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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Bedknobs and Broomsticks , uscita: 07-10-1971. Budget: $20,000,000. Regista: Robert Stevenson.

Dossier: Pomi d’ottone e manici di scopa di R. Stevenson, la fine dell’epoca d’oro dei musical

26/05/2020 recensione film di William Maga

Nel 1971, Angela Lansbury e David Tomlinson erano i protagonisti di un film Disney a tecnica mista 'gemello diverso' di Mary Poppins, arrivato a chiusura di un ciclo irripetibile

Pomi d'ottone e manici di scopa (1971) lansbury film

Tra i film che mescolano live action e animazione più noti della Walt Disney Pictures c’è sicuramente Mary Poppins. Ne conosciamo le musiche (volenti o nolenti); ha trasformato la sua protagonista, Julie Andrews, in una stella di fama mondiale, facendole ottenere un meritato premio Oscar; ebbe un successo strepitoso e fu probabilmente uno degli ultimi grandi trionfi della carriera e della vita di Walt Disney prima della sua scomparsa nel 1966. Ha influenzato registi, attori e persino incoraggiato parodie nei 55 anni successivi alla sua uscita nei cinema.

Pertanto, come ogni titolo di successo, ha anche ispirato alcune opere non prettamente parodistiche che ne hanno provato a seguire le orme. Il clamore di Mary Poppins portò infatti alla produzione di altri musical per famiglie dal ‘tocco britannico’, dentro e fuori la Casa di Topolino. Sebbene i due film a tecnica mista siano stati sviluppati simultaneamente, Mary Poppins ispirò sicuramente l’esistenza del ‘gemello diverso’ Pomi d’ottone e manici di scopa (Bedknobs and Broomsticks), distribuito nel 1971 e anche lui diretto da Robert Stevenson.

L’idea

La premessa di Pomi d’ottone e manici di scopa sembrerebbe perfetta, almeno sulla carta, per un live action della Disney. Durante la seconda guerra mondiale, tre orfani vengono accolti da una donna enigmatica e solitaria, che si rivela una strega che intende usare i suoi poteri per fermare i nazisti prima che tentino di invadere il Regno Unito. Durante la loro avventura, conoscono un astuto truffatore e si tuffano persino – letteralmente – in un mondo animato. Inoltre, ci sono canzoni, sequenze di ballo e altro ancora. Eppure, Pomi d’ottone e manici di scopa avrebbe avuto davanti a se un arduo percorso, lungo decenni, prima di essere portato a compimento.

pomi d'ottoneGià nel 1938, Walt Disney avrebbe voluto infatti trasformare le storie di Mary Poppins di P. L. Travers in un film, ma l’autrice si rifiutò fermamente fino al 1961. A metà degli anni ’40, Disney aveva così spostato le sue priorità sulle opere di Mary Norton, che aveva pubblicato due libri per bambini: The Magic Bed-Knob e Bonfires and Broomsticks.

Quando queste due storie furono unite in un titolo negli anni ’50, la Disney si impegnò di più nel compito, al punto che Pomi d’ottone e manici di scopa fu sviluppato inizialmente proprio come alternativa a Mary Poppins. Alla fine, però, P.L. Travers cedette alle richieste di vedere trasposte sul grande schermo le vicende della perfetta tata inglese, col lungometraggio che venne distribuito nel 1964. Quindi, Pomi d’ottone e manici di scopa venne accantonato, almeno momentaneamente.

Sebbene il film non sarebbe stato distribuito fino al 1971, cinque anni dopo la sua morte, Walt Disney ebbe parte attiva nella lunghissima pre-produzione di Pomi d’ottone e manici di scopa e non sempre fu d’accordo con le scelte sottopostegli. Come Mary Poppins, venne progettato per contenere numerose canzoni scritte dai fratelli cantautori Richard e Robert Sherman. Una di queste, ‘Eglantine’, fu scelta per essere provata davanti al fondatore dell studio durante un incontro preliminare; come Richard Sherman stesso raccontò in seguito, Walt Disney si mostrò piuttosto contrariato dalla performance.

Il film

Quando Pomi d’ottone e manici di scopa arrivò infine nelle sale nel 1971, l’era dei grandiosi e colorati film musical era quasi al termine. Mary Poppins non era certo stato il primo del genere, solamente il primo per la Disney. Sempre nel 1964, la Warner Bros. aveva infatti lanciato il suo adattamento cinematografico di My Fair Lady (notoriamente, Jack Warner si rifiutò di scritturare Julie Andrews per il ruolo di Eliza Doolittle, sebbene l’avesse già interpretato a Broadway, salvo vederla vincere l’Oscar nei panni di Mary Poppins a scapito proprio della Dolittle interpretata da Audrey Hepburn …). Prima ancora, i lunghissimi adattamenti (erano previsti molti intervalli) di West Side Story, Capobanda e altri avevano avuto un enorme successo.

Mary Poppins non era abbastanza lungo da ‘meritarsi’ delle pause per tirare il fiato, ma era in linea con i musical di quel tipo. Un altro film del genere era stato Il più felice dei miliardari, fosco titolo della Walt Disney Pictures uscito appena pochi mesi dopo la morte dell’uomo il cui nome adornava il logo dello studio.

Giusto per capirsi, originariamente arrivava alla considerevole lunghezza di 164 minuti, prima di essere ridotto a 118 minuti (e la director’s cut è ancora più lunga, ben 172 minuti). Fu un film costoso, ma non un clamoroso successo di pubblico o critica.

Questa piccola premessa serve a contestualizzare meglio l’uscita di Pomi d’ottone e manici di scopa. Perché? Beh, potrebbe benissimo spiegare sia la sua trama più cupa, sia la sua lunghezza ‘troncata’. A seconda della versione che guardiamo, può variare dalle quasi 2 ore alle quasi 2 ore e mezza. La versione attualmente su Disney+ dura solo 112 minuti (la theatrical version), ma una versione ‘ricostruita’ che è stata disponibile per anni su DVD è più lunga di circa 20 minuti, includendo brani e sottotrame aggiuntive (la extended version).

La versione troncata ha il suo fascino, ovviamente, ma è anche inaspettatamente – e talvolta spiacevolmente – cupa. Il film si apre con una nota tragica e alla fine non diventa molto più felice. Ambientato nel 1940, durante il cosiddetto ‘periodo dei Blitz’, quando la Germania bombardò il Regno Unito pesantemente, Pomi d’ottone e manici di scopa ci presenta i tre fratelli orfani Rawlins: Charlie, Carrie e Paul (Cindy O’Callaghan, Roy Snart e Ian Weighill).

Pomi d'ottone e manici di scopa (1971) lansburySono, essenzialmente, il prototipo dei ragazzini ‘sfigati’: vengono affidati alla custodia dell’inizialmente poco predisposta Eglantine Price (Angela Lansbury). Anche se presto cominceranno a considerarla una madre surrogata, l’ambientazione inevitabilmente triste – c’è un motivo per cui i Rawlins vivono con una donna bizzarra, e non è perché i loro genitori li hanno mandati in campagna di proposito … – è difficile da accantonare.

Anche Pomi d’ottone e manici di scopa è insolito, perché in questo film accade ben poco se ci si pensa. Esaminiamo l’intera vicenda: dopo che i Rawlins hanno appreso che Eglantine è una fattucchiera, infonde con un tocco di magia a un letto la facoltà di trasportarli – alla maniera di un tappeto volante – ovunque vogliano, in cambio di non rivelare ad altri il di lei segreto. Quando Eglantine – che sta ancora imparando le arti magiche attraverso un programma di corrispondenza – scopre che la sua scuola per streghe ha chiuso, convince i bambini ad utilizzare il curioso mezzo di trasporto per condurla a incontrare il preside, il dottor Emelius Browne (David Tomlinson, già visto in Mary Poppins).

Eglantine ha bisogno dell’ultimo incantesimo previsto dal suo programma di studi per diventare una strega completa, ma scopre che Emelius è un truffatore che ha usato un vecchio libro per inventare i suoi incantesimi (non rendendosi conto che questi, però, funzionano davvero …). Per trovare il tomo in questione, il gruppetto viaggia così attraverso un mondo immaginario e in animazione, nel quale loro pensano di poterlo individuare.

Una volta che ottengono i dettagli dell’incantesimo, Eglantine scopre che le permette di dare vita a oggetti inanimati, utilizzandolo così per respingere un tentativo di invasione nazista. Quindi, Emelius, dopo essersi innamorato di Eglantine e aver ritrovato ‘la retta via’, si arruola, si lascia la famiglia alle spalle … e questa è la fine del film.

Per farla breve, la trama di Pomi d’ottone e manici di scopa non è il suo punto forte. Ciò che funziona davvero sono le interpretazioni dei protagonisti adulti, le musiche e alcuni altri dettagli. Angela Lansbury, allora reduce da ben tre candidature all’Oscar, è praticamente perfetta, a tutto tondo. Proprio come Julie Andrews trattava il materiale di Mary Poppins con grazia, fascino e dignità, così fa l’attrice di Something for Everyone nel film del 1971. La sua Eglantine Price è un personaggio affascinante, un aspetto reso ancora più frustrante dalla sua inspiegabile decisione di rinuncia ai suoi modi da strega alla fine del film, senza una buona ragione.

Angela Lansbury e David Tomlinson – la cui presenza qui suggerisce una connessione diretta con Mary Poppins, anche se Emelius Browne è molto diverso da George Banks – trovano il giusto equilibrio tra leggerezza e arguzia nelle loro performance. Canzoni come The Beautiful Briny e la già citata Eglantine sono doppiamente affascinanti per la loro energia.

La celebre sequenza musicale di Portobello Road, in cui l’uomo porta i suoi ospiti in un mercatino straripante di merce in cerca del vecchio libro di incantesimi è divertente, anche se un pelo troppo lunga (ed è ancora più lunga nella director’s cut). Naturalmente, il rovescio della medaglia è che i tre ragazzini che interpretano i Rawlins finiscono schiacciati sullo sfondo e non spiccano particolarmente – la loro vicenda strappalacrime dà il la alla storia, ma Eglantine ed Emelius sono figure molto più convincenti in fin dei conti.

Pomi d'ottone e manici di scopa (1971)Tuttavia, come un tono tragico apre la narrazione, così pure si conclude. Lo spettatore ‘deve’ assistere alla scelta di Emelius di prendere le armi con i suoi compagni inglesi come una nobile decisione e come tentativo di bilanciare la sua codardia passata. Ci sta. Ma, come sappiamo, Pomi d’ottone e manici di scopa è ambientato nel 1940 e – come potreste ricordare – la Seconda Guerra Mondiale si sarebbe prolungata per altri cinque anni. Una prospettiva non esattamente ottimistica per lui. La sua nobile scelta sembra quindi più dettata dalla volontà di concludere il film che della logica intrinseca all’arco del personaggio.

L’eredità

Pomi d’ottone e manici di scopa si comportò discretamente bene al botteghino negli ultimi mesi del 1971, ma non raggiunse i livelli strepitosi di Mary Poppins (quasi 18 milioni di dollari a fronte di 6 di budget). Angela Lansbury, allora 46enne, non sarebbe apparsa in un altro film per ben sette anni, e David Tomlinson non partecipò più a un altro titolo Disney.

Il produttore e co-sceneggiatore Bill Walsh avrebbe lavorato solo su alcuni lungometraggi in live-action, mentre il co-sceneggiatore Don DaGradi si ritirò poco dopo. Il regista Robert Stevenson, invece, avrebbe diretto altri quattro film per la Disney (tra cui Herbie il Maggiolino sempre più matto), ma nessuno intrigante come i primi due.

Come detto, Pomi d’ottone e manici di scopa ancora oggi appare come un film ‘strano’, ed è abbastanza facile vedere come una versione più lunga avrebbe potuto riempire alcuni buchi (non va dimenticato a tal proposito il prete interpretato da Roddy McDowall, il cui personaggio è stato pesantemente ‘sfobiciato’ nella theatrical cut). Eppure, nonostante alcuni problemi, gli effetti speciali rétro impiegati per realizzarlo restano impressi nella mente, come ad esempio le armature vuote che attaccano i nazisti al suono delle cornamuse o la sequenza di animazione in cui gli esseri  umani ballano sott’acqua prima di officiare una rumorosa partita di calcio. Insomma, un prodotto imperfetto, ma dal risultato indubbiamente ammaliante. Treguna Mekoides Tracorum Satis Dee!

Di seguito la scena di Portobello Road da Pomi d’ottone e manici di scopa:

Fonte: /F

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