Dossier: riscopriamo il Dracula di Ken Russell mai realizzato
20/08/2018 news di Redazione Il Cineocchio
Sul finire degli anni '70, il provocatorio regista di I Diavoli aveva immaginato un adattamento del romanzo di Bram Stoker diverso da quanto si era visto fino ad allora, ma il progetto non andò mai oltre la sceneggiatura
Verso la fine degli anni ’70, l’enfant terrible del cinema inglese Ken Russell, balzato agli onori delle cronache con il censuratissimo I Diavoli a inizio decennio, aveva deciso – parallelamente al collega John Badham (il cui film uscì effettivamente nelle sale nel 1979, con Frank Langella nei panni del Conte) – di progettare una controversa e parzialmente autobiografica versione del Dracula di Bram Stoker.
Come il regista all’epoca 51enne ricordava nel libro Altered States: The Autobiography of Ken Russell (pubblicato per la prima volta nel 1991 e inedita in Italia):
Il mio Dracula sarebbe stato un filantropo con il gusto per il sangue del genio.
Nel corso degli anni ’70, Ken Russell ebbe più film capaci di arrivare al primo posto del box office in Gran Bretagna di qualsiasi altro regista. Il mondo era quindi ai suoi piedi. Tra l’uscita di Tommy (1975) e quella di Stati di Allucinazione (1980, la nostra recensione), il filmmaker mise gli occhi proprio su Dracula – che secondo quanto riferito sarebbe iniziato come un balletto – e ne scrisse diverse bozze di sceneggiatura.
Il fidato Oliver Reed (già diretto in Donne in amore e I diavoli) era il candidato principale per il ruolo del Conte (o di Renfield), guidando un clamoroso cast che avrebbe potuto includere anche Peter Ustinov (Spartacus), Peter O’Toole (Lawrence d’Arabia), Mick Fleetwood, Sarah Miles, Mia Farrow (Rosemary’s Baby), Lucy Michael York, James Coburn (I magnifici sette) e / o molti altri. Stando sempre alle voci, pare che Dracula fosse stato inteso come un tipico antieroe delle poesie di Lord Byron.
Secondo Ken Russell in persona:
Se foste in vita da secoli, vi tremerebbero le ginocchia davanti alla fotografia della fidanzata di un povero impiegato e vi rinchiudereste dentro un cupo castello? Io no di certo. Mi è venuta in mente una ragione per cui Dracula vorrebbe vivere per sempre.
Il biografo di Ken Russell, Paul Sutton, nell’introduzione alla sceneggiatura pubblicata del film (la copertina qui sopra), sostiene che ben due altri adattamenti hollywoodiani siano stati ispirati dallo script del regista inglese, arrivando addirittura a suggerire il plagio per il Dracula di Bram Stoker firmato da Francis Ford Coppola nel 1992. Come anticipato in apertura, sembra sia stata però la coeva e più lesta versione del 1979 diretta da John Badham a conficcare il definitivo paletto nel cuore del progetto di Ken Russell e supportato dalla Columbia, che avrebbe appagato la sua sete di sangue e di succhiasangue soltanto nel 1988, con La tana del serpente bianco (Lair Of The White Worm).
Tra le differenze più vistose con le versioni precedenti, qui la storia sarebbe stata spostata dal 1890 agli anni ’20 del Novecento. Inoltre, Lucy sarebbe stata una diva dell’opera e Dracula un esteta capace di cambiare personalità (non molto diversamente dal Gary Oldman del film di Coppola).
Avremmo assistito a un Jonathan Harker attaccato da un cocchiere trasformato in licantropo e nel finale il Conte avrebbe trovato la morte in maniera decisamente più mitologicamente ispirata.
Potrebbe mai essere realizzato ora?
Come sappiamo, Ken Russell è scomparso nel 2011, quindi è difficile che a qualcuno possa venire in mente di provarci, nonostante i vampiri siano oggi ancora ampiamente sulla cresta dell’onda al cinema e in TV. Senza contare che probabilmente nessun regista sarebbe in grado di replicare le idiosincrasie tipiche di Russell e tanto meno di rendergli giustizia. In ogni caso, per chi volesse farsi un’idea personale di come sarebbe stato questo Dracula, la sceneggiatura completa è stata pubblicata (naturalmente solo in lingua originale).
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