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Leonardo DiCaprio contro l’IA: “Non può essere arte, manca di umanità”

28/12/2025 news di Stella Delmattino

La star ha una posizione molto precisa

leo dicaprio 2025 intervista

Leonardo DiCaprio ha dichiarato apertamente che l’intelligenza artificiale non potrà mai essere considerata vera arte, perché priva di umanità. L’attore premio Oscar ha affrontato il tema in un’intervista rilasciata a Time, che lo ha nominato entertainer of the year, parlando del futuro di Hollywood nell’era dell’IA.

DiCaprio ha espresso preoccupazione per le conseguenze occupazionali della tecnologia, affermando di “piangere il fatto che persone di talento ed esperienza possano perdere il lavoro” a causa dell’intelligenza artificiale. Allo stesso tempo, ha chiarito che il problema non è solo economico, ma profondamente artistico.

L’attore ha spiegato:

“Potrebbe essere uno strumento di potenziamento per un giovane regista, per fare qualcosa che non abbiamo mai visto prima. Ma penso che qualsiasi cosa venga autenticamente considerata arte debba provenire da un essere umano.”

DiCaprio ha poi fatto riferimento a esempi musicali generati dall’IA, sottolineando come, pur essendo impressionanti, manchino di sostanza duratura:

“Non avete mai sentito quelle canzoni mash-up che sono assolutamente brillanti e pensi: ‘Oh mio Dio, questo è Michael Jackson che canta come The Weeknd’, oppure ‘Questo è funk preso da “Bonita Applebum” degli A Tribe Called Quest, rifatto con una voce soul alla Al Green, ed è geniale’. E tu dici: ‘Fantastico’. Ma poi ha i suoi quindici minuti di fama e si dissolve nell’etere di altra spazzatura di internet.”

E ha concluso:

“Non c’è nulla che lo ancora. Non c’è umanità dentro, per quanto possa essere brillante.”

Le parole di DiCaprio si aggiungono a una posizione sempre più netta di diversi grandi nomi del cinema. Il regista premio Oscar Guillermo del Toro ha recentemente dichiarato a NPR:

“L’IA, in particolare l’IA generativa, non mi interessa e non mi interesserà mai. Ho 61 anni e spero di poter restare completamente disinteressato al suo utilizzo fino a quando morirò.”

E ha aggiunto:

“L’altro giorno qualcuno mi ha scritto chiedendomi quale fosse la mia posizione sull’IA. La mia risposta è stata molto breve. Ho detto: ‘Preferirei morire’.”

Anche James Cameron ha preso una posizione chiara, spiegando di aver vietato l’uso dell’IA generativa nei sequel di Avatar:

“Onoriamo e celebriamo gli attori. Non sostituiamo gli attori.”

Particolarmente dura anche la reazione di Emma Thompson, che ha raccontato la propria frustrazione durante un’apparizione al Late Show quando le è stato chiesto dell’“imminente rivoluzione dell’IA” a Hollywood.

La Thompson ha dichiarato:

Un’irritazione intensa. Non potete nemmeno immaginare quanto. Scrivo a mano, su carta, perché credo che ci sia una connessione tra il cervello e la mano.”

E ha raccontato quanto la infastidisca l’intervento dei software:

“Dopo aver scritto qualcosa, lo metto in un documento Word. E ora Word continua a dirmi: ‘Vuoi che lo riscriva per te?’ E io finisco per rispondere: ‘Non ho bisogno che tu riscriva quello che ho appena scritto, vuoi gentilmente andare a farti fottere? Fottiti!’ Sono furiosa.”

Il messaggio condiviso da DiCaprio e da altri protagonisti del cinema è chiaro: l’IA può imitare, combinare e accelerare, ma non può vivere esperienze, provare emozioni o dare senso al mondo. E senza questa componente umana, anche l’opera più tecnicamente impressionante rischia di restare un esercizio brillante destinato a dissolversi rapidamente.