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Voto: 7/10 Titolo originale: Overlord , uscita: 01-11-2018. Budget: $38,000,000. Regista: Julius Avery.

Overlord: la recensione del film horror di guerra di Julius Avery

06/07/2020 recensione film di William Maga

Pilou Asbæk e Jovan Adepo sono tra i protagonisti di un'opera che ibrida con successo i due generi, mescolando genuinamente splatter ed emozioni. Produce J.J. Abrams.

overlord film 2018 avery

Fin dalle prime immagini diffuse online a inizio 2018, grande è stata la curiosità intorno a Overlord dell’australiano Julius Avery (Son of a Gun), misterioso progetto “forse horror, forse sci-fi, forse entrambe le cose” costato 38 milioni di dollari e prodotto da J.J. Abrams con la sua Bad Robot, ambientato nei giorni del D-Day, quando un battaglione di paracadutisti americani scende nella Francia occupata dai nazisti, in una missione cruciale per il successo degli Alleati. Un comandante tedesco però ostacola il loro cammino, cercando di nascondere un oscuro segreto che coinvolge empi esperimenti sulla popolazione di un villaggio e sui nemici catturati.

overlord posterPresentato in anteprima europea al Festival di Sitges, il film mescola abilmente le atmosfere drammatiche tipiche dei film di guerra (senza la minima attenzione storica, è bene chiarirlo subito) in cui un manipolo di soldati si ritrova suo malgrado coinvolto in una missione di ‘fondamentale importanza’ per il successo finale – e quasi sicuramente suicida – e il monster movie con tocchi splatter.

In ogni caso, come confermato dal regista stesso non molto tempo prima, non ci troviamo in alcun modo di fronte a una pellicola avente luogo nell’universo condiviso di Cloverfield, pur incrociando senza grossi sforzi generi apparentemente lontanissimi, proprio come succedeva in Cloverfield e in 10 Cloverfield Lane (The Cloverfield Paradox rimaneva invece nella sci-fi pura), combinando azione e avventura con body horror e forse anche qualche strana lacrima.

Overlord prende il via in maniera sorprendente, probabilmente con la sequenza più interessante e riuscita dell’intero lungometraggio, girata a bordo di un grosso C-47 che trasporta in notturna le truppe statunitensi verso le coste francesi alla vigilia del giorno più importante della seconda guerra mondiale. L’unico compito di questi uomini è raggiungere e distruggere una torre radio che si trova sulla cima di una chiesa, in modo che l’aviazione alleata possa supportare adeguatamente gli sbarchi del D-Day via mare.

Attraverso un fulminante scambio di battute veniamo introdotti al cast di personaggi principali: c’è Boyce (Jovan Adepo), ovvero la voce della coscienza, l’amichevole protagonista che potrebbe essere un po’ troppo ingenuo per questo viaggio all’Inferno dietro le linee nemiche; Ford (Wyatt Russell), un esperto di esplosivi il cui aspetto gelido suggerisce che ha vissuto in prima persona i veri orrori della guerra; Tibbet (John Magaro), un tipo un po’ sbruffone e un po’ sapientone; e Chase (Iain De Caestecker), un fotografo più preoccupato per l’attrezzatura che per il proprio benessere.

La sceneggiatura scritta a quattro mani da Billy Ray e Mark L. Smith delinea questi giovani in modo tanto efficace quanto economicamente alla vecchia maniera (leggi ‘vagamente stereotipato’, ma è il genere a richiederlo in un certo senso); le loro personalità, le loro speranze e sogni e – più distintamente – le loro paure, sono ben tratteggiate, così che quando la situazione inizia, come prevedibile, a precipitare, lo spettatore riesca a preoccuparsi piuttosto sinceramente della loro sopravvivenza.

E i problemi cominciano a colpire duro e inaspettatamente, quando l’aereo su cui viaggiano finisce in mezzo a una pioggia di missili sparati dalla contraerea nazista assieme ai velivoli gemelli, coi soldati costretti a paracadutarsi verso il loro obiettivo prefissato alla cieca e in fretta e furia mentre il caos regna nei cieli tutt’intorno.

Quello che segue inizia come un’avventura di guerra piuttosto semplice e standard, quasi inaspettata viste le premesse, con gli americani che si sforzano di ritrovarsi una volta al suolo mentre evitano di essere scoperti dai nemici e che fanno presto amicizia con una ragazza del posto che sa il fatto suo, Chloe (Mathilde Ollivier), i cui genitori sono stati uccisi dai tedeschi, e che quindi non vede l’ora di vendicarsi.

Tutti insieme decidono di pensare al piano migliore per abbattere la torre radio, ma la situazione cambia quando, al di sotto della chiesa edificata sotto l’obiettivo, Boyce fa una terrificante scoperta: i nazisti rapiscono gli abitanti del villaggio e “danno loro uno scopo” usandoli come cavie umani per esperimenti sulla mente e sui corpi, nel tentativo di creare la super-razza bramata da Adolf Hitler. Questo significa non solo che il loro nemico non è più umano, ma dovranno distruggere anche i laboratori segreti, così che questa empietà abbia fine.

E se non riveleremo esattamente quello che succede in questa struttura sotterranea, sappiate che è sufficiente a far guadagnare il primo bollino R-rated della sua storia alla Bad Robot, con il reparto trucco di Overlord – che spesso sceglie di privilegiare saggiamente le protesi rispetto alla CGI – capace di realizzare cose incredibili con la carne lacerata, la pelle strappata e le ferite aperte e rancide. Una menzione speciale va anche a Pilou Asbæk (Ghost in the Shell), che interpreta il vero villain / mostro del film celato dietro le sembianze dell’ufficiale delle SS Wafner, un personaggio tanto mellifluo quanto genuinamente malvagio, che per poco non ruba del tutto la scena ai buoni.

Gli insoliti mash-up di genere come Overlord sono comunque più comuni di quanto si potrebbe pensare. Senza andare a scomodare il probabilmente sconosciuto ai più – ma pregevolissimo – Trench 11 di Leo Scherman del 2017 (ambientato però durante la prima guerra mondiale), l’archetipica battaglia tra il Bene e il Male (soprannaturale, sotto forma di zombi o altro) che prevedibilmente anche questa volta si dipanerà sullo schermo ricorda, seppure su scala molto più ampia e con maggiori mezzi a disposizione, i più noti tra il sottobosco dei fan del cinema horror Dead Snow di Tommy Wirkola e Frankenstein’s Army di Richard Raaphorst.

Sul fronte dei videogiochi invece, se da anni stavate aspettando qualcosa che potesse anche solo vagamente avvicinarsi a una versione cinematografica della serie di Wolfenstein, non cercate oltre, in quanto Overlord possiede molti punti in comune con quelle storie. Per quasi tre quarti – e contro ogni previsione e indicazione di marketing – il film di Julius Avery, tuttavia, più che al cinema del terrore strizza l’occhio sopratutto a lungometraggi come il sottovalutato Fury di David Ayer e l’ucronico Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino (del quale però non riprende l’ironia).

Ciò che riesce a distinguere Overlord e a renderlo qualcosa di più che il semplice intrattenimento da sabato sera – che poi è forse la sorpresa più grande -, è da una parte la direzione sorprendentemente sicura del regista, solo al secondo film, e dall’altra la costruzione – sebbene non proprio originale – dei personaggi, che comincia nei primi minuti e procede ininterrotta fino ai titoli di coda.

Avere a cuore le loro sorti o dispiacersi quando qualcuno di loro muore non è affatto così scontato, e il modo dinamico in cui Julius Avery tira le fila sta a indicare come il suo lungometraggio sia in effetti in grado di gestire anche i necessari – e auspicati a un certo punto – violenti cambiamenti di tono, con il film che concede allo spettatore una girandola di emozioni che spaziano dalla commozione, ai brividi, alla genuina paura. A volte addirittura all’interno della stessa sequenza.

In definitiva, Overlord è un divertente B-movie a cui è stato concesso un budget da pellicola di serie A (che peraltro è tutto lì sullo schermo in bella vista), un’aggiunta meravigliosamente bizzarra al canone dei film della seconda guerra mondiale, che inizia con un set spettacolare, cui seguono poi dinamiche personali soddisfacenti e orrore viscerale e agghiacciante capace di riempire occhi e stomaco di chi si è approcciato alla visione cercandone proprio il lato più crudo e sopra le righe. Qualcuno potrà pure non trovarlo particolarmente innovativo, ma non si può dire che non sia stato realizzato con energia e impegno.

Di seguito il trailer italiano di Overlord: