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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Looper , uscita: 26-09-2012. Budget: $30,000,000. Regista: Rian Johnson.

Recensione story | Looper – In fuga dal passato di Rian Johnson

17/04/2020 recensione film di William Maga

Nel 2012, Joseph Gordon-Levitt e Bruce Willis erano i protagonisti di un film sui viaggi nel tempo insolito e millimetrico, capace di divertire e arricchire lo spettatore

Joseph Gordon-Levitt in Looper (2012)

Looper – In fuga dal passato è una straordinaria esperienza cinematografica. Non semplicemente “molto buona”, ma eccezionale. È soddisfacente a ogni livello possibili e i suoi passi falsi sono pochi e minori. È una storia di fantascienza / fantasy entusiasmante iniettata di una dose di dramma, un approccio affilato che nega la tipica propensione di Hollywood al cliché grazie a uno script intelligente che è stata realizzata con cura e attenzione per i dettagli.

Per lo sceneggiatore e regista Rian Johsnson, il film – costato 30 milioni di dollari – rappresentava nel 2012 un degno seguito ai suoi precedenti titoli altrettanto anticonformisti, Brick – Dose mortale (2005) e The Brothers Bloom (2008). E, dopo Gli Ultimi Jedi (la recensione) e Knives Out (la recensione), resta sicuramente ad oggi il miglior titolo di una comunque impressionante filmografia.

Il viaggio nel tempo è un concetto puramente teorico e tipicamente sci-fi e, come tale, è soggetto soltanto alle regole imposte da uno scrittore. La maggior parte dei filmmaker che scelgono di utilizzarlo ricorrono quindi a luoghi comuni e non trascorrono molto tempo a considerare attentamente le implicazioni dei paradossi. Questo, però, non è il caso di Looper. Sebbene non si possa dire che l’interpretazione di Rian Johnson del viaggio nel tempo sia più “realistica” rispetto a qualsiasi altra, sembra così. Ci sono regole che la sceneggiatura non viola. Ancora più importante, non ricorre a “colpi di scena” che sono diventati così comuni che non sorprendono più da un pezzo.

Looper di Rian Johnson posterIl retroscena dei viaggi nel tempo di Looper sono sufficientemente dettagliati da garantire un senso di verosimiglianza senza impantanarsi nella minuzia dei dettagli. Offre personaggi ben sviluppati, molta azione e suspense, almeno una sequenza di caos sanguinario, una manciata di ambiguità morali e un finale che non delude. È intellettualmente soddisfacente ed emotivamente potente. È una storia avvincente raccontata nel migliore dei modi possibile, rendendola indiscutibilmente tra le migliori del filone.

La maggior parte dell’azione si svolge in Kansas, intorno al 2044. Il mondo non è così diverso da quello che è oggi. Le città sono più grandi e più sporche, ma la vita rurale è più o meno la stessa. Ci sono ancora campi di grano, case unifamiliari e asce per tagliare la legna. La criminalità sta guadagnando potere, ma non ha ancora raggiunto il livello di oppressione che otterrà 30 anni nel futuro. All’inizio degli anni 2070, il viaggio nel tempo è stato scoperto, ma è illegale e utilizzato solo dai malviventi più potenti.

Poiché i corpi non possono essere eliminati nel futuro, coloro che scelgono di ribellarsi vengono legati e incappucciati e rispediti indietro nel tempo al 2044, dove vengono accolti da un “looper” che imbraccia una spingarda. Termina il lavoro, prende la sua ricompensa (lingotti d’argento legati alla schiena della vittima) e aspetta il suo prossimo incarico. Quando viene presa dall’alto la decisione di interrompere il contatto di un looper, gli viene inviata una versione futura di se stesso da eliminare (“la chiusura del circuito”). Una volta completato questo compito, si può godere la ‘pensione d’argento’ per i successivi 30 anni di vita.

Joe (Joseph Gordon-Levitt) è un looper. Ma non uno qualsiasi, è uno dei migliori nella piccola scuderia gestita dal boss Abe (Jeff Daniels). Arriva un momento, tuttavia, in cui Joe commette l’errore di dar rifugio a un amico (Paul Dano) che ha combinato un casino. Poco dopo, a Joe viene assegnato un incarico che lo mette faccia a faccia con il suo sé futuro (Bruce Willis). Quando esita, il vecchio Joe lo mette fuori combattimento e va in fuga. Questo mette Joe in una brutta posizione.

A meno che non corregga le cose rapidamente, finirà per morire non solo in futuro, ma anche nel presente. Una breve conversazione con il vecchio Joe gli fornisce allora alcuni indizi sulle intenzioni del suo sé più anziano e su un luogo dove alla fine lui andrà. Quindi Joe viaggia fino a lì, non per proteggere Sara (Emily Blunt), la donna proprietaria della fattoria, o suo figlio, Cid (Pierce Gagnon), ma per fermare il vecchio Joe e ripristinare la sua vita. E ha un vantaggio non da poco: mentre lui può uccidere il suo sé futuro tranquillamente, lo stesso non può fare il Joe più vecchio.

Bruce Willis in Looper (2012)Una discussione su Looper nei dettagli comporterebbe parlare di sviluppi rivelatori, sia piccoli che grandi, che è naturalmente meglio scoprire da soli durante la visione. La storia non è un labirinto di colpi di scena, ma non è necessariamente prevedibile e ci sono alcune vere sorprese che funzionano in modo efficace perché hanno un senso nel contesto della narrazione, non perché ci vengono semplicemente lanciate per provocare una reazione.

L’elemento del viaggio nel tempo porta a occasionali casi di confusione minore ma, soprattutto per coloro che hanno familiarità con questo ramo della narrativa di fantascienza / fantasy, molto di ciò che accade è logico, nel senso che gioca secondo le regole stabilite da Rian Johnson.

Per quanto riguarda la prova di Joseph Gordon-Levitt, come attore è certamente cresciuto ad ogni nuovo film e, nonostante qui vengano modificati i suoi connotati per farlo apparire più “simile a Bruce Willis”, non fa eccezione nemmeno stavolta. Questo non è un ruolo facile. Gli richiede di trascorrere la maggior parte del minutaggio nei panni di un antieroe. Dopotutto, è un assassino a sangue freddo ed è bravo a farlo. Nonostante ciò, lo spettatore è guidato a sviluppare una connessione con lui mentre i semi di qualcosa di più nobile iniziano a germogliare.

Anche Bruce Willis merita una nota di merito; sebbene il suo ruolo sia cruciale, è più piccolo di quello del collega. Resta lo stesso il fatto che, insieme anche al coevo Moonrise Kingdom, nel 2012 l’attore all’epoca 57 enne si era fatto perdonare l’orrendo La fredda luce del giorno. Per lo più, la performance di Bruce Willis in Looper è di stampo drammatico, ma gli viene data l’opportunità di spaccare qualche muso.

Uno dei grandi punti di forza di Looper è che offre a lui, come pure a Joseph Gordon-Levitt, una varietà di opportunità per trascendere gli stereotipi. Gli vengono offerte non solo sequenze d’azione, ma scene di intenso potere drammatico. C’è un momento in cui si può arrivare ad odiare il vecchio Joe ma, come espresso da Bruce Willis, forse non più di quanto lui detesti se stesso. E assieme a quell’odio arriva una disturbante comprensione.

Pierce Gagnon in Looper (2012)Il resto del cast è composto da attori secondari che fanno eccellenti lavori in apparizioni che variano da pochissime scene (Dano) a una parte significativo dei 113 minuti complessivi (Blunt). Si fa fatica a trovare una performance scadente. Particolarmente bravi sono poi lo spietato Jeff Daniels come boss della malavita e Piper Perabo, come comprensiva prostituta / spogliarellista che interagisce in diversi modi con Joe e il suo io più anziano.

A conti fatti, un grande film è uno in cui tutti gli elementi che lo compongono sono ben realizzati. Si fondono insieme come una sinfonia. Questo è il caso. La sceneggiatura è intelligente e ingegnosa, capace di suscitare interesse e coinvolgere lo spettatore.

I personaggi sono ben costruiti e portati sulle schermo con forza. C’è molta azione e suspense, e anche un po’ di umorismo e romanticismo. Ci sono alcune domande profondamente inquietanti che non hanno risposte facili (viene inevitabilmente in mente la classica domanda relativa all’ipotetica possibilità di viaggiare fino al 1889 e strangolare il piccolo Adolf Hitler nella culla).

La direzione artistica è impressionante, suggerendo un mondo futuristico che è familiare e al tempo stesso differente. C’è un forte elemento emotivo in tutto questo. Looper realizza ciò che il cinema di prim’ordine dovrebbe fare: deviare dalle solite traiettorie, divertire e arricchire. Non influenzerà la visione del mondo o il modo in cui si affronta la proprio vita quotidiana, ma non finirà nei film dimenticati dopo i titoli di coda.

Di seguito il trailer internazionale di Looper – In fuga dal passato: