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Intervista a Garth Ennis: come The Boys e Crossed raccontano il nostro tempo

28/04/2025 news di Alessandro Gamma

Quattro chiacchiere con l'autore britannico, tra violenza, satira sociale e critica alla civiltà contemporanea

fumetti garth ennis

Tra violenza brutale, critica sociale e cinismo spietato, Garth Ennis ha ridefinito l’immaginario dei supereroi, della religione e della moralità contemporanea. In questa intervista esclusiva realizzata al Comic-Con di Praga 2025, il creatore di The Boys, Preacher e Crossedci ha raccontato senza filtri il suo approccio alla narrativa estrema, ai miti del potere e alla degenerazione della civiltà moderna, tra ironia, rabbia e lucidità implacabile.

Vorrei iniziare con una domanda generale, perché, come sappiamo, The Boys decostruisce il mito del supereroe, Preacher demolisce la religione, e Crossed annienta la moralità stessa. C’è un’ideologia, un mito o una credenza che non toccheresti mai, per scelta o per riluttanza? E perché?

Innanzitutto, non sono del tutto sicuro che Crossed annienti la moralità. Certamente gli ‘scrociati’ sono completamente immorali: sono umani, ma de-umanizzati. Tuttavia, per me ogni storia di Crossed riguarda davvero i sopravvissuti. Parla delle poche persone che cercano di esistere in quel mondo, evitando gli ‘scrociati’ e cercando di mantenere la propria umanità. A volte li affrontano, a volte li sfuggono, ma sempre con l’obiettivo di non perdere la loro umanità. Se si guarda alla storia originale, ciò che spaventa di più i sopravvissuti è proprio la sensazione di diventare loro stessi disumani, ed è questo che li spinge a lottare per preservare ciò che li rende umani.

garth ennis praga 2025Quanto alle convinzioni che attacco, The Boys sì, parla di supereroi, ma affronta anche il potere delle corporation e la corruzione governativa. È stato scritto durante la presidenza di George W. Bush, in un periodo in cui abbiamo assistito all’invasione illegale dell’Iraq, a un aumento del potere governativo e alla totale mancanza di risposta al disastro dell’uragano Katrina, che ha rappresentato un vero tradimento della fiducia dei cittadini. Eppure, rispetto a ciò che vediamo oggi, era niente. Nessuno avrebbe potuto prevedere quanto sarebbe peggiorata la situazione. Tutto ciò che temevo in The Boys si è amplificato milioni di volte.

Per quanto riguarda la religione, continuerò sempre a guardarla con estrema diffidenza, perché ai miei occhi è una forma di fede priva di logica. È intrinsecamente meno seria, per me, delle altre forme di finzione.

Alle convention vediamo persone travestite da personaggi de Il Signore degli Anelli o di Star Wars, e rispetto ciò, perché sono abbastanza sicuro che sappiano distinguere tra realtà e fantasia. Purtroppo, i praticanti delle religioni mondiali non hanno questa consapevolezza, e il mondo soffre a causa di ciò.

C’è qualcos’altro che vorrei attaccare? Probabilmente sì. La situazione attuale, con il governo Trump negli Stati Uniti, rappresenta una corruzione a livelli che un tempo sembravano impensabili. Questo mi fornirà materiale a sufficienza per scrivere ancora.

Pensi mai di criticare qualcosa al di fuori della civiltà occidentale?

Sì, certamente. Io faccio parte della civiltà occidentale: ne ho visto i successi e ne ho vissuto i fallimenti. Per questo motivo è quella che affronto in primo luogo. Ma anche il comunismo cinese, il mondo musulmano e ciò che accade in Russia, che sembra uno stato mafioso, offrono abbondante materiale. Non mancano certo gli argomenti.

In Crossed, la violenza diventa così estrema da sembrare quasi astratta. Sempre politica e personale, giusto?

Esatto. La violenza in Crossed rappresenta in realtà la violenza umana storica su larga scala. Si ispira a ciò che accade quando le persone si concedono il permesso di fare tutto ciò che vogliono. Lo vediamo nei film di guerra, quando i mercenari e le milizie si rendono conto che non esistono limiti alle loro azioni. Un esempio emblematico è la Bosnia degli anni Novanta: basta osservare qualsiasi piccolo episodio di quel conflitto per riconoscere le dinamiche di Crossed. Non c’è nulla di particolarmente inventato in Crossed: tutta l’“inventiva” viene dal comportamento umano in situazioni estreme.

crossed 1 fumetto ennisIn The Boys, invece, la violenza è più simile a quella casuale di persone crudeli e viziate, a cui viene data carta bianca. I supereroi sono questo. Mentre la violenza dei Boys, in particolare quella di Butcher, è una violenza di vendetta, di frustrazione esplosa. È la violenza che scoppia fuori da un pub alle quattro del mattino, quando la polizia tarda ad arrivare e la gente perde il controllo.

Ho scelto di rappresentarla così proprio perché è l’opposto della violenza nei fumetti di supereroi, che appare come una danza coreografata, come nei combattimenti di Batman contro dei rapinatori: Batman sa usare la forza perfetta, ogni mossa è calcolata. Io volevo mostrare l’opposto: cosa succede quando un gruppo di persone butta un uomo a terra e lo pesta fino a ridurlo in poltiglia. È l’opposto di quell’eleganza da fumetto.

Quello che accade anche in Kick-Ass, in un certo senso …

Esatto. Anche se Kick-Ass è un film tremendamente divertente. È una versione esasperata di quella violenza esagerata. Ed è per questo che probabilmente la gente si affeziona a certi fumetti: perché si discostano dalle aspettative. Di solito ci si aspetta un supereroe come Batman che combatte in modo pulito e controllato.

Ma nella realtà, chiunque sia stato in una vera rissa sa che è un’esperienza casuale, orribile e spiacevole. Anche i pugili o i campioni di arti marziali miste finiscono col subire ferite che compromettono le loro capacità. È proprio un evento caotico, e per questo abbiamo leggi che lo proibiscono.

Jesse Custer, Billy Butcher e persino i sopravvissuti più sani di Crossed disprezzano il potere, ma finiscono comunque per esercitarlo. È una critica ai nostri tempi o una diagnosi senza cura?

I sopravvissuti di Crossed in realtà non hanno quasi alcun potere. Portano solo ciò che riescono a trasportare, non possono nemmeno usare veicoli perché il rumore attirerebbe gli ‘scrociati’. Se possiedono un qualche potere, è quello personale di mantenere la propria umanità, come dicevamo prima. Jesse Custer è molto vicino alla figura tradizionale dell’eroe western: il suo potere, il Verbo di Dio, è come la pistola del cowboy. Spesso non lo usa nemmeno; preferisce combattere a mani nude.

È un eroe tradizionale, anche se più violento. Butcher, invece, è l’uomo malvagio che sistema il mondo: se gli uomini cattivi distruggono il mondo, sono anche gli uomini cattivi a ripararlo, perché gli uomini buoni non fanno le cose terribili che servono per risolvere certi problemi. Gli uomini cattivi, invece, non hanno quei limiti morali. E come dice lo stesso Butcher, “bisogna preoccuparsi di quello che facciamo quando non ci guardate”, perché ha i suoi propri obiettivi.

the boys stagione 2 serie 2020The Boys è diventato un successo globale, eppure il suo cinismo originario è rimasto intatto. Qual è stata la tua prima reazione quando una delle tue opere più feroci è stata abbracciata dalla cultura mainstream che intendeva demolire? Ti ha fatto ridere o preoccupare?

Mi ha fatto ridere, molto. Era inevitabile che una serie come The Boys arrivasse in televisione, visto che da venti o venticinque anni i supereroi sono diventati mainstream in film e serie TV. Negli anni ’90 c’erano alcuni film qua e là, ma solo quando hanno capito come realizzare effetti speciali credibili, i supereroi sono davvero approdati con successo sullo schermo.

Una volta che il pubblico mainstream — non solo quello dei fumetti — ha imparato il concetto di universo condiviso, era solo questione di tempo prima che qualcuno si chiedesse: “E se fossero dei bastardi? E se non fossero eroi?” The Boys è arrivato al momento perfetto. Sarebbe potuto toccare anche a Marshal Law, quel vecchio fumetto degli anni ’80 e ’90 che amo molto. Oppure a qualcosa di originale. Ma The Boys era lì, pronto.

Di seguito trovate il video della nostra intervista a Garth Ennis: