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Titolo originale: The Farm , uscita: 19-04-2019. Regista: Hans Stjernswärd.

Recensione | The Farm di Hans Stjernswärd

19/11/2018 recensione film di William Maga

Ennesimo horror rurale che, invece di illustrare il suo originale messaggio animalista, decide di puntare sui soliti cliché abusati e su scelte di sceneggiatura incomprensibili

Quanti film riconducibili al sottogenere del ‘fermiamoci durante un viaggio in macchina in un luogo rurale dell’entroterra americano abitato da redneck / hillbillies sadici che presto cominceranno a darci la caccia per torturarci e/o mangiarci’ potremo ancora vedere prima di stancarci definitivamente per mancanza di idee fresche o almeno di rielaborazioni divertenti? Forse dopo The Farm, horror americano indipendente e low budget scritto e diretto da Hans Stjernswärd (South of Ventura), sarà meglio prendersi una bella pausa di riflessione.

Due giovani fidanzati da troppe ore in viaggio hanno bisogno di trovare un posto dove riposare, e così vengono indirizzati dallo strambo titolare di una polverosa stazione di servizio verso una serie di baite che si trovano a circa 20 minuti di distanza dalla pompa di benzina. I due protagonisti – una coppia anche nella vita reale – Nora Yesslund (Nora) e Alec Gaylord (Alec) sono vagamente credibili inizialmente nei panni delle nostre future sventurate vittime. La loro relazione pre-orrore fluisce blanda e monodimensionale, finché incappano in una sventagliata dei cliché più abusati.

The Farm di Hans Stjernswärd film posterPrima, fermatisi in una sorta di paesino fantasma, la ragazza gira dietro a una baracca per fare la pipì e si imbatte nei resti di una tenda dove sono stati abbandonati alcuni oggetti personali (tra cui un telefono cellulare). Poi, entrati in un classico Diner vengono avvicinati dal solito freak che prova a metterli in guardia. Infine, il proprietario della stamberga dove si fermano per passare la notte è già all’apparenza squilibrato e sfigurato. Non bastasse, i due vengono alloggiati in una sorta di capanno a buon mercato solitamente affittato a boy scout e gruppi di preghiera che versa in uno stato altamente fatiscente e dove giace – ovviamente non visto – un materasso macchiato di sangue. Considerato che la loro macchina ha sufficiente benzina, e che Nora esprime più volte la propria perplessità sul luogo e la gente incontrata, tutto quello che dovrebbero fare è scambiarsi al posto di guida e proseguire. Ma poi The Farm sarebbe finito ancora prima di cominciare no?

Inutile dire che vengono nottetempo rapiti da un energumeno nascosto sotto il letto (un momento genuinamente raccapricciante) e si risvegliano in gabbie nel bel mezzo di una comune agricola, intrappolati al pari di numerosi altri ingenui viaggiatori. Gli uomini sono bestiame da macello, mentre le donne ‘allevate’ per la riproduzione e il latte. Già. Fino a questo punto, siamo circa a metà film, la premessa è adeguata. A deludere è piuttosto l’indecisione su quale strada prendere nella seconda parte. I membri di questa ‘setta’ (quasi tutti) indossano costantemente maschere di plastica che raffigurano animali … il che già non ha molto senso, specie perchè questa pratica rende incredibilmente complicato sia vedere che respirare bene. Bizzarramente poi, nella parte centrale smettiamo di seguire i protagonisti e ci soffermiamo, quasi fosse un documentario, sul lavoro quotidiano di questa blasfema comunità.

Se il riferimento a La Fattoria degli Animali di George Orwell è stiracchiato, ci si può invece leggere un sottotesto legato a come trattiamo ciò che diventerà il nostro cibo, a come gli animali vengono maltrattati nelle fattorie e a quanto siamo desensibilizzati verso i loro sentimenti. Fondamentalmente, la sceneggiatura parla della catena alimentare e, in questo senso, si può comprendere quelli che ai Festival lo hanno bollato come “una pubblicità della PETA”. Tuttavia, questi cultisti non parlano mai, nemmeno quando interpellati da quello che dovrebbe essere il capo. The Strangers ha fatto più danni che altro … Quindi, è inevitabile avere qualche perplessità sui villain.

In ogni caso, The Farm sfodera – pur senza eccedere nello splatter – svariate sequenze davvero raccapriccianti, alcune fondamentali per la storia, ma molte altre completamente gratuite, che non fanno avanzare la trama o aggiungano profondità ai personaggi, soltanto ribadiscono quanto siano truci i cattivi. Senza un adeguato contesto a spiegare perchè la fattoria sia quella che è, o come mai i ‘braccianti’ siano assoggettati all’albergatore, Hans Stjernswärd non crea ansia, ma rende anzi più complicato provare qualcosa che vada oltre il mero disgusto superficiale. Vengono fatti diversi tentativi di fuga e molti vengono sventati (e quello decisivo è costruito malissimo). Il finale è – sempre assai prevedibilmente – brutale e nichilista, ma tenta un bizzarro omaggio apertamente vinciano, completamente slegato da quanto è venuto prima.

The Farm di Hans Stjernswärd film 2018A parte quelle già elencate sopra, le più evidenti influenze di The Farm arrivano da Motel Hell, Non Aprite Quella Porta e Hostel. Tuttavia, il lato più sadico della pellicola viene eroso da cattivi ben poco convincenti e da scelte registiche ai limiti dell’incomprensibile (spesso vediamo solo le conseguenze di un’azione, ma non ci viene mostrato come si sia arrivati a quel punto), che finiscono – assieme ai luoghi comuni smodati – per blandire troppo il potenziale dissacrante del messaggio sottostante. Piuttosto che attenersi alle regole del semplice torture porn come ha fatto Eli Roth, o della satira horror come optato da Kevin Connor, decide di provare entrambe le vie, con il risultato di depotenziare il tutto. Non aiuta poi che la durata complessiva, titoli di coda inclusi, sia di appena 80 minuti.

In definitiva, The Farm non è un’opera senza alcun merito, perché può contare su un’atmosfera autenticamente spaventosa e su effetti speciali pratici disturbanti. Tuttavia, il vero – grosso – ostacolo qui è rappresentato dalla sceneggiatura, che non solo tratteggia poveramente i due protagonisti e fa compier loro scelte insensate, ma infarcisce il film di cliché e momenti troppe volte già visti, perdendo di vista quello che dovrebbe essere il suo messaggio.

Di seguito il trailer originale di The Farm:

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