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Voto: 7/10 Titolo originale: Scott Pilgrim vs. the World , uscita: 12-08-2010. Budget: $85,000,000. Regista: Edgar Wright.

Dossier | Scott Pilgrim vs. the World di Edgar Wright: una fanta-rom-com dell’assurdo

10/06/2020 recensione film di William Maga

Nel 2010, Michael Cera e Mary Elizabeth Winstead erano i protagonisti del bizzarro adattamento del fumetto di Bryan Lee O'Malley, un cinecomic che prendeva in giro fumetti e cultura pop di fine anni '80 e primi '90 con irriverenza e cognizione

Scott Pilgrim vs. the World film 2010 cera

Non è per forza scontato che una parodia debba essere divertente ma, nel caso di Scott Pilgrim vs. the World del 2010, l’umorismo è lì in bella mostra. Un intelligente presa in giro dei fumetti e dei videogiochi anni ’90, il film dimostrava come lo sceneggiatore e regista britannico Edgar Wright non avesse certo esaurito la sua vena creativa dopo i satirici L’alba dei morti dementi e Hot Fuzz (la recensione), creati assieme all’amico Simon Pegg, che lo avevano fatto conoscere al mondo. Scott Pilgrim vs. the World, tuttavia, era decisamente più ambizioso e stravagante (difficile crederlo, vero?).

È ‘strano’ e sorprendente e si crogiola nella sua assurdità. È uno di quei titoli che canzonano bonariamente quegli argomenti e tematiche che i loro registi padroneggiano ampiamente; Scott Pilgrim vs. the World (e l’omonima serie a fumetti del canadese Bryan Lee O’Malley su cui si basa) contiene infatti così tanti Easter Eggs e inside jokes da palesare apertamente la sua assoluta ‘preparazione’ sulla materia maneggiata. Allo stesso tempo, però, riesce a modellare un simpatico personaggio principale e a spingere gli spettatori a preoccuparsi di ciò che gli accade. Senza quell’elemento, le comunque eccessive 2 ore di durata si sarebbero consumate completamente dopo una trentina di minuti.

ScottPilgrimvs.theWorld.jpgAll’inizio del film, non abbiamo idea che Scott Pilgrim (Michael Cera) e i suoi amici non vivano nel nostro mondo. La prima cosa che apprendiamo sul protagonista è che esce con una ragazza del liceo, la diciassettenne Knives Chau (Ellen Wong). La loro relazione è casta: non si sono mai nemmeno baciati, anche se una volta si sono sfiorati le mani. Scott sembra un tipico ‘loser’, ma è difficile dire se è un perdente peggiore degli altri musicisti che compongono la band in cui suona il basso. Poi, una notte a una festa, incontra Ramona Flowers (Mary Elizabeth Winstead), ed è allora che iniziamo a sospettare che la realtà in cui si muove Scott potrebbe non essere quella che conosciamo.

C’è un legame quasi immediato tra Scott e Ramona, ma uscire con lei implica molto più che inondarla di “fiori, cioccolatini e promesse che non hai intenzione di mantenere”. Piuttosto, dovrà sconfiggere tutti e sette i suoi ex in duello, con ognuno degli scontri che si svolgono alla maniera di un videogioco, ma nella vita reale. Sconfiggere un ex fidanzato garantisce a Scott alcune monete d’oro, dei punti, occasionalmente un ‘potenziamento’ e (se accumula un conteggio abbastanza alto) la possibilità di una vita extra. Ogni vittoria lo avvicina alla battaglia col boss finale, con la vittoria che gli permetterà di incamminarsi verso il tramonto con Ramona  la sconfitta che, al contrario, gli farà guadagnare l’epitaffio di “ex di Ramona più carino”.

Durante la visione, appare abbastanza chiaro che maggiore è la familiarità ha lo spettatore con il mondo dei videogames videogiochi (specialmente quelli della fine degli anni ’80 e dei primi anni ’90) e con i fumetti, più grande sarà l’apprezzamento verso ciò che Scott Pilgrim vs. the World ha da offrirgli. Dopotutto, si tratta di un geek che vive la sua vita in un mondo governato non dalle leggi della fisica ma dalle leggi del Nintendo e della Marvel / DC Comics. Le battaglie ignorano aspetti ‘basilari’ come la forza di gravità, con personaggi che saltano in aria e si affrontano con spade fiammeggianti e superpoteri inaspettati. I loro scontri sembrano una versione sotto speed dei combattimenti della serie di Batman con Adam West degli anni ’60, completi di parole onomatopeiche come “pow”, “bam” e “crash” scarabocchiate sullo schermo. In effetti, ci sono molti inserti animati che completano le scene d’azione lungo tutto il film.

Gli aspetti comici sono leggeri e spensierati, ma non mancano i momenti più gustosamente da ridere. La violenza è altamente stilizzata (siamo lontanissimi dal coevo e caustico Kick-Ass, che pure rifletteva sui medesimi argomenti in qualche modo). Tra l’altro, le frecciate parodistiche non si fermano solo a fumetti e videogiochi. Una sequenza è progettata come una presa in giro delle sit-com TV americane, ricorrendo al tema musicale della popolarissima Seinfeld e aggiungendoci una risata. Edgar Wright si diverte anche con le volgarità. Per ottenere il necessario PG-13 per Scott Pilgrim vs. the World, trova un modo divertente per censurare la parola “fuck”, senza però eliminarla. E, contemporaneamente, si prende gioco di ciò che la Warner Bros. aveva fatto con Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick.

Scott Pilgrim vs. the World film 2010Come detto, Scott Pilgrim vs. the World è un po’ troppo lungo. Le commedie ad alto tasso di energia come questa in genere perdono spinta una volta superato il limite dei 90 minuti, e questo film non fa eccezione. Una cosa che ci tiene coinvolti, tuttavia, è l’ansia per il destino di Scott, della sua relazione con Ramona e del curioso triangolo che si sviluppa con Knives come terzo vertice. L’elemento umano non è così morbido e sdolcinato come in alcune delle rom-com di Judd Apatow ad esempio, ma i personaggi funzionano più come i rami di un albero da cui pendono delle battute. I filmmaker qui mostrano rispetto e affetto per i loro protagonisti, non disprezzo.

Dopo una passeggiata sul lato ‘selvaggio’ di Hollywood, in cui ha provato a lasciarsi alle spalle certi ruoli (vedi Youth in Revolt del 2009), Michael Cera torna in Scott Pilgrim vs. the World a una parte più stereotipata. L’attore interpreta infatti una variante dello stesso individuo già visto nei suoi precedenti film di successo. Per quanto limitante possa essere, in questo caso si adatta comodamente a lui e funziona benissimo – 30 anni fa, era stato Rick Moranis a ‘occupare’ questa nicchia. Mary Elizabeth Winstead, qui alla seconda satira (dopo Sky High del 2005) garantisce un contrasto energico al rilassato Cera.

Ellen Wong ricorda l’esilarante svolta di Rinko Kikuchi in The Brothers Bloom del 2008, sebbene abbia un po’ più di dialoghi, mentre i ‘supereroi’ Brandon Routh (Superman), Chris Evans (Captain America) e Thomas Jane (Punisher) partecipano tutti con un simpatico cameo (da segnalare anche una non ancora famosa Brie Larson, futura Captain Marvel …). A completare il ricco cast ci sono infine Anna Kendrick (la sorella di Scott), Kieran Culkin (il compagno di stanza gay di Scott) e Jason Schwartzman (il boss di fine gioco).

In definitiva, Scott Pilgrim vs. the World è più intelligente e perspicace di quanto sembri inizialmente, e questa è la sua principale forza. I filmmaker mostrano non solo piena consapevolezza delle influenze della cultura pop sottostante, ma un’affinità con loro, e questa è la qualità che infonde a Scott Pilgrim vs. the World il suo spirito e la sua carica.

Questa non è la prima volta che Edgar Wright mostrava la sua comprensione per tali cose, né è la prima occasione in cui dimostrava di saper padroneggiare alla grande i tempi comici. Purtroppo il film, costato 60 milioni di dollari, ne incassò solo 47 in tutto il mondo, rivelandosi un flop e dimostrando come fosse un ‘prodotto’ troppo difficile da classificare e ‘vendere’ come altri cinecomic al pubblico.

Di seguito un combattimento musicale impegnativo da Scott Pilgrim vs. the World: