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Voto: 6/10 Titolo originale: Malasaña 32 , uscita: 17-01-2020. Regista: Albert Pintó.

Possession – L’appartamento del Diavolo | La recensione del film horror spagnolo di Albert Pintó

30/07/2021 recensione film di Marco Tedesco

Il regista torna sulle scene con un'opera girata con professionalità, ma troppo derivativa

Possession - L'appartamento del diavolo (2020) film

Possession – L’appartamento del Diavolo (Malasaña 32) si apre nel 1972, con due ragazzi che recuperano un oggetto di marmo dall’appartamento di una strana anziana e si prendono un grande spavento. Ma non è niente in confronto a ciò che attende la famiglia Olmedo quando si trasferiranno da quelle parti quattro anni più tardi. Manolo (Iván Marcos) e Candela (Bea Segura) han deciso di spostarsi da un villaggio della provincia a Madrid con la figlia Amparo (Begoña Vargas), i figli Pepe (Sergio Castellanos) e Rafael (Iván Renedo) e il padre di Candela, Fermin (Jose Luis de Madariaga).

Quasi subito dopo che si sono sistemati, iniziano però a succedere cose insolite. Porte che si aprono, si chiudono e chiavi che girano nelle serrature da sole. Le luci che tremolano e il telefono che squilla. Il nonno inizia a parlare di una donna misteriosa. I membri cominciano a intravedere qualcuno, o qualcosa, con la coda dell’occhio. Poi il figlio più piccolo, Rafael, scompare.

Possession - L'appartamento del Diavolo film poster 2020Come in Verónica di Paco Plaza (la recensione), Possession – L’appartamento del Diavolo è una storia di fantasmi spagnola basata su eventi reali. Cioè, ‘ispirato a una storia vera‘ è come l’ha venduto l’ufficio marketing. Malasaña è, in effetti, una strada davvero esistente a Madrid, anche se i numeri civici si fermano al 30. E la sceneggiatura si basa su frammenti di diversi racconti locali. A quanto possiamo vedere, si ispira anche sensibilmente su frammenti di diversi classici dell’horror, in particolare Poltergeist – Demoniache presenze. Per fortuna, comunque, i suoi 100 minuti possiedono sufficienti atmosfera e jumpscare da condurci ai titoli di coda senza grossi problemi, se si riesce a sorvolare su tutti gli elementi familiari che incontriamo lungo la strada.

Albert Pintó (Matar a Dios) ha diretto Possession – L’appartamento del Diavolo da uno script accreditato a ben quattro sceneggiatori. Due di loro hanno alle spalle una lunga esperienza nella TV spagnola, ma non altrettanta con l’horror. E proprio questo potrebbe spiegare perché il film sembra essere il risultato di un fine settimana di binge watching di titoli di genere appuntandosi su un foglio tutte le migliori scene avvistate.

Essendo negli anni ’70, non si poteva lavorare coi soliti raccapriccianti messaggi di testo sui cellulari, così Pepe riceve in alternativa appunti inviati tramite la corda del bucato che si estende attraverso il cortile dell’edificio in cui vive. E, nonostante la cura che i realizzatori hanno impiegato per ottenere il look giusto, quella è l’unica volta in cui l’ambientazione ha effettivamente una certa rilevanza per la storia. A conti fatti, Possession – L’appartamento del Diavolo potrebbe infatti essere facilmente ambientato nel presente. Anzi, una delle tarde rivelazioni avrebbe dovuto, visti i tempi e il luogo, provocare delle forti reazioni. Invece viene calata sul tavolo e il fantasma è l’unico a cui importa davvero qualcosa …

Va dato merito di Possession – L’appartamento del Diavolo di essersi inventato un retroscena interessante per l’infestazione soprannaturale, diversa dal solito e capace di mettere lo spettro sotto una luce meno antipatica di quanto si immaginerebbe. Ma, ancora una volta, lo script non riesce a capitalizzare questo pregio e sceglie una direzione più tradizionale. Vedere gli sceneggiatori perdere queste opportunità è frustrante, considerato che in passato il cinema spagnolo ha saputo sfornare piccole grandi gemme come The Others e The Orphanage.

In ogni caso non si può dire che Albert Pintó non sappia girare o come costruire scene di tensione, e il vecchio condominio gli offre molte opportunità per dimostrarlo. Tra i colori di una fotografia scialba e opaca dell’appartamento di famiglia e il seminterrato buio e polveroso c’è atmosfera da vendere. Per non parlare dei momenti ‘boo!’.

In definitiva, ci troviamo di fronte all’ennesimo titolo potabile, ma anche tremendamente prevedibile. È – grossomodo – l’equivalente spagnolo di un capitolo qualsiasi nei franchise USA di Conjuring o Insidious. Confezionato con professionalità, ma incapace di lasciare un qualche segno il giorno dopo averlo visto.

Di seguito il trailer italiano di Possession – L’appartamento del Diavolo, nei nostri cinema dal 28 luglio: