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Gareth Evans su The Raid 3: “Vi rivelo la trama del film; ispirato a Predator”

24/04/2020 news di Redazione Il Cineocchio

Il regista gallese ha anche parlato della possibilità che prima o poi venga realizzato

Il regista gallese Gareth Evans (la nostra intervista esclusiva) ha girato un paio dei migliori e più tosti film d’azione di sempre con The Raid – Redenzione (2011) e The Raid 2 (2014). Come lasciava intuire il cliffhanger finale del secondo capitolo, era stato lasciato ampio spazio per una terza parte della quasi trilogia, ma sfortunatamente, come lui stesso ha confermato nel 2018, il progetto è stato abbandonato.

Durante una recente intervista, Gareth Evans ha rivelato per la prima volta i dettagli della storia che aveva pianificato per The Raid 3, che – sorpresa – non si sarebbe concentrato sul personaggio di Iko Uwais, Rama:

the raid film ikoLa storia sarebbe tornata indietro nel tempo, al momento di The Raid 2 quando la Goto Gang, la banda di criminali giapponese, sta facendo un meeting e Goto dice al suo braccio destro di occuparsene, di spazzar via ogni poliziotto corrotto e politico che hanno sui libri paga e ricominciare da capo. The Raid 3 sarebbe iniziato con Rama che esce da quell’edificio dopo aver ucciso tutti e dicendo “No, ho chiuso“. Si avvicina al [ufficiale di polizia] Bunawar, che lo stava aspettando nella sua macchina, sale e se ne va.

E si rimane con la gang di giapponesi, i cui membri pensano: “Che cazzo facciamo adesso? Tutti sono morti, non abbiamo nessuno da uccidere.” Salgono in macchina e, mentre stanno guidando, quest’altra macchina spunta all’improvviso accanto a loro e li sperona e le macchine si schiantano. Goto, suo figlio e il suo braccio destro sono gli unici sopravvissuti di quell’attacco, con lo stacco di montaggio e la scritta The Raid 3.

Gareth Evans prosegue:

Poi sarebbe tornato indietro nel tempo. L’idea era che il braccio destro, dopo che gli era stato detto di uccidere tutti i politici e gli sbirri e di ripulire tutto quanto, avrebbe chiamato il grande capo a Tokyo, dicendogli qualcosa del tipo “Goto sta andando fuori di testa. E’ pazzesco, cosa devo fare?”. La risposta dal quartier generale sarebbe stata: “Tienilo tranquillo, tienilo vicino, manderemo delle persone a occuparsene, e se lo fai tu per noi, puoi prendere il controllo del suo territorio“. L’attacco però va storto, è una squadra di killer dal Giappone che si presenta ed elimina i Goto. Goto non ha idea che sia stato il suo braccio destro a tradirlo e farlo cadere nell’imboscata.

Il regista rivela poi che la storia di The Raid 3 si sarebbe spostata fuori dalla città, dritta nella giungla, un’idea ispirata da Predatorc conArnold Schwarzenegger:

Gareth Evans in the raid 2 Berandal (2014)Vanno alla ricerca di un nascondiglio, fino alle giungle di West Java. Goto organizza l’incontro con questa vecchia boss della mafia (interpretata da) Christine Hakim, che addestrato assassini nella giungla dove si è ritirata. Garantisce la protezione a Goto perché si conoscono da molto tempo, infatti è lei che lo ha introdotto per prima a Jakarta. L’idea è che questa squadra di killer giapponesi, che è abituata alle strade di Tokyo, improvvisamente deve affrontare un terreno di caccia nella giungla, un po’ alla Predator.

La milizia di Christine, questi ragazzini guerriglieri, si sarebbe presa cura di questa intrusione giapponese all’interno del loro territorio. Non avevo messo a fuoco tutti i dettagli, ma a un certo punto il figlio di Goto sarebbe stato ucciso, lui si sarebbe reso conto che era stato il suo braccio destro a tradirlo, e se ne sarebbero occupati in un duro modo tribale. E Goto e questa banda di guerriglieri di assassini indonesiani sarebbero poi ritornati a Tokyo per ‘prendersi cura’ delle persone che avevano ordinato di ucciderlo.

Alla domanda se ci fosse ancora una qualche possibilità di vederlo, Gareth Evans ha detto:

Credo che, sicuramente, avrebbe fatto incazzare un sacco di gente, quindi forse ora che sanno cosa avevo in mente, la gente penserà:  “Sai una cosa, non preoccuparti di The Raid 3, siamo a posto così!” Prima di rendermene conto, avevo già accumulato cinque anni di ritardo, ho girato Apostolo (la recensione) e iniziato la produzione della serie Gangs Of London. Non riuscivo proprio a vedere come potessi trovare il tempo per lavorare a The Raid 3. I miei interessi sono passati su altri progetti. Lavori con altre persone, incontri altra gente e vuoi lavorare di nuovo con loro, vuoi provare cose diverse, trovi una storia che improvvisamente cattura la tua attenzione ed è la cosa che vuoi fare subito dopo. Ti vengono offerti progetti che sono duri da rifiutare.

Di seguito la violentissima scena della cucina di The Raid 2:

Fonte: MW