Voto: 7/10 Titolo originale: Onward , uscita: 29-02-2020. Budget: $200,000,000. Regista: Dan Scanlon.
Onward – Oltre la magia | La recensione del film animato di Dan Scanlon
24/03/2020 recensione film Onward - Oltre la magia di William Maga
Disney e Pixar uniscono le forze per un coming-of-age fantasy capace di parlare al cuore di chiunque, stemperando i momenti dolorosi con la speranza e la leggerezza
Se vi fosse stata presentata l’opportunità di trascorrere un altro giorno con qualcuno che avreste perso, cosa fareste? Fino a dove sareste disposti a viaggiare? Quali imprese sareste disposti a compiere solamente per qualche ora in più con una persona cara? Queste sono le grandi domande al centro di Onward – Oltre la magia, l’ultimo frutto della collaborazione tra Walt Disney e Pixar. Nel film troviamo due fratelli che si mettono in viaggio in fretta e furia per completare un incantesimo lasciatogli dal padre defunto da tempo. C’è una carica emotiva fortissima nella premessa, ma la sceneggiatura inietta anche una miriade di risate attraverso la manipolazione creativa delle aspettative che l’ambientazione fantasy offre allo spettatore. Sebbene quello della perdita sia un tema centrale di Onward – Oltre la magia, c’è una diffusa speranza che porta molta gioia, pur suscitando le lacrime.
Molto tempo fa, c’era magia in ogni angolo del mondo. Non si tratta soltanto di sirene che nuotano negli oceani, di fatine che volano nei cieli o di avventurieri che combattono potenti draghi, ma di veri e propri portatori di magia che usano le loro abilità per aiutare i bisognosi in vari modi. Con l’avanzare del progresso tecnologico, tuttavia, i praticanti della magia si sono assottigliati inesorabilmente, finché l’esistenza stessa della magia non è stata considerata nient’altro che un mito. Questo almeno fino al 16° compleanno di Ian Lightfoot (doppiato in originale da Tom Holland), quando sua madre, Laurel (Julia Louise-Dreyfus), porta a lui e al fratello maggiore Barley (Chris Pratt) un regalo del padre scomparso, Wilden (Kyle Bornheimer). Non si tratta di un regalo normale, ma di un bastone da stregone alla Gandalf e un incantesimo che permetterebbe a Wilden di ‘tornare in vita’ per 24 ore. Quando però l’incantesimo va storto e solo metà dell’uomo riappare, i due ragazzi iniziano un’avventura per trovare il pezzo di cui hanno bisogno per completare l’incantesimo, prima che scada il tempo e non possano mai più rivedere il padre.
Il pubblico sarà probabilmente ignaro del fatto che quella di Onward – Oltre la magia sia una storia personale. Ispirato dalla sua esperienza con la morte in giovane età, il regista Dan Scanlon (Monsters University) ha infatti preso spunto dalla vicenda che ha coinvolto lui e suo fratello e l’ha sviluppata, assieme a Keith Bunin e Jason Headley, nella storia e nella sceneggiatura che ora vediamo sullo schermo. All’inizio, questo sembra incredibilmente angosciante: una storia di due figli adolescenti che cercano disperatamente di guadagnare del tempo con un padre che conoscevano a malapena, anzi quasi per niente. Ian era troppo piccolo, mentre Barley aveva solo tre ricordi di cui parlare. Ciascuno esige di più e la sceneggiatura non minimizza mai la loro urgenza emotiva, anche quando ciò significa che questi due ragazzi elfi debbano far apparire benzina dal nulla, invocare un incantesimo bislacco e fare molto altro per raggiungere il loro obiettivo. Intelligentemente, ogni prova magica è votata alla causa emotiva di questo film, aiutando a traghettare sia Ian, un timido adolescente, sia Barley, un brillante sognatore, verso il traguardo della maturità come adulti (specie il primo).
Onward – Oltre la magia è incredibilmente studiato nei minimi dettagli. Dal simbolo ben visibile sulla t-shirt nelle foto di Wilden, che rimanda a Wilden e i suoi figli, al sottotesto di ogni azione intrapresa dai giovani Lightfoot, Dan Scanlon, Keith Bunin e Jason Headley assicurano che ogni aspetto di questo universo appaia ricco e complesso. È questo livello di dettaglio che rende molto più facile connettersi a Onward – Oltre la magia nonostante la barriera (a) dell’animazione e (b) degli elementi fantasy che compongono l’intero film. Quindi, se può essere divertente vedere Barley sfoggiare un giubbotto di jeans ornato con simboli di band heavy metal e guidare uno sgangherato furgone con unicorni disegnati sulle fiancate, questi rappresentano più che semplici attributi simbolici di un tipico metallaro. Vedendoli da una prospettiva diversa, Barley è uno storico della cultura dei suoi avi, uno che non è disposto a lasciarsi alle spalle le tradizioni del suo popolo di fronte alla modernità.
Da un altro punto di vista, è completamente autodidatta: alla guida di un furgone che ha messo insieme da solo e senza aiuti, studia il passato come modo per mantenerlo vivo. Tratteggiato per suscitare risate contro la timidezza e la costernazione di Ian, Barley è un concentrato di significati in un unico personaggio. Lui permette anche ad Onward – Oltre la magia di suggerire, anche se non esplorare, la natura più profonda di voltare le spalle alla nostra storia e ai pericoli che ne derivano. Sarebbe stata una mossa molto audace per un film Disney / Pixar spingere su simili nozioni, e anche se ci andiamo vicini qui, il film non si sofferma troppo su di loro. Gran parte del conflitto tra Ian e Barley deriva dalle loro visioni contrapposte sulla realtà del loro passato: Ian lo accetta come semplice insieme di racconti popolari, Barley insiste sul fatto che si tratti della verità. La vicenda suggerisce che abbiano entrambi ragione, o almeno che ciascuno creda di averla, il che è necessario per far capire i motivi della frattura tra i due. Tuttavia, spendendo così tanti sforzi per sistemare tale spaccatura fraterna, la nozione più ampia di cancellazione culturale passa in secondo piano.
Questo, ovviamente, ha senso in senso lato, poiché Onward – Oltre la magia può essere meglio identificato come un incrocio tra un coming-of-age e una road buddy comedy che si svolge in un futuro alternativo in un mondo precedentemente magico, con l’esplorazione di quel futuro alternativo che diventa meno significativa dei viaggi individuali dei suoi protagonisti. A quanto pare, la storia di Ian è quella principale, pertanto richiede la maggior parte del tempo per essere adeguatamente esplorata e farlo crescere. C’è qualcosa di più devastante che sentire Barley affermare: “Come puoi dire che io sono uno schizzato se non mi lasci mai provare?”.
Non preoccupatevi però. Come detto, in mezzo all’amore, la perdita e la famiglia, c’è anche molto spazio per l’umorismo leggero. Non si tratta solo di Colt Bronco (doppiato da Mel Rodriguez), un centauro agente di polizia che sta frequentando Laurel e che lotta per farsi ben volere dai ragazzi, ma del modo in cui gli animatori di Onward – Oltre la magia scelgono di far manifestare Wilden: un paio di gambe letterali senza torso. Ma non sono un semplice paio di pantaloni. Riescono a trasmettere tenerezza, affetto e persino a indurre l’imbarazzo che solo un genitore può. In un momento particolarmente sciocco, le gambe iniziano a ballare nel modo bizzarro possibile, sopprimendo involontariamente una disputa fraterna. Con il più semplice dei momenti, la tensione sparisce e la leggerezza ritorna con un semplice movimento di bacino. Questo è il potere di un papà imbarazzante, in particolare di uno che è ammirato così profondamente dai suoi figli. Se le gambe non bastassero, vi ritroverete a ridere nel vedere un’avida gremlin gestrice di un banco dei pegni (doppiato da un Tracey Ullman), una banda di motociclisti composta da folletti irascibili e maestosi unicorni trasformati in qualcosa di simile a procioni selvatici. Davvero, è un mondo di meraviglie, ma il bello è che sceglie argutamente di prendersi in giro.
Qui, tuttavia, si solleva un problema non secondario. Per quanto la storia sia coinvolgente nella sua esplorazione del dolore, non sembra mai andare all in nelle implicazioni di ciò che questo viaggio significa. La Pixar non si è mai tirata indietro rispetto a questioni importanti (basti vedere Toy Story 3 o Coco confermare), ma Onward – Oltre la magia sembra trattenersi dal dare fino in fondo un cazzotto emotivo allo stomaco dello spettatore, in favore di un buffetto più morbido. Questo potrebbe essere il risultato dell’influenza della Disney poiché, come sappiamo bene, lo studio raramente suole spingere il suo pubblico alla discussione problematica.
Più di qualsiasi altro film Disney / Pixar, Onward – Oltre la magia non rifugge il mettere in scena apertamente la perdita e il dolore, solo ci vuole avvolgere in un abbraccio amorevole e benevolo più di quanto non voglia addentrarsi nelle profonde emozioni che evoca, in particolare con le note della canzone di chiusura cantata da Brandi Carlile, Carried Me With You, un testo che parla al cuore di chiunque abbia mai sperimentato tale tristi emozioni.
In qualunque momento siate della vostra vita, temi come l’amore e la perdita vi toccano. Più avanti, ricordatevi che quelli che se ne sono andati non ci abbandonano mai veramente. Saranno per sempre nelle vite che hanno sfiorato. Saranno nelle storie che hanno contribuito a creare. Faranno parte di un passato che non può essere cancellato, nemmeno quando il tempo sembra averli dimenticati. Serve solamente una missione – di qualsiasi dimensione e portata – per riportarli da noi. Quindi preparatevi, cari avventurieri. State per entrare in un mondo di magia e le migliori armi che avete sono già al vostro fianco e nel vostro cuore.
In attesa di capire quando potremo vederlo nei nostri cinema (l’uscita era prevista per il 5 marzo), di seguito trovate il trailer in versione italiana di Onward – Oltre la magia:
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