James Gunn contro lo stereotipo della ‘donna cazzuta perfetta’
01/09/2025 news di Stella Delmattino
"Le eroine devono avere difetti per sembrare reali"

James Gunn ha sempre avuto un talento speciale per la creazione di personaggi complessi e stratificati, comprese le figure femminili. Il regista, co-presidente di DC Studios e creatore di Peacemaker, ha spiegato perché non è mai stato un fan del cliché della “donna cazzuta perfetta”, un tropo ancora troppo diffuso in cinema e serie TV.
Un esempio è Emilia Harcourt di Peacemaker: dura, preparata e assolutamente capace di cavarsela, ma tutt’altro che impeccabile. La seconda stagione, in particolare, approfondisce le sue fragilità e mostra come, dietro il carattere spigoloso, si nascondano ferite personali e difficoltà irrisolte.
Nel nuovo episodio di Peacemaker: The Official Podcast, l’attrice Jennifer Holland ha sottolineato quanto sia raro trovare ruoli femminili di questo tipo a Hollywood:
«Come donna, non capita spesso di interpretare personaggi davvero tridimensionali e complicati. O sei descritta come cattiva e spietata, oppure come dolce e adorabile. James dà sempre grande profondità ai suoi personaggi».
Gunn ha poi spiegato cosa lo infastidisce nelle eroine scritte come modelli di perfezione:
«Sono persone. Ci sono differenze tra i sessi, ovviamente, ma siamo molto più simili che diversi. Quando sono arrivato a Hollywood, i personaggi femminili erano quasi sempre perfetti. Poi è arrivato il concetto della female badass, ma non mi ha mai convinto: non erano toste come Star-Lord o Deadpool, perché mancava loro una personalità. Erano solo cazzutamente perfette. Permettere a quei personaggi di avere difetti, per me, è la cosa più interessante che si possa fare».
Questa visione spiega bene perché il lavoro di James Gunn riesce a distinguersi nel panorama dei cinecomic: invece di affidarsi ai cliché, il regista costruisce personaggi femminili realistici, contraddittori e profondamente umani.
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