Home » Cinema » Azione & Avventura » Riflessione | Il Vendicatore: il primo Punisher – con Dolph Lundgren – non si scorda mai

Voto: 7.5/10 Titolo originale: The Punisher , uscita: 05-10-1989. Budget: $9,000,000. Regista: Mark Goldblatt.

Riflessione | Il Vendicatore: il primo Punisher – con Dolph Lundgren – non si scorda mai

29/01/2019 recensione film di Redazione Il Cineocchio

Riscopriamo il precursore dei film di supereroi della Marvel, tra pregi e difetti, workprint e final cut, scene pensate ma mai girate e scelte di marketing curiose

il vendicatore - the punisher film dolph lundgren

Può suonare davvero strano, ma Il Vendicatore (aka The Punisher), il film del 1989 con Dolph Lundgren nel ruolo del cupo vigilante, è davvero il primo film di supereroi per il cinema di casa Marvel. Se è vero che altri supereroi della ‘Casa delle idee’ (in particolare Hulk e Spider-Man) erano già apparsi in pellicole o serie per la televisione, non avevano tuttavia mai fatto il salto sul grande schermo. Il serial cinematografico dedicato a Captain America del 1944 non conta, appunto perchè ‘serial’, e non un lungometraggio. Tecnicamente, il primato spetterebbe a Howard e il destino del mondo (Howard the Duck) del 1986, ma il papero parlante non è esattamente un supereroe. Insomma, nessuno dei precedenti titoli possiede tutti i crismi necessari.

Il Vendicatore – The Punisher è stato scritto da Boaz Yakin (che avrebbe anni dopo diretto Il sapore della vittoria – Uniti si vince e co-scritto Now You See Me) e diretto da Mark Goldblatt (Sbirri oltre la vita, poliziesco / zombie con Treat Williams e Joe Piscopo). Alla produzione Robert Mark Kamen delle saghe di Karate Kid e Taken (e molte altre). Tra i protagonisti anche Louis Gossett Jr. e l’ex cattivo di 007 – Zona Pericolo Jeroen Krabbe.

I problemi del film sono, ovviamente, ben documentati su Internet. Il budget di 11 milioni di dollari, modesto anche per gli standard della fine degli anni ’80, significa che le sue crepe iniziano ad affiorare abbastanza presto. Girarlo in Australia fu probabilmente una soluzione per risparmiare sui costi, ma creò anche alcune discrepanze bizzarre – come quando ad esempio Frank Castle arriva in un minuscolo parco divertimenti fatiscente in cui un cartello proclama che si tratti di “Coney Island” (e sicuramente non lo è …).

Dall’altro lato, Il Vendicatore – The Punisher può quasi meritarsi un applauso per riuscire ad evitare deliberatamente l’intrinseca natura esagerata dei film di supereroi (e in effetti il protagonista non possiede alcun superpotere …). Se lo spogliamo del marchio Marvel e del titolo originale (cosa che effettivamente fu fatta qui in Italia), appare praticamente come qualsiasi altro titolo d’azione a basso budget del periodo.

L’incorruttibile poliziotto Frank Castle, che si guadagna da vivere uccidendo gangster di vario tipo, imbocca la via della vendetta personale quando la sua famiglia viene brutalmente uccisa. Inizia quindi una vera e propria guerra in solitaria contro il crimine, mentre il suo ex compagno (il mal impiegato Louis Gossett Jr.) lo cerca nella speranza di farlo ragionare. In città arriva però la Yakuza, che complica ulteriormente le cose rapendo i figli di alcuni mafiosi, costringendo Frank Castle a lavorare con l’uomo che ha ordinato l’omicidio dei suoi cari per salvare delle vite innocenti.

Probabilmente potete intuire il resto se non avete visto il film.

il vendicatore - the punisher film dolphNon c’è nulla che faccia pensare a un tipico prodotto della Marvel. Nessuno dei criminali è preso dall’Universo Marvel, né gli Yakuza. C’è un barista che fuma il sigaro che assomiglia vagamente a Jack Kirby, mentre il vecchietto che si dimentica della sua fermata quando il Punitore requisisce un autobus cittadino sarebbe stato perfetto come cammeo per Stan Lee. E forse si può far finta che gli Yakuza siano in qualche modo collegati ai ninja della Mano.

In ogni caso, Il Vendicatore – The Punisher ha un suo fascino.

È difficile non amare il Frank Castle / Punisher di Dolph Lundgren e, almeno fino a quando è arrivato Jon Bernthal, è stata probabilmente la migliore versione del personaggio a uscire dalle pagine dei fumetti. L’attore svedese è visibilmente meno grosso rispetto ad altri film di quest’epoca. Avendo rinunciato alla sua routine di sollevamento pesi per concentrarsi su cardio e arti marziali, era almeno 10 kg di muscoli in meno ai suoi giorni da He-Man (1987). “Ammettiamolo”, scherzava lo stesso Dolph Lundgren in un’intervista a Comics Scene nel 1989, “Frank Castle è un tizio che vive nelle fogne da cinque anni, non può sembrare troppo sano ed essere credibile!“.

Coi suoi capelli corvini e gli occhi fortemente mascarizzati, assomiglia quasi a un giovane Elvis Presley … e il ghigno alla Sylvester Stallone di Cobra fa il resto. Tormentato e distante, il Punitore di Dolph Lundgren medita nudo e cavalca furioso la sua motocicletta … attraverso le fogne. Per immergersi ulteriormente nel ruolo, l’attore rimase nel personaggio durante gran parte delle riprese, borbottando tra sé ed eseguendo personalmente gli stunt ogni volta che fosse possibile.

il vendicatore - the punisher film Louis Gossett Jr.Naturalmente, uno degli elementi che più fecero scalpore fu la libertà presa con il tradizionale costume del Punitore. In realtà, gli elementi in pelle della moto e gli stivali appaiono perfettamente funzionali, donando a Frank Castle un’aria sexy e rock n’ roll molto spendibile sul giovane pubblico. La decisione di non ricorrere all’iconico teschio sul petto sembra invece sia stata presa durante le riscritture alla prima bozza di Boaz Yakin.

In una lettera a Comics Scene del 1989, lo sceneggiatore scrisse infatti che il Punitore avrebbe dovuto indossare una maglietta con un teschio dipinto a spruzzo per tutta la durata di Il Vendicatore – The Punisher, ma dopo il no di regista e produttore, alla fine fu rimossa.

Ci siamo andati vicini però.

La sequenza finale del film vede Frank Castle collaborare con il malvagio Gianni Franco (un Jeroen Krabbe fuori parte, ma comunque divertente) per eliminare gli sgherri della Yakuza. Sullo schermo, quando il malvivente gli offre un giubbotto antiproiettile, Castle rifiuta. Quel piccolo cenno a Frank che avrebbe dovuto spruzzare il teschio sull’indumento è finito alla fine nell’adattamento dal fumetto al film (insieme a un certo numero di altre scene poi scartate e personaggi del copione iniziale), ma non fu mai girata.

Il Vendicatore – The Punisher fu afflitto chiaramente da svariati intoppo nel processo creativo. Il produttore Robert Mark Kamen ha affermato di aver “riscritto i dialoghi e la struttura della sceneggiatura“, il che sostanzialmente significa che l’idea di saltare a piè pari la storia delle origini in favore di un’apertura già cinque anni dopo l’inizio della ‘carriera’ di Frank come vigilante fu in definitiva una sua idea. Boaz Yakin, d’altra parte, ha confutato tuttavia questa versione, raccontando a Comics Scene come fosse stato pianificato originariamente il suo script e la sequenza delle origini – lunga 15 minuti – che avrebbe dovuto aprire il film presente nella primissima workprint, furono un ripensamento del regista e del produttore.

il vendicatore - the punisher 1989 filmLa workprint di cui si parla merita una riflessione a parte. Per prima cosa, Dolph Lundgren ha molti più dialoghi nei panni di un Frank Castle pre-Punitore in questi 15 minuti di quanto non in tutto il resto del film. Si interfaccia molto bene a Lou Gossett Jr. e, il suo modo rilassato di masticare una cicca – sputando lentamente e deliberatamente parole poco carine in faccia ai gangster di turno) ricorda un ruolo che sembrerebbe ritagliato per Sylvester Stallone.

In ogni caso, il final cut arrivato in sala di Il Vendicatore – The Punisher è superiore alla workprint. Questa lunga sequenza delle origini affossa un po’ l’insieme col suo essere eccessivamente verbosa, col mero intento di arrivare ai 90 minuti di durata complessivi.

La maggior parte delle altre scene cancellate / estese sono invece completamente usa e getta, ma con una eccezione. Alla fine del film, quando il figlioletto di Gianni Franco preme una pistola in fronte a Frank, Dolph Lundgren ha un’espressione più intensa mentre gli dice “Fammi saltare le cervella”. Una versione migliore di quello che era già uno dei momenti più potenti della pellicola.

Ah. La parte migliore della ‘copia lavoro’ è che termina con la macchina da presa che solca il corpo di nero vestito del Punitore … sulle note di quello che sembra essere un estratto della minacciosa e psichedelica Careful with That Axe Eugene dei Pink Floyd.

Con un’uscita nei cinema prevista per l’agosto del 1989, Il Vendicatore – The Punisher languì nel limbo della distribuzione fino a quando non ottenne finalmente il via libera – direttamente in home video … – l’anno seguente. E probabilmente fu meglio così. Difficilmente un pubblico che aveva avuto il piacere di vedere il primo Batman di Tim Burton in quella stessa estate avrebbe accolto calorosamente un prodotto decisamente più ‘povero’ e dozzinale incentrato su un altro giustiziere in costume.

il vendicatore - the punisher 1989 yakuzaC’è da dire che anche nei fumetti, Frank Castle si qualifica a malapena come un supereroe e, come detto in apertura, Il Vendicatore – The Punisher non cerca mai di giocare con le convenzioni di quel genere, ma si presenta come un film d’azione con qualche ambizione al di sopra delle sue possibilità.

Restano tracce di ‘omaggi’ a pellicole ben più importanti di quegli anni come RoboCop (l’apertura sulle news in TV), le menzionati qualità fisiche mutuate da Sylvester Stallone per il protagonista, o ancora le dinamiche alla Arma letale tra il ‘matto’ Castle e il suo ex compagno “troppo vecchio per questa roba”. Forse, senza le aspettative che si accompagnavano al logo Marvel, la storia avrebbe potuto essere un po’ più gentile con l’opera diretta da Mark Goldblatt.

Comunque il lungometraggio sembra possedere una seria eredità per i fumetti Marvel: questo fu infatti il primo tentativo di cambiare le origini di Frank Castle. Nelle storie disegnate, l’uomo era un veterano del Vietnam pluridecorato, la cui famiglia veniva spazzata via durante un picnic al Central Park semplicemente perché si era ritrovata nel mezzo del fuoco incrociato di alcuni mafiosi. Una storia piuttosto semplice, basata sulla vendetta, ma che legava il personaggio a un particolare momento nel tempo (nel corso degli anni, la leva militare di Castle è stata spostata in avanti nel tempo, così come avvenuto pure per il resto dell’Universo Marvel).

Nel film, Frank Castle è semplicemente un ufficiale di polizia e detective eccezionale, la cui famiglia viene uccisa da un’autobomba destinata a lui (in pratica la trama di Il Grande Caldo di Fritz Lang, classico noir del 1953). L’idea di Frank Castle come Frank Serpico venne anche utilizzata per la versione Ultimate del personaggio, così come nelle successive apparizioni sul grande schermo.

Se The Punisher di Jonathan Hensleigh del 2004 (con Thomas Jane nel ruolo principale) e il suo seguito – o soft reboot – Punisher: Zona di Guerra (con Ray Stevens) hanno potuto contare su un budget più alto e nomi illustri per il cast, e la versione di Jon Bernthal per la serie di Netflix è apparentemente diventata ora l’incarnazione ‘definitiva’, nessuno dei suddetti è riuscito – nel bene o nel male – ad avvicinarsi a sufficienza alla mentalità da action movie che fu una parte così importante della popolarità del Punitore negli anni ’80.

Di seguito il trailer di Il Vendicatore – The Punisher:

Fonte: DofG