Spider-Man direttamente dal produttore, regista e capo della Cannon Films Menahem Golan (Delta Force, Superman IV) per il corrispettivo di 5 milioni di dollari e stava pianificando una versione del film da 50 milioni di dollari di budget. La Carolco quindi assunse James Cameron per scriverlo, produrlo e dirigerlo, ma non lo avrebbe pagato se non avesse prima presentato loro una sceneggiatura completa. Verso la fine delle riprese di True Lies (che sarebbe uscito nel 1994), Variety annunciò che la Carolco Pictures aveva ricevuto l’agognato copione terminato di Cameron.
Questa sceneggiatura portava i nomi di Cameron naturalmente, di John Brancato, Ted Newsom, Barry Cohen e “Joseph Goldmari“, un rimescolamento tipografico nato dello pseudonimo di Golan (“Joseph Goldman”) e del cognome del capo della Marvel dell’epoca, Joseph Calamari. Il testo della sceneggiatura era identico a quello che Golan aveva presentato alla Columbia Pictures l’anno precedente, con l’aggiunta di una nuova data, il 1993.
Il fidato Arnold Schwarzenegger venne inoltre associato al progetto come prima scelta di Cameron per il Dott. Octopus. Mesi dopo, il regista di Aliens – Scontro Finale presentò un incartamento non datato di 47 pagine (anche se lui a memoria, stando a una vecchia intervista, ricordava fosse di 80/90 pagine) con una storia alternativa (la registrazione del copyright era datata 1991), in parte sceneggiatura, in parte bozza.
Questo ibrido raccontava le origini dell’Uomo Ragno, utilizzando delle variazioni su un paio di cattivi del fumetto, Electro e L’Uomo sabbia. Questa versione di “Electro” (chiamato Carlton Strand, al posto di Max Dillion) era infatti una parodia megalomane dei capitalisti corrotti.
Invece del personaggio classico di Flint Marko, l’ “Uomo sabbia” di Cameron (chiamato semplicemente Boyd) subiva la mutazione in seguito a un incidente che coinvolgeva la bilocazione e la miscelazione atomica sulla scorta del noto Esperimento di Filadelfia del 1943, al posto che rimanere invischiato in un’esplosione nucleare su una spiaggia.
La storia culminava infine con una battaglia in cima al World Trade Center, con Peter Parker che rivelava la sua vera identità a Mary Jane Watson. Inoltre, questo trattamento non risparmiava le parolacce e arrivava addirittura a coinvolgere Spider-Man e Mary Jane in una scena di sesso sul ponte di Brooklyn. Pare che addirittura Stan Lee si fosse detto entusiasta di vedere cosa ne sarebbe potuto uscire.
Tale proposta (di cui potete vedere un estratto nell’immagine a lato e nelle due concept art sotto) rifletteva elementi presenti in alcune sceneggiature precedenti: dal trattamento degli anni ’80 di Leslie Stevens prendeva gli spara-ragnatele organici e un cattivo che cercava di convincere l’arrampicamuri a unirsi a una “razza dominante” di mutanti; dalla sceneggiatura originale e dalle successive riscritture, le strane tempeste elettriche che causavano i blackout, gli eventi magnetici anomali e la bi-localizzazione.
Dal progetto del regista Ethan Wiley invece, un villain dipendente da superpoteri tossici e molti ragni da esperimenti, uno dei quali scappa e morde Peter, provocando un incubo allucinatorio che rievocava addirittura La Metamorfosi di Franz Kafka; dal trattamento di Frank LaLoggia, una bufera di denaro rubato che svolazzava sui newyorkesi sorpresi; e infine, dalla sceneggiatura di Neil Ruttenberg, un assalto armato alla Borsa di New York.
Nel 1991, la Carolco Pictures estese l’accordo di opzione di Golan con la Marvel fino al maggio del 1996, ma nell’aprile del 1992, la società cessò la produzione già avviata di Spider-Man a causa dei continui problemi finanziari e legali.
Il contenzioso
Quando James Cameron accettò di fare di Spider-Man, gli avvocati della Carolco usarono semplicemente il suo precedente contratto per Terminator 2 come modello. Una clausola in questo accordo dava quindi il diritto di decidere i credits cinematografici e pubblicitari e così, nei messaggi promozionali e di lancio non venne mai menzionato Golan, che stava però partecipando attivamente alla produzione.
Nel 1993, Golan si lamentò della situazione pubblicamente e alla fine diede inizio a un’azione legale contro la Carolco per non aver rispettato l’impegno ad ascriverlo tra i produttori com’era suo diritto.
D’altra parte, come detto, Cameron aveva il diritto contrattuale di decidere sui credits. Alla fine, la Carolco fece causa a sua volta alla Viacom e alla Columbia per recuperare i diritti di trasmissione e per l’home video, e i due studi naturalmente fecero a loro volta causa agli accusatori. La 20th Century Fox, sebbene non facesse parte del contenzioso, contestò invece la partecipazione stessa di Cameron al film, rivendicando l’esclusività sui suoi servizi come regista in base a un altro contratto. Nel 1996, Carolco, 21st Century e Marvel dichiararono bancarotta.
Attraverso una rinuncia formale datata 28 marzo 1995, la MGM, che intanto aveva acquisito il catalogo e gli asset della 21st Century, riceveva anche “… tutti i diritti relativi a tutte le bozze e le versioni delle sceneggiature di Spider-Man scritte da James Cameron, Ted Newsom e John Brancato, Menahem Golan, Jon Michael Paul, Ethan Wiley, Leslie Stevens, Frank Laloggia, Neil Ruttenberg, Barney Cohen, Shepard Goldman e qualsiasi altro sceneggiatore.”
La MGM citò comunque in giudizio la 21st Century, la Viacom e la Marvel Comics, accusandole di frode nell’accordo originale tra la Cannon e la Marvel. Nel 1998, la Marvel riemerse poi dalla bancarotta con un piano di riorganizzazione e una fusione con la Toy Biz.
I tribunali stabilirono che il contratto originale tra Marvel e Golan era scaduto, restituendo quindi tutti i diritti su personaggi e opere alla Marvel, ma la questione non era ancora completamente risolta. Nel 1999, la Marvel concesse infatti in licenza i diritti di Spider-Man alla Columbia, sussidiaria della Sony Pictures Entertainment. La MGM contestò la legalità dell’operazione, sostenendo di possedere pieni diritti su Spider-Man via Cannon, 21st Century e Carolco. Com’è andata a finire la questione è storia.
Prima Sam Raimi finì alla regia di ben tre film, usciti tra il 2002 e il 2007, poi la Columbia optò per un reboot, producendo i due The Amazing Spider-Man nel 2012 e 2014 e infine, lo scorso anno, lo studio ha deciso di fare nuovamente tabula rasa e ripartire con un Peter Parker adolescente in Spider-Man: Homecoming.
Il cast dei papabili
James Cameron, come vedrete, aveva pensato ad alcuni suoi fedelissimi per i ruoli principali:
Leonardo DiCaprio / Edward Furlong come Peter Parker/Spider-Man
Maggie Smith come May Parker
Robyn Lively come Mary Jane Watson
R. Lee Ermey come J. Jonah Jameson
Michael Biehn come Boyd/Sandman
Lance Henricksen come Carlton Strand/Electro
Arnold Schwarzennger come Otto Octavius/Doctor Octopus
Cosa pensate di questo progetto? Sarebbe venuto fuori qualcosa di ‘serio’ oppure un film alla Batman & Robin?
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