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Titolo originale: It Came from the Desert , uscita: 07-09-2018. Budget: $731,000. Regista: Marko Mäkilaakso.

Recensione | It Came From The Desert di Marko Mäkilaakso

21/05/2018 recensione film di William Maga

Un omaggio scanzonato e sopra le righe del regista finlandese ai film di mostri degli anni '50, intrattenimento puro con le formiche giganti che non si prende mai sul serio

Formiche giganti. Adolescenti ubriachi. Armi futuristiche. E un pizzico di motocross. Se nessuno dei suddetti elementi è in grado di richiamare minimamente la vostra attenzione è meglio non iniziare nemmeno la visione, perché il gloriosamente stupido ‘corri e spara’ diretto da Marko Mäkilaakso (War of the dead) li contiene proprio tutti, totalmente auto-consapevole della sua natura di film compiaciuto e assurdo. It Came From The Desert è infatti un pastiche ridicolmente sopra le righe capace di inchiodare subito il suo pubblico alle poltrone e che raramente vacilla, offrendo una moderna versione low-budget dei classici coi mostri pirotecnica e molto divertente.

Inserendosi da qualche parte in quella nebulosa via di mezzo tra i creature-films degli anni ’50, un ritorno coscientissimo e nostalgico ai vecchi B movies, e un episodio dei Power Rangers degli anni ’90, il risultato è tanto insensato quanto può suonare a prima vista. Non così compiaciuto come un capitolo di Sharknado o altre opere prodotte da SyFy, e nemmeno girato in modo tanto pedestre e grossolano, Mäkilaakso sembra qui aver trovato la quadratura perfetta di quel diagramma di Venn completamente incasinato, riuscendo a gestire adeguatamente il giusto numero di battute, applausi a scena aperta e strabuzzamenti di occhi così da mantenere il film costantemente divertente, pur senza arrivare a renderlo un classico indimenticabile.

Basato sull’omonimo videogioco di culto per Amiga uscito nel 1989 (omaggiato sui titoli di coda), It Came From The Desert trasporta un bus pieno di adolescenti in vena di feste pazze e sfrenate nel bel mezzo del deserto, per una gara di motocross alimentata a birra che, prevedibilmente, finisce per degenerare quando improvvisamente compare un gruppo di formiche giganti ed iper-intelligenti decise a sbranare chiunque. Incappando casualmente in una struttura segreta usata per misteriosi test e ora in disuso, due fratelli (Harry Lister Smith e Alex Mills) dovranno venire a capo dell’arcano, salvare – più o meno – la bella ragazza di turno (Vanessa Grasse), uccidere gli insettoni, vincere la gara ecc. ecc.

Si, probabilmente è una trama che avrete già sentito prima. Non siamo nemmeno vagamente vicini a qualcosa che possa accostarsi all’aggettivo ‘innovativo’. Perché, tra combattimenti con le formiche (spesso rese non in CGI, ma con pupazzi prostetici), armi da battaglia futuristiche in stile Starship Troopers, citazioni di svariati classici (da Scarface a L’Armata delle Tenebre ad Aliens), una colonna sonora fatta di pezzi al sintetizzatore e di hair metal pulsante, It Came From The Desert è per la gran parte qualcosa di prevedibile, sbruffone e interamente usa e getta.

Tuttavia, Marko Mäkilaakso e i suoi co-sceneggiatori (uno dei quali è Trent Haaga, regista del folle 68 Kill) non prendono mai davvero nulla sul serio, e ci spremono sopra quel po’ di auto-consapevolezza utile a garantirgli un look sufficientemente onesto. Sorprendentemente, non salta mai lo squalo, riuscendo a rimanere sempre all’interno della sua piccola area circoscritta di idiozia, recapitando un prodotto finale leggero, decerebrato e del tutto inoffensivo.

È decisamente improbabile che lascerà un qualche segno all’interno del sottogenere o che aiuti a riportarlo in auge (così come pure il recente Dead Ant di Ron Carlson, su un tema molto affine), ma questo stravagante film con le formiche giganti è senza dubbio in grado di assicurare 80 minuti gustosi a chi vorrà dargli una possibilità in una serata in cui la TV o Netflix non passano nulla di meglio.

Di seguito il full trailer di It Came From The Desert: