Voto: 7/10 Titolo originale: Lukas , uscita: 22-08-2018. Budget: $3,383,890. Regista: Julien Leclercq.
The Bouncer – L’infiltrato (Lukas) | La recensione del film con Jean-Claude Van Damme
21/12/2018 recensione film The Bouncer di William Maga
Il regista francese Julien Leclercq firma un action-drama cupo, con un Jean-Claude Van Damme molto maturo, segnato dalla vita ma sempre pronto a lottare per la famiglia
Non è così scontato che un film con Jean-Claude Van Damme nel 2018 arrivi ancora nei cinema, sebbene siano soltanto quelli francesi. E ancora meno scontato è che il livello sia dignitoso o anche più su. Se Black Water, arrivato qualche mese fa, aveva un’idea intrigante – e Dolph Lundgren … – realizzata molto male (la recensione), The Bouncer – L’infiltrato (Lukas) sfrutta un concept cinematografico piuttosto standard ma messo in scena con abilità e perizia dal regista Julien Leclercq (L’assalto).
Lukas (JCVD) è un’ex guardia del corpo che ora lavora come buttafuori in una discoteca di Bruxelles, in Belgio. Ha una figlia piccola di cui occuparsi (Alice Verset), e il suo passato è alquanto misterioso, soprattutto per il suo atteggiamento assai calmo e stoico. Quando un alterco con un cliente sul lavoro finisce male, viene licenziato in tronco e ottiene un nuovo lavoro in uno strip club, che però risulta essere gestito da un criminale fiammingo (Sam Louwyck). Si fanno anche avanti alcuni poliziotti, che interrogano Lukas per l’incidente, lo minacciano e lo costringono a fare la spia sul suo nuovo capo. Intrappolato tra due pericolosi fuochi, Lukas è così costretto a cacciarsi in situazioni molto rischiose per tenere al sicuro la ragazzina, aiutato in qualche modo da una ragazza di nome Lisa (Sveva Alviti).
Tutto considerato, ci troviamo davanti a un’opera che rappresenta per Jean-Claude Van Damme uno dei progetti più maturi a cui abbia mai preso parte, e probabilmente – assieme al metacinematografico JCVD – Nessuna giustizia del 2008 – una delle sue performance squisitamente come attore più riuscite. Evidentemente, non si tratta del solito film d’azione a cui il campione di arti marziali ci ha abituato negli anni, anche se – naturalmente – ci sono alcuni combattimenti corpo a corpo, sparatorie e incidenti d’auto.
Ma, più che altro, The Bouncer – L’infiltrato (Lukas) è un noir drammatico. Il ritmo è molto lento, i dialoghi scarsi e l’atmosfera è costantemente torva. Per fortuna, le sequenze più movimentate, seppur rade, colpiscono sempre grazie alla loro ferinità e alla regia precisa. Visivamente, ovvio, ma sicuramente anche per l’uso del sonoro. In particolare, a un certo punto la telecamera segue il protagonista in un lungo piano sequenza mentre entra in un covo di spacciatori per estrarre un tizio. La tensione monta mentre entra e si aggira per la casa.
Quando trova il suo obiettivo e l’azione prende il via rapidamente e brutalmente, non sentiamo letteralmente alcun suono. Come quando il professore in classe decide che il modo migliore per placare gli alunni non sia urlare più forte, ma rimanere in silenzio: lo spettatore è così più attento che se fossero impiegati effetti sonori. Poi, mentre Lukas porta via l’uomo, improvvisamente viene sparato un colpo e il suono ritorna. Mentre i ridicoli scontri a fuoco di Black Water erano pressochè onnipresenti, senza suscitare però il minimo impatto, ogni proiettile sparato in The Bouncer – L’infiltrato (Lukas) risuona come una minaccia molto reale.
Visto che sia tratta più che altro di un dramma, è superfluo sottolineare che il Jean-Claude Van Damme che si vede in questo film non è il giovane ballerino di Kickboxer (1989) o quello degli stravaganti gemelli di Double Impact (1991). Questo è il JCVD più pacato e afflitto. E’ un Lyon Gaultier di 60 anni, se preferite. Se ricordate, in Lionheart – Scommessa vincente (1990), Jean-Claude Van Damme regalava una prova più contenuta del solito e sorprendentemente toccante, mentre lottava per il bene della sua famiglia. E anche in The Bouncer – L’infiltrato (Lukas) è in gioco la famiglia.
Se l’attore belga potrebbe essere maggiormente apprezzato in ruoli da cattivo o da spaccone, ed è conosciuto soprattutto per i calci rotanti, le spaccate e le urla mentre esegue il colpo finale, quello che gli offre Julien Leclercq il tipo di ruolo in cui ora è perfetto: rimuginante, tranquillo, quasi sconfitto dalla vita e chiaramente emotivo, ma sempre pronto a colpire e padrone della situazione. Ora che non è più uno sbarbato nel fiore degli anni, il suo volto possiede maggiore carattere, solcato da sofferenza e vizi. E se la figlioletta non ha un grande minutaggio sullo schermo, i due vantano una chimica piuttosto credibile quando sono insieme.
Ma la parte migliore del film arriva durante la scena in cui Lukas fornisce qualche notizia sul suo passato e la morte di sua moglie, che in pratica racconta cosa succede all’eroe DOPO le azioni che compie nel classico film d’azione hollywoodiano: in sostanza, la legge non ha catturato i criminali che l’hanno uccisa, così ci ha pensato lui stesso. Risultato: ora è un vecchio e solitario padre single, che sbarca a malapena il lunario per sostentare sua figlia e combatte i suoi demoni interiori ogni giorno.
Non sarà Senza esclusione di colpi, ma, per i fan di JCVD, The Bouncer – L’infiltrato (Lukas) potrebbe scalare presto le classifiche di preferenze. Ha una trama semplice e credibile, personaggi classici ma solidi e interpreti che fanno un buon lavoro. Chiunque si aspetti azione sfrenata con esplosioni e calci volanti all’impazzata, rimarrà deluso. È piuttosto un crudo dramma con momenti action. Il ritmo è placido, ma sinuoso e fermo.
Sembra quasi di assistere a un capitolo di una serie di lunga data. L’atmosfera è triste e plumbea, il finale frustrante e repentino, ma si adatta perfettamente. Auguriamoci che sia The Bouncer – L’infiltrato (Lukas) – e non Black Water – a tracciare la rotta per la seconda parte di carriera di qualità per Jean-Claude Van Damme.
Di seguito il teaser trailer internazionale del film, al momento senza una data di uscita per l’Italia:
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