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Voto: 7/10 Titolo originale: Hugo , uscita: 22-11-2011. Budget: $170,000,000. Regista: Martin Scorsese.

Riflessione: Hugo Cabret di Martin Scorsese, rifugiarsi nell’epoca del muto per riscoprire la magia del cinema

09/04/2023 recensione film di William Maga

Nel 2007, i giovanissimi Asa Butterfield e Chloë Moretz erano i protagonisti di un film insolito per il regista, carico d'amore per Georges Méliès e la Settima Arte

hugo cabret film 2007 automa

Con Hugo Cabret del 2011, Martin Scorsese ha fatto ciò che pochi a Hollywood era – e sono ancora oggi – disposti a provare: realizzare un film per adulti senza sesso, violenza o volgarità, ottenendo una classificazione PG. È infatti una fiaba per spettatori maturi, ma l’apparenza leggera cela una profondità emotiva.

Hugo Cabret è adatto ai giovani spettatori, naturalmente, ma è discutibile quanto potranno imparare dall’esperienza e, dato che il ritmo è più pacato che frenetico, è probabile che l’attenzione del bambino medio sia facile che si perda presto.

Lo stile non ha nulla a che fare con ciò che ci si aspetterebbe da Martin Scorsese. L’approccio fantasioso con le sue sfumature dickensiane e gli interludi di realismo magico richiama piuttosto il cinema di Terry Gilliam e Jean-Pierre Jeunet. Almeno in questo caso, il regista lascia gran parte del suo bagaglio personale alle spalle e realizza ciò che David Lynch aveva fatto con Una Stoa Vera e David Mamet con Il caso Winslow: utilizzare la propria considerevole esperienza dietro la macchina da presa e applicarla a un tipo di storia diverso. Il risultato è spesso magico.

HugoCabret.jpgHugo Cabret si basa sul romanzo storico illustrato del 2007 La straordinaria invenzione di Hugo Cabret di Brian Selznick. Si svolge nella stazione ferroviaria di Monparnasse a Parigi nei primi anni ’30 e si concentra su un giovane orfano, Hugo Cabret appunto (Asa Butterfield), che vive nelle stanze sul retro e negli spazi nascosti “all’interno delle sue mura”.

Avendo imparato l’arte della riparazione di orologi dal padre (Jude Law), un orologiaio morto da poco in un incendio, il giovane Hugo trascorre le sue giornate manutenendo gli orologi della stazione e facendoli funzionare bene, talvolta rubando qualche croissant o pezzo di frutta qua e là nel mentre. Hugo ha anche un hobby: cercare di riparare un automa su cui stava lavorando il padre al momento della sua scomparsa.

Per riuscirci, Hugo deve però impossessarsi di ingranaggi e altri materiali nelle mani di un negoziante, che si rivela essere il leggendario regista Georges Méliès (Ben Kingsley) ormai caduto in disgrazia. In Isabelle (Chloe Moretz), la figlioccia di Melies, Hugo trova tuttavia una preziosa alleata. Ma c’è anche un nemico – l’Ispettore della stazione (Sacha Baron Cohen), che cerca di catturare Hugo e di spedirlo all’orfanotrofio.

La visione di Parigi di Scorsese è da sogno. Con poche eccezioni, la vediamo solo attraverso gli occhi di Hugo mentre guarda fuori dalle finestre di una torre dell’orologio. È la ville lumière come i romantici di tutto il mondo la immaginavano nel periodo tra le due guerre. L’ambiente più utilizzato in Hugo Cabret – la stazione – sembra un estratto modernizzato di un’opera di Charles Dickens, completo di riferimenti ad orfani e orfanotrofi.

La presenza di Hugo all’interno degli orologi e sulle passerelle gli consente di osservare la vita degli altri nella stazione senza essere costretto a pensare alle propria esistenza solitaria. Isabelle è in molti modi la salvezza di Hugo: la sua prima vera amica e una ragazza che aspira all’avventura nella vita reale che legge nei libri presi in prestito dal gentile M. Labisse (Christopher Lee).

Martin Scorsese rende omaggio in diverse occasioni ad uno dei primi film della storia, L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat. Infatti, con Georges Méliès – uno dei pionieri delle prime tecniche cinematografiche e degli effetti speciali – come personaggio principale, Hugo Cabret rivela molto sul cinema durante l’era del muto. Apprendiamo che, tra il 1896 e il 1914, Méliès diresse più di 530 film, ma, per salvare se stesso dalla bancarotta, fu costretto a vendere il materiale per farlo fondere e trasformarlo in tacchi per scarpe.

hugo cabret film 2007 asa e moretzSolo una copia di una delle sue produzioni, Viaggio nella luna del 1902, esiste ancora ed egli considera la sua vita un fallimento. Raccontando la storia di Méliès, Martin Scorsese non solo ha l’opportunità di esplorare le innovazioni e l’inventiva della cinematografia durante la sua era primitiva e formativa, ma anche di sottolineare l’importanza della conservazione dei film per la posterità (uno sforzo tenace ha portato infatti negli anni alla scoperta di circa 80 titoli di Georges Méliès, ma oltre 400 sono invece andati persi per sempre).

Le interpretazioni di Sir Ben Kingsley e di Asa Butterfield (che precedentemente era apparso in Il bambino con il pigiama a righe) conferiscono a Hugo Cabret profondità e sentimento. Il primo è in gran forma nei panni di un Méliès invecchiato che è stato sconfitto dalla vita e non riesce a convivere con quanto siano lontani i suoi giorni di gloria. I flashback di Méliès che dirige alcuni dei suoi film più famosi garantiscono atmosfera, anche se il processo di ringiovanimento (che sia trucco, CGI o una combinazione dei due) non fa favore a Ben Kingsley, che sembra stia indossando una brutta maschera di lattice.

Asa Butterfield fa rivivere Hugo come un ragazzo intelligente e curioso che cerca disperatamente un amico e senso di appartenenza. Il cast di supporto comprende Sacha Baron Cohen in un ruolo perlopiù serio come nemico principale del protagonista; Emily Mortimer e Richard Griffiths sono commercianti della stazione la cui vita Hugo si sofferma a osservare; Helen McCrory è Mama Jeanne, la moglie di Georges Méliès; Ray Winstone è lo zio alcolizzato di Hugo; Jude Law è il gentile padre di Hugo; e Christopher Lee, in un raro ruolo non minaccioso, fa il libraio.

Con Hugo Cabret, inoltre, Martin Scorsese si rivela uno dei pochi ad aver utilizzato efficacemente il 3D, principalmente perché lo impiega come strumento per arricchire l’esperienza visiva piuttosto che come l’unica cosa potenzialmente interessante. Prima di tutto, assicura che il livello di luce sia adeguato e che, anche nelle scene più oscure, gli spettatori non debbano strizzare gli occhi per vedere le cose come se guardassero attraverso un paio di occhiali da sole.

hugo cabret film 2007 meliesIn secondo luogo, è incline ad utilizzare il 3D per fornire profondità e sostanza, anche se non disdegna l’occasionale momento di spettacolarità. La scena d’apertura ad esempio, una magnifica inquadratura a elicottero’ di Parigi mentre la mdp plana dall’alto, è tra le migliori mai viste in tal senso.

A parte il 3D, la natura digitale / computerizzata della produzione consente al regista una libertà senza pari nell’uso del posizionamento della sua lente. Specialmente all’inizio, la cinepresa si muove e si sposta come se fosse slegata dalle leggi della fisica.

Insomma, Hugo Cabret è un film intelligente, ma ha anche cuore. Coloro che provano passione per il cinema degli inizi saranno propensi ad adorarlo, anche se la conoscenza e l’apprezzamento di Georges Méliès non sono requisiti indispensabili per godere del dolce omaggio di Martin Scorsese. E per quanto sia diverso dallo stile tipico del regista in molti modi, resta un’aggiunta validissima e importante all’opera di uno dei più importanti autori viventi.

Di seguito trovate il trailer italiano di Hugo Cabret: