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Titolo originale: Nekrotronic , uscita: 01-10-2018. Regista: Kiah Roache-Turner.

Nekrotronic | La recensione del film horror di Kiah Roache-Turner (Sitges 51)

08/10/2018 recensione film di Sabrina Crivelli

La demoniaca Monica Bellucci diffonde la possessione in Rete in una horror comedy low budget cartoonesca e senza pretese

Monica Bellucci Nekrotronic

Diretto da Kiah Roache-Turner (Road of the Dead) – e scritto insieme al fratello Tristan -, Nekrotronic ha certo qualcosa di affascinante. Sarà forse l’inventivo concept iniziale, quello di ‘mettere i demoni in Rete’, oppure saranno alcune sequenze piuttosto gore, o ancora diverse battute riuscite, ma di certo, per un discreto lasso di tempo il film intrattiene con una certa leggerezza gli spettatori. Peccato che poi la verve irriverente devi al drammatico e, soprattutto, che i tempi della narrazione vengano dilatati oltremodo, senza che siano abbinati ad un giusto livello di suspense per tenere costante l’attenzione.

Horror comedy low budget dal tono scanzonato, sin dalla sua apertura Nekrotronic non cela la sua natura leggera, quale una sorta di fumettistica rielaborazione del concetto di possessione. Dopo un breve preambolo animato, che tratteggia la cronistoria dei riti satanisti e degli stadi dell’influsso demoniaco sull’umanità, si arriva ai giorni nostri. Howie (Ben O’Toole) e Rangi (Epine Bob Savea) sono due operatori ecologici non particolarmente dotati o volenterosi, la cui lunga e poco allettante giornata (che contempla anche un incidente con una doccia di liquami …), si tramuta in un vero e proprio incubo, quando il secondo risveglia una strana forza demoniaca grazie a un gioco scaricato sul proprio cellulare. Si tratta di un nuovo videogame interattivo, come Pokemon GO, ma al posto dei simpatici animaletti sono fantasmi e demoni gli obiettivi della caccia dei players.

Tuttavia, come assai presto i due sventurati protagonisti scoprono, non si tratta di finzione, o di un assai coinvolgente intrattenimento, ma di un meccanismo luciferino congegnato dalla eminenza grigia (Monica Bellucci) a capo della Daemon Corp (il nome è evocativo) e teso ad impossessarsi del più alto numero di anime possibili di cui poi potersi nutrire. A fronteggiare il pericolo incombente sulla metropoli e sui suoi ignari cittadini sono un gruppo di necromanti (il termine è però ingannevole, in quanto non sono stregoni che evocano i morti, ma un incrocio tra i cacciatori di streghe alla The Last Witch Hunter e gli Acchiappafantasmi), nella fattispecie le due fascinose sorelle (Caroline Ford e Tess Haubrich), che si imbattono in Howie e lo reclutano nella loro missione dopo averne scoperto gli incredibili poteri e il misterioso passato.

Le implicazioni oscure della tecnologia non sono di sicuro una novità, anzi più di un teen movie suggeriscono che entità maligne possano usare i nuovi device per raggiungere i loro utenti. Che sia un computer come in Friend Request – La morte ha il tuo profilo, o una applicazione luciferina come in Bedevil – Non installarlail concetto alla base di Nekrotronic non è inedito, è innegabile. Eppure, l’idea di rendere Pokemon GO lo strumento di Satana – o meglio del suo fascinoso doppio incarnato da Monica Bellucci – per corrompere le anime dei suoi giocatori non scarseggia in termini di fantasia. Non solo, il modo con cui viene approcciato il ritrito sottogenere demoniaco (che ha avuto un incremento esponenziale negli ultimi tempi) regala una ventata d’aria nuova attraverso il filtro della satira sociale, che domina in particolar modo la prima parte, e inspira più di un momento di riso.

Un personaggio come Rangi, individuo buffo e maldestro ossessionato dal nuovo gioco online, riesce allora a incarnare con una buona dose di ironia la tendenza imperante ai giorni nostri di restare di continuo attaccati al cellulare, abitudine che nel film acquisisce una nuova e terrificante conseguenza. Inoltre, il far viaggiare su Internet, attraverso i ‘necropod‘, le anime dannate per creare un grosso pentagono in una versione digitale del sacrificio rituale ha le sue attrattive.

Gli effetti speciali non sono purtroppo dei migliori, in particolare la CGI palesemente realizzata con fondi limitati. Le presenze fantasmatiche, spettri macilenti e diavoli nerastri, sono un po’ grottesche nella loro estetica, ma hanno un loro fascino un po’ cartoonesco. A ben vedere, ricordano un po’ lo stile Ghostbusters – Acchiappafantasmi, da cui peraltro sembra proprio che Nekromantic abbia preso spunto per le strumentazioni, con tanto di ghost-trap per creature infernali in versione 3.0 e di ‘portale di stoccaggio’ per i sovrumani prigionieri.

A ciò si somma una sottospecie di cavo per collegare la psiche alla Rete proprio come faceva Motoko Kusanagi nel mitico anime / manga Ghost in the Shell (proviamo sempre a obliare il recente live action con Scarlett Johansson).

Nota positiva sono invece gli effetti pratici, in particolare si indulge parecchio in dettagli truculenti, tra capre che saltano in aria con interiora che volano ovunque, sparatorie con ferite (inumane) che lasciano brandelli di carne in piena vista e braccia che saltano. Ovvio, anche in questo caso si tratta di una forma di violenza da fumetto perché inserita in un contesto generale non certo angoscioso o serio, ma la realizzazione ha comunque i suoi pregi. Infine, ciliegina sulla torta, Monica Bellucci in versione mistress posseduta aggiunge un tocco in più.

Tuttavia, non mancano diverse note negative, tra cui le due co-protagoniste necromanti, ovvero Caroline Ford e Tess Haubrich, assai carenti come action girl, mentre Ben O’Toole non possiede la sufficiente verve comica che la parte richiede. Inoltre, per i fatti che vengono raccontati, ci si dilunga fin troppo, con un susseguirsi di sacrifici e colpi di scena ‘miracolosi’ sempre più o meno uguali, che rendono a lungo andare lo sviluppo piuttosto ripetitivo e molti passaggi inutilmente dilatati.

In ultimo, i momenti drammatici, quelli che richiederebbero un degno trasporto emotivo, risultano involontariamente ridicoli e fin troppo costruiti. Esemplificativi sono i reiterati acmé drammatici in cui uno o l’altro personaggio si preparano eroicamente a una qualche impresa kamikaze, o la morte (sarà definitiva?…) di uno dei protagonisti a cui si accompagnano lacrime e grida rabbiose. Il tono però stride con il generale mood ben meno impegnato e soprattutto non è sostenuto dalla performance degli attori coinvolti nelle rispettive sequenza.

In definitiva, Nekrotronic – presentato in anteprima europea al Festival di Sitges -, costituisce uno spassoso intrattenimento – con un discreto spunto iniziale e qualche altro buon momento, per coloro che vi si approcciano senza avere troppe pretese. Al momento non abbiamo notizie di una eventuale distribuzione per l’Italia.

Di seguito il trailer internazionale: