Esclusivo – Intervista a Paul Feig: il cinema fantastico, i doppiatori italiani, il rispetto per Ghostbusters
13/09/2022 news di Alessandro Gamma
Al BIFFF abbiamo incontrato il filmmaker americano, parlando di alcune delle sue più grandi passioni
Ospite del BIFFF 2022, dove è stato insignito del titolo di Knight of the Order of the Raven, abbiamo avuto modo di fare una chiacchierata con Paul Feig, noto per aver diretto alcune commedie di successo come Le amiche della sposa (2011) e Corpi da reato (2013), oltre che per essere ‘responsabile’ della regia del reboot di Ghostbusters del 2016.
Questa la nostra intervista esclusiva.
Guardando il suo curriculum – come regista, sceneggiatore o attore – non si trovano molti film di genere sci-fi o fantasy. Cosa prova quindi a ricevere un premio da un importante Festival dedicato proprio al Cinema Fantastico come quello di Bruxelles? È rimasto sorpreso?
Beh, la notizia mi ha emozionato. Amo i film di genere, i fantasy e tutti gli altri. Come sai, ho anche diretto Ghostbusters, quindi mi sento in piccola parte di rientrare in questa importante community. Soprattutto, però, sono cresciuto guardando film di fantascienza e fantasy e adoro questo tipo di Festival, perché raccolgono gli appassionati di questo tipo di opere. E io mi sento molto vicino a loro, in quanto quasi sempre anche io dirigo film pensati soprattutto per intrattenere e farti stare bene piuttosto che per vincere qualche premio importante in qualche grossa manifestazione come gli Oscar, i Golden Globe o gli Emmy. Quindi, quando mi dicono che ho vinto un premio, specie durante la ‘award season’ che si è appena aperta, io sono felicissimo, perché normalmente non mi succede mai! [ride]
Potrebbe approfondire meglio il suo rapporto con il genere fantastico? Quali sono state le sue più grandi influenze da ragazzo? C’è qualche titolo che l’ha colpita più di altri?
Steven Spielberg è stato una grande ispirazione per me. Onestamente, I Predatori dell’Arca Perduta è stato il film che mi ha spinto a volere diventare un filmmaker. Ho adorato Incontro Ravvicinati del Terzo Tipo e i film di Star Wars, ma sono sempre stato un grande fan anche della fantascienza degli anni ’50, penso a Quando i mondi si scontrano e Cittadino dello Spazio. Amo molto quel tipo di film, ma credo che sia stato Steven Spielberg a farmi capire come si possa intrattenere il pubblico con opere di stampo fantastico eppure molto cinematografiche e divertenti. Io poi mi sono orientato più verso la commedia, ma film come I Predatori dell’Arca Perduta contengono molti spunti comici.
E ricordo che quando vidi al cinema da ragazzino, durante il primo weekend di programmazione, Star Wars – Una Nuova Speranza, la sala scoppiava di risate ogni minuto. Ora la saga suscita molte meno risate, perché ormai la gente prende tutto così dannatamente sul serio … Come detto, non faccio film tipicamente fantastici, ma contengono comunque spesso personaggi ‘estremi’ in situazioni ‘estreme’, e io cerco sempre di infilarci quel tono scanzonato.
Certo, per essere davvero divertenti e riusciti deve anche esserci una posta in gioco altrettanto alta, così che non ci si annoi mai. E deve esserci azione sfrenata! Io amo molto anche le action-comedy di Hong Kong, specie quelle con Jackie Chan e Sammo Hung. In sostanza, anche se in apparenza non sembrerebbe visto il genere su cui solitamente lavoro, cerco sempre di infilare questi elementi tipici del genere fantastico nei miei film, perché sono quelli che ne garantiscono la riuscita.
Restando in argomento, non so se qualcuno glielo ha già chiesto, ma sono curioso di sapere se ha familiarità con le serie animate dei Ghostbusters degli anni ’80, The Real Ghostbusters e i Ghostbusters della Filmation, visto che mi sembrano decisamente ‘vicine’ al tono che le è più caro
Essendo nato nel 1962, quando uscirono questi cartoni animati non ero purtroppo già più un bambino da tempo, quindi non ci prestai particolare attenzione come avrei potuto sicuramente fare se invece fossi stato più piccolo. Fui colpito decisamente dal primo film del 1984 con Dan Aykroyd e Bill Murray, specie perché Ivan Reitman era riuscito a inserire i toni e i comici del Saturday Night Live in un film di genere fanta-horror. Questa cosa mi fece impazzire. Più tardi ho poi letto anche i fumetti della IDW, in quanto appassionato dei Ghostbusters, ma quando mi avvicinai alla regia di quello che sarebbe diventato un reboot, lo feci come qualcuno che aveva terribilmente amato il primo film.
Sapevo che la saga era ferma da 25 anni e non avevo la minima intenzione di mancare di rispetto ai due film di Ivan Reitman continuandoli in qualche modo. Per quello decisi di optare per un reboot e non per un sequel. Fu questo l’unico ‘problema’ da superare prima di accettare la regia. Ho avuto a disposizione questo cast di splendide attrici e ci siamo divertiti molto a girarlo. Chiaramente la scelta non è stata così saggia come pensavo! [ride] Amo molto il mio film, e sarei dispostissimo a girarne un sequel qualora volessero.
Proprio a tal proposito, già nei mesi successivi all’uscita del suo Ghostbusters lei aveva parlato di un sequel. Era solo una provocazione o c’era qualcosa di concreto già in piedi con la Sony, magari addirittura una bozza di sceneggiatura?
Avevo decisamente in mente di girare un sequel, di uscire da New York e rendere Ghostbusters più internazionale. Durante il tour promozionale in giro per il mondo ebbi la conferma che ogni singolo paese in cui andavo aveva il proprio personalissimo pantheon di fantasmi e di mostri, con la gente che mi mostrava entusiasta fotografie e immagini di queste creature. Era un’idea emozionante. Mi dispiace moltissimo che non se ne sia fatto niente, perché sarebbe stato un bel modo di ampliare la mitologia e la portata di Ghostbusters.
Assieme ad Ivan Reitman – che stato un mio caro amico – avevo anche pensato a un possibile crossover coi suoi film originali, una cosa che si era peraltro già vista in qualche modo nei fumetti della IDW. Ma va così in questo lavoro, non me la prendo. Sono contento del mio film, che ora so sta piano piano venendo riscoperto senza essere massacrato! [ride]
Questa cosa mi fa un po’ sorridere, visto che proprio la Sony nel 2019 ha cercato di fare qualcosa di simile con un altro franchise molto popolare, Men in Black, il cui quarto capitolo si intitola ‘International’. Trovo peraltro diverse similitudini col suo reboot di Ghostbusters, dalla presenza di Chris Hemsworth al risultato non esaltante al botteghino. E anche lì mancavano gli amati personaggi dei film originali … È difficilissimo girare un film del genere vero?
Si ha che fare con una tonnellata di nostalgia del pubblico. Ed è per questo che mi era convinto a fare un reboot e non un sequel. Speravo sarebbe stato diverso. Evidentemente mi sbagliavo.
E qui arriva inevitabile una domanda ‘complicata’ sul recente Ghostbusters: Legacy, In pratica la Sony ha deciso di cancellare la sua idea di un reboot e provare la strada del sequel diretto, scartata nel 2016 … Come l’ha presa?
Guarda, sono molto legato a Jason Reitman, lui è sempre stato di grande supporto nei mie confronti, fin dai primi momenti della mia carriera. Non credo che Legacy ‘comprometta’ l’esistenza del mio film. Vivono in due universi differenti, e il mio è ancora lì che aspetta. Magari un giorno apriranno un portale che li collega, come nei fumetti! Tra l’altro, Legacy non ha fatto incassi molto più alti del mio reboot se guardi bene. Il mio Ghostbusters è costato molto di più per via del peso di certi diritti e di altri accordi con produttori precedenti ecc. che ci hanno mangiato un sacco di soldi. Ancora una volta, se vorranno riprovarci io sono qui. Altrimenti, amici come prima.
Cambiando argomento, so che lei nel 2015 è stato il produttore esecutivo di un documentario sui doppiatori italiani dal titolo It’s Better in Italian. Può raccontarmi un po’ questa esperienza?
Sono affascinato dalle voci e il doppiaggio nel cinema italiano mi ha sempre incuriosito parecchio, specie il come le voci di alcuni doppiatori abbiano contribuito spesso al successo commerciale di certi film. Anche nel cinema francese è successa la stessa cosa, penso ad esempio al doppiatore di Jerry Lewis, che lo ha reso così divertente e popolare, quasi più che negli Stati Uniti. Ti racconto un aneddoto: nel 2013, la mia commedia Corpi da Reato stava andando piuttosto male al botteghino internazionale, specie in Germania.
Così chiesi a un giornalista tedesco il motivo e lui mi rispose che l’adattamento l’aveva reso una specie di dramma poliziesco, in cui si erano perse tutte le battute. Se lo vedi come un film drammatico non funziona per niente, ovviamente! Quindi ho cominciato a interessarmi al doppiaggio, scoprendo il talento di certi doppiatori, che spesso non vengono pagati quanto meriterebbero. Ma gli Studios non comprendo bene questo meccanismo.
Però è importante anche sentire la vera voce di un attore …
O certo, assolutamente. Lo penso specialmente per i titoli provenienti dall’Asia. Han provato a farmi vedere Squid Games doppiato e dopo pochi minuti ho chiesto di mettere la lingua originale coi sottotitoli. Sono sonorità completamente diverse dalle nostre, che un doppiatore americano, con la sua tipica inflessione yankee, non potrebbe mai rendere adeguatamente, impedendomi l’immersione in quell’opera.
Di seguito trovate il trailer italiano di Ghostbusters:
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