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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Logan Lucky , uscita: 17-08-2017. Budget: $29,000,000. Regista: Steven Soderbergh.

La Truffa dei Logan | La recensione del film di Steven Soderbergh

24/09/2020 recensione film di William Maga

Daniel Craig, Channing Tatum, Adam Driver sono i protagonisti di un heist movie dissacrante e rocambolesco che sovverte i canoni della trilogia Ocean's

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Non ci sono mezze misure per raccontare l’America degli emarginati bianchi, un ricettacolo di bifolchi e avvoltoi mossi da impulsi imprevedibili e irrazionali, così che ogni interazione tra i membri di questa accattivante comunità tenderà sempre ad avere conseguenze tanto spontanee quanto esilaranti. Fare una battuta al bancone di una bar di una cittadina di provincia può quindi ottenere in risposta una risata accompagnata da un pugno in faccia e da un boccale di birra spaccato in testa, oppure il vedersi incendiata la macchina. Nessun filtro prima di (re)agire.

Questo aspetto si può portare sul grande schermo in due modi: additando l’ingiustificabile irresponsabilità del governo americano e le sue politiche segregazioniste e raccontandolo secondo una prospettiva di drammatica critica sociale, oppure con un’istrionica parodia in cui semplicemente si prende atto dell’esistenza di tale microcosmo senza imporre intenti moralizzatori o accusatori. Non v’è dubbio , e se ce ne fosse ancora qualcuno verrà presto fugato dalla vista della gara di lancio delle tavolette del water con cui si dilettano alcuni dei protagonisti, che Steven Soderbergh abbia scelto decisamente la seconda opzione per il suo ultimo film, La Truffa dei Logan (Logan Lucky); una pellicola dal ritmo narrativo accelerato in cui il regista – lontano dal cinema dal 2013 – combina con precisione i suoi caratteri più distintivi, bagnandoli di una dose di efficace ed inedito umorismo quasi nero.

LatruffadeiLogan.jpgLa Truffa dei Logan segue la struttura classica dell’heist movie ma, allo stesso tempo, utilizza i suoi personaggi – non la trama – per parodiare deliberatamente il modo in cui certi registi ingabbiano le loro sceneggiature, privandole di quell’agilità doverosa in questo tipo di produzioni più leggere, per cercare di ottenere, senza successo, drammi presuntuosi che finiscono invece per condannare il prodotto finale alla noia e alla mediocrità. Soderbergh non solo gestisce con competenza la durata e il vigore del film, ma riesce a superare anche le aspettative che avremmo potuto avere guardando la premessa iniziale (ovvero un altro Ocean’s).

Per raggiungere questo non semplice obiettivo, si è trasferito agli antipodi metodologici della fortunata saga di Ocean’s Eleven (richiamata addirittura a un certo punto direttamente da un irriverente Ocean’s Seven Eleven pronunciato da un reporter della TV), trasformando il lusso e lo sfarzo che circondavano il gruppo di esperti ladri guidati da George Clooney in un torbido e grottesco senario di pub malfamati e fiere di paese che incorniciano l’azione principale, mettendoci di fronte a una coppia di fratelli che, dopo aver perso la libertà, la famiglia e anche alcuni arti, hanno ancora la forza di sfidare una volta di più la loro proverbiale fortuna.

Interpretati brillantemente da Channing Tatum (Jimmy Logan) e Adam Driver (Clyde Logan), costituiscono l’esempio lampante del sogno americano infranto. Il primo era infatti la stella della squadra di football, destinato a diventare un idolo delle folle e bersaglio di decine di proposte milionarie della migliori squadre del paese, ma finito a fare il minatore a causa di un infortunio alla gamba, finendo addirittura licenziato per colpa di un errore burocratico della compagnia di assicurazioni della sua ditta.

Il secondo era invece un eroe di guerra, e la sua storia riflette quella di migliaia di altri soldati decorati, mutilati in combattimento e presto dimenticati dallo Zio Sam. Lo stato di maltrattamento e di abbandono del veterano disabile – ormai inservibile per il suo Paese, si riflette in La Truffa dei Logan non soltanto nell’ambiente in cui vive, completamente trascurato dalla società rispettabile, ma anche in senso metaforico, in quella Fortuna che gli ha voltato le spalle e ride di lui dopo averlo condannato a una vita di disgrazie.

Cercando di ottenere un risarcimento per tutte le ingiustizie che gli è toccato sopportare, Jimmy progetta così quello che sembra un clamoroso furto infallibile al circuito di una corsa del circuito NASCAR, per il quale avrà però bisogno dell’aiuto di suo fratello, di sua sorella (Riley Keough) e di Joe Bang (Daniel Craig), un esperto di esplosivi in ​​grado di penetrare qualsiasi caveau. Tuttavia, la collaborazione di Joe è soggetta a due clausole non negoziabili: la prima è che i suoi due fratelli facciano parte del colpo per garantire la sua sicurezza; la seconda, che suppone più in un impedimento che una condizione vera e propria, è determinata dal luogo in cui si trova lo stravagante artista della dinamite, visto che si trova in prigione.

Jimmy aveva però già considerato questo dettaglio, organizzando per lui un incredibile piano di fuga, quindi il più grande dei suoi problemi resta quello di convincere i due rozzi fratelli di Joe che, a quanto pare, si sono lasciati la vita criminale alle spalle per abbracciare la parola di Dio.

In ogni caso, la reticenza morale che inizialmente mostrano sia i fratelli che lo stesso Clyde si risolve con un’assurda giustificazione autocompiacente di integrità, e i tre si avventano, senza grossi problemi, su questa nuova opportunità di diventare ricchi. Steven Soderbergh, in questa sua descrizione dissacrante del Sud povero e dozzinale degli Stati Uniti, cerca tuttavia di enfatizzare come il denaro non abbia importanza, dal momento che agli occhi della società evoluta le parti in gioco saranno tutte considerate comunque feccia; divisi tra sciocchi ricchi e sciocchi poveri, tutti fanno infatti parte in qualche modo della struttura gerarchica dell’emarginazione.

Anche se la sceneggiatura di La Truffa dei Logan scritta dell’esordiente Rebecca Blunt è piuttosto prevedibile e ripetitiva, pure nel classico doppio finale marchio di fabbrica di Steven Soderbergh, la comicità sopra le righe degli attori e la loro sorprendente e deliberata disinvoltura nel rappresentare senza filtri l’idiozia assoluta implicita nelle loro azioni riescono a mantenere lo spettatore così rapito da questo semplice divertimento da fargli scordare una conclusione che già avrebbe saputo immaginare prima ancora di iniziare la visione. Invece di lamentarci della mancanza di sorprese, ci ritroveremo però ad applaudire come bambini ogni volta che l’implacabile dea bendata sorriderà ai nostri (anti)eroi.

E’ proprio la sezione cast a essere uno degli aspetti più notevoli in gioco in La Truffa dei Logan, non solo la professionalità degli attori coinvolti, ma anche l’incredibile lavoro svolto da Steven Soderbergh nel dirigerli, poiché riesce a far brillare al meglio ciascuno, nonostante li abbia trascinati al di fuori delle loro più o meno usuali comfort zone mettendogli in mano le pagine di uno script che difficilmente avranno sentito familiare e capace proprio per questo di provocare un ‘conflitto di associazione’ anche nel pubblico, in grado di accentuare ulteriormente ciascuna delle stravaganti esplosioni comiche diluite nelle due ore di durata.

logan lucky soderbergh filmPartendo da Jimmy, un Channing Tatum che abbandona la sicurezza dei suoi addominali per interpretare un padre separato perdente e zoppo la cui moglie, una Katie Holmes nel suo ruolo più pugnace, lo ha mollato per un milionario babbeo e vanaglorioso, l’intero cast viene presentato in ruoli significativamente differenti da quelli per cui sono solitamente riconosciuti. Per esempio, Adam Driver abbandona l’usuale maschera bonaria e rassicurante (quando non è Kylo Ren ovviamente …) per diventare in La Truffa dei Logan un ragazzo vagamente ritardato al completo servizio del fratello. Infine, vale la pena di evidenziare, al di fuori di tutti gli accorgimenti idiosincratici proposti dal regista, la deflagrazione deliberatamente ignota fino ad oggi di Daniel Craig, capace di una svolta radicale rispetto alla sofisticatezza e al set di capacità proprie di James Bond e di mettere sul tavolo un’insolita spavalderia, un pessimo carattere e un aspetto esteriore ancore peggiore.

E così arriviamo, senza rendercene troppo conto, alla conclusione di un’opera che, dopo la studiata introduzione progressiva dei personaggi principali, ritarda fino al terzo atto la comparsa del premio Oscar Hilary Swank e del singolare Macon Blair, i cui camei spontanei sono diventati per lo più frequenti in opere legate al cinema d’autore, come sigillo di garanzia di innovazione ed eccentricità. Nota di colore a margine: questo il quarto lungometraggio del 2017 a presentare nella colonna sonora Take me home, Country Roads di John Denver (gli altri sono Alien: Covenant, Okja e Kingsman: Il Cerchio d’Oro).

In definitiva, La Truffa dei Logan è una delizia per tutti i fan dei frenetici film dedicati a furti e rapine impossibili, con il plus dell’inconfondibile firma romantica ed estroversa di uno Steven Soderbergh che questa volta si diverte a profanare con gusto alcuni stereotipi del genere e dei tabù dell’America.

Di seguito trovate il trailer italiano: